Dopo la conferma alla guida della Funzione pubblica di Potenza, durante il congresso dello scorso dicembre, della segretaria generale Giuliana Pia Scarano, alla presenza del segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, si è riunita la prima assemblea e si è svolto il primo direttivo della Fp Cgil di Potenza. L’assemblea generale ha eletto la segreteria, di cui fanno parte Carmen Sabbatella (Ministero infrastrutture e trasporti), Donato Summa (Azienda ospedaliera regionale San Carlo) e Sandra Guglielmi (Azienda sanitaria di Potenza). Durante l’incontro sono stati inoltre nominati coordinatori territoriali d’area Luigi Pecorelli (comune di Rivello) e Alfredo Toscano (Comune di Moliterno). Eletto anche il collegio di Presidenza del Direttivo nella triade di Concetta Masullo (Comune di Potenza), Assunta Nella (azienda ospedaliera regionale San Carlo) e Giacomo Lanziano (Regione Basilicata).
Dopo l’approvazione del bilancio preventivo, la segretaria generale ha delineato la linea programmatica della categoria e tracciato il lavoro dei prossimi mesi, non prima di soffermarsi sul ruolo delle donne a due giorni dalla giornata internazionale dedicata all’universo femminile per ripercorrere le conquiste e i diritti ottenuti, ma anche per ricordare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state, e sono ancora, oggetto. La Cgil è da sempre attenta alle questioni di genere già a partire dal suo statuto e la Fp dimostra come sia lontana dallo squilibrio di genere che imperversa: la segretaria generale nazionale è Serena Sorrentino, la segretaria territoriale di Potenza Giuliana Scarano, la segreteria è composta per ¾ da donne e il direttivo è composto per il 47% da donne. Due di loro, Isabella Urbano (Arlab) e Lucia Summa (Arpab) hanno letto all’assise dei brani sulle donne.
La discussione programmatica si è incentrata poi essenzialmente sul lavoro che attende l’organizzazione nei prossimi mesi. Il 2022 ha visto l’attesa sottoscrizione dei 3 contratti dei comparti del pubblico, funzioni centrali, funzioni locali e sanità e ora la loro portata innovativa dovrà essere declinata nei contratti decentrati, per i quali si è aperta una stagione di confronto con tutti gli enti; si attende a breve la sottoscrizione del tardivo contratto della dirigenza medica e di quello della ricerca.
Tra i temi che maggiormente dovranno calamitare le attenzioni della categoria restano la sanità e la carenza di personale nella pubblica amministrazione, che rischiano devastanti impatti con l’autonomia differenziata, con crescita di disuguaglianze e negazione di diritto alla salute e alla cittadinanza, contro il cui disegno di legge è in corso una raccolta firme.
Non ha alcun senso parlare di più poteri alle Regioni – ha spiegato la Scarano – mentre i Comuni restano afflitti da problemi di scarse risorse e organici al lumicino come sappiamo bene accadere nei nostri 100 Comuni, in alcuni dei quali ormai i sindaci si sostituiscono ai dipendenti e i segretari vanno a scavalco su più comuni. Le assunzioni non riescono a colmare il vuoto che si è creato per effetto dei numerosi pensionamenti e i tagli ai bilanci, perpetrati negli anni, hanno influito sulla continuità dell’erogazione dei servizi pubblici.
Sulla sanità serve un forte investimento nella medicina territoriale, partendo dalla prevenzione e dall’assistenza domiciliare integrata. Manca il coraggio di superare la medicina convenzionata e integrarla nel sistema sanitario regionale. Il Pnrr deve essere una grande opportunità per cambiare il rapporto fra servizio pubblico e privato. Nonostante la disponibilità di strumenti e risorse economiche come non era mai accaduto negli anni passati, se non si rafforzano gli organici e si garantisce la stabilizzazione a tutti i precari che hanno prestato servizio presso le aziende del nostro sistema sanitario regionale e dei quali abbiamo appena dichiarato lo stato di agitazione, si rischia il tracollo della sanità lucana. Un altro capitolo importante il contrasto alla precarietà nella sanità lucana. Sul potenziamento della ricerca e sulla stabilizzazione dei precari storici la Fp Cgil è da tempo impegnata in una vertenza e abbiamo chiesto al Crob l’apertura del confronto su quanto previsto per il personale nel decreto legislativo di riforma degli Irccs.
Occorre, tra l’altro, dare strutturalità ai dipartimenti della prevenzione per assumere ispettori del lavoro e contrastare concretamente la sicurezza sui luoghi di lavoro. Dal privato alle cooperative sociali – penso ai casi Aias, Universo Salute a Padri Trinitari, le cui tariffe contrattuali non sono aggiornate dal 2009 – ai lavoratori vengono spesso applicati contratti non corrispondenti alle attività svolte e ciclicamente si trovano a dover fronteggiare importanti criticità in un settore in cui perversa il dumping contrattuale. Un complesso e articolato lavoro per tutelare i diritti dei lavoratori dei servizi pubblici e di riflesso i diritti dell’intera comunità.
Senza dimenticare le azioni di contrasto al ddl sull’autonomia differenziata, che creerebbe un divario insormontabile in termini di cure e diritto alla salute tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Questo è il governo della divisione territoriale, generale e di genere, di condizione economica e sociale. Per questo motivo abbiamo appoggiato e stiamo portando avanti la raccolta di firme promossa dalla Flc Cgil e dal Coordinamento Democrazia Costituzionale per una proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione. Sono 50 mila le firme necessarie a portare la legge in Parlamento perché venga discussa.
L’importanza della raccolta firma contro il disegno di autonomia differenziata è stata sottolineata anche dal segretario della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, che si è soffermato anche sull’aggressione squadrista di Firenze e sul drammatico naufragio di Steccato di Cutro, fino ai
40 anni dell’Università degli studi della Basilicata celebrati ieri alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, occasione di bilanci e proposte, dall’ attuazione del protocollo Unibas e Comune di Potenza fino al rafforzamento delle politiche abitative e del miglioramento dei collegamenti, per garantire quel diritto allo studio che passa anche attraverso un sistema di servizi integrati.