L’olio extravergine della collina materana (cultivar Majatica) -già diffuso in mercati di nicchia di qualità- ha bisogno di un progetto integrato di filiera sia per la tutela dalle contraffazioni e dalle speculazioni che per la conquista di nuovi mercati interni ed esteri. E’ l’indicazione emersa oggi a Ferrandina nella Giornata “Frantoi Aperti” promossa dalla Cia, dall’Oprol (Consorzio Nazionale Olivicoltori) e dal Comune di Ferrandina. Tante le iniziative che si sono tenute: un mercatino contadino “La spesa in campagna” , visita di ragazzi ai frantoi (oltre 250 studenti delle scuole dell’obbligo), degustazione prodotti tipici, analisi sensoriale per il controllo della qualità dell’olio di oliva a cura delle esperte Stefania D’Alessandro e Lucrezia Di Gilio e infine un convegno con la partecipazione di olivicoltori, tecnici, rappresentanti del Distretto Agroalimentare del Metapontino, dell’Ufficio Fitosanitario del Dipartimento Agricoltura della Regione, dirigenti della Cia ed amministratori comunali di Ferrandina.
A Ferrandina, in particolare, si punta a rafforzare la valorizzazione delle olive da mensa, “infornate” secondo un procedimento tradizionale molto particolare. La majatica ha drupe piuttosto grandi, con il nocciolo piccolo rispetto alla massa della polpa. Questa caratteristica è fondamentale per un’infornatura ideale, che richiede olive a maturazione piena, consistenti e di grandi dimensioni. Sempre più apprezzate da ristoratori e consumatori.
Quanto alla campagna olearia 2013-2014 in Basilicata, nonostante le recenti alluvioni che hanno interessato sia pure limitatamente oliveti e il gelo delle ultime settimane di novembre, le previsioni di Cia e Oprol sono positive, decisamente in controtendenza rispetto alle previsioni sulla produzione nazionale (meno 8 per cento), con un incremento stimato del 10 per cento di produzione e un totale che sfiora le 7mila tonnellate di olio d’oliva.
Per alcune aree come il Metapontino e parte della Collina materana interessate dalle alluvioni e dove si produce olio extravergine di qualità i danni potrebbero essere amplificati riducendo ulteriormente Plv e reddito delle aziende.
In Basilicata -ha sottolineato il presidente Cia del Materano Nicola Serio – le aree in cui l’olivo è più presente sono il Vulture, il Melandro e il Materano con i comuni di Ferrandina, Miglionico, Grottole. Le cultivar più utilizzate sono Ogliarola del Vulture, Coratina, Frantoio, Leccino. Mentre nel Materano il comune con il patrimonio olivicolo più elevato è Ferrandina.
In Italia il consumo pro-capite di olio è di 14 kg. In testa alle preferenza dei consumatori resta l’extravergine, che negli ultimi dodici mesi ha messo a segno un incremento nelle vendite pari all’ 1,4 per cento. Per quanto concerne i prezzi al dettaglio, essi sono rimasti pressoché stabili nei confronti dello scorso anno.
In quest’ottica, è importante -afferma Serio- il recente decreto sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive utilizzate per la trasformazione e le modifiche alle modalità di etichettatura vanno nella giusta direzione per quanto riguarda l’inclusione delle informazioni sulle caratteristiche e l’origine degli oli nel medesimo campo visivo. Tuttavia non è stata imposta una grandezza minima dei caratteri tale da agevolare una ‘corretta lettura’ da parte dei consumatori. Andrebbero introdotte, peraltro, dimensioni dei caratteri collegate alle dimensioni dei recipienti”. Ciò garantirà il «made in Italy» da tutte quelle falsificazioni che hanno, in passato, ingannato i consumatori.
Per la Cia questi i punti di debolezza della filiera olivicola:
-presenza massiccia di oliveti ultrasecolari e spesso obsoleti. di oliveti ubicati in terreni acclivi e in generale in ambienti pedo-climatici marginali (la cui razionalizzazione richiede il varo del più volte invocato Piano Olivicolo nazionale);
-scarsa competitività rispetto alle produzioni olivicole degli altri paesi (imputabile essenzialmente al maggior costo del lavoro, per ridurre il quale bisogna intervenire con la meccanizzazione, con particolare riguardo alla potatura e alla raccolta);
-eccessiva frammentazione fondiaria ( non suffragata da adeguate forme di cooperazione. associazionismo e contoterzismo che devono essere promosse finalizzandole sia alla gestione dell’oliveto sia alla commercializzazione del prodotto);
-carenza di manodopera specializzata;
-assenza di un piano organico di sviluppo, assenza di lotta alle frodi, assenza della Dop.
Il pacchetto di proposte della Cia Basilicata prevede una serie di azioni da sviluppare in maniera adeguata. Inoltre, l’Oprol intende anche sviluppare una filiera commerciale che punti a potenziare la commercializzazione della materia prima cercando di creare valore aggiunto al mondo agricolo. E’ un progetto triennale che vedrà coinvolta l’associazione con tutti i suoi tecnici che saranno presenti nelle aziende a sostegno degli olivicoltori.
Il settore olivicolo – ha detto Donato Distefano in conclusione del convegno – ha bisogno di chiarezza e di atteggiamenti realmente positivi. Non può essere oggetto di inutili e dannose polemiche interne alla filiera. E’ necessario, quindi, agire in maniera propositiva affinché la nostra olivicoltura trovi finalmente le adeguate risposte per uno sviluppo appropriato e redditizio. In particolare, è importante programmare e gestire bene i programmi previsti nel nuovo Regolamento unico per finanziare l’aggregazione, l’innovazione, l’internazionalizzazione. E’ importante superare la figura generica ‘dell’operatore’ e che si parli di Op e Oi. I soggetti fondamentali per l’aggregazione sono le Op e noi dobbiamo andare in questa direzione anche adeguando finalmente la normativa italiana. Bisogna, quindi, agire in maniera propositiva affinché la nostra olivicoltura – ha concluso Distefano – trovi finalmente le adeguate risposte per uno sviluppo appropriato e redditizio, cogliendo le opportunità offerte dalla nuova Pac 2014-2020 e dalle norme nazionali già in vigore che potranno essere migliorate con l’adeguamento alla normativa Ue modificata in questi giorni, ipotizzando parametri nazionali eventualmente più restrittivi”.
Dic 07