G20, nasce la Dichiarazione di Matera, intervento Cestari (ItalAfrica): “Lavoriamo perché si riavvi, su basi nuove, la cooperazione tra Paesi ricchi e Africa, a partire dagli aiuti sanitari per estendersi ai progetti e programmi di sviluppo”. Di seguito la nota integrale.
”Siamo tra i primi ad auspicare che la dichiarazione di Matera, come sostiene il Ministro degli Esteri Italiano Luigi Di Maio, diventi una pietra miliare nella lotta alla fame nel mondo, oltre che il contributo, forse più rilevante, del G20 al Food System Summit delle Nazioni Unite. Il primo banco di prova ravvicinato per passare, dai nobili principi contenuti nella dichiarazione, ai fatti, sarà la prossima conferenza dal titolo “Incontri con l’Africa” promossa a Roma per il 7 e 8 ottobre”. E’ quanto afferma il presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Cestari.
“Certamente il summit di Matera – continua – rafforza la convinzione dei leader dei Paesi del G20 che gli Stati del Continente Africano rappresentano interlocutori fondamentali per fronteggiare le sfide comuni dell’epoca moderna in una prospettiva di partenariato paritario. Finalmente i Paesi più potenti del Mondo aprono gli occhi sull’Africa e in particolare sull’emergenza pandemica che nel continente africano è fortemente segnata dall’assenza di vaccini, a riprova del gap che riguarda le condizioni di salute di tutti i popoli , per allargare lo sguardo all’emergenza economica e sociale. Noi di ItalAfrica – sottolinea Cestari – lavoriamo perché si riavvi, su basi nuove, la cooperazione tra Europa e Africa, a partire dagli aiuti sanitari per estendersi ai progetti e programmi di sviluppo. Oggi più che mai l’Africa insieme ai vaccini anti Covid 19 ha bisogno di altri “vaccini” contro la crisi economia, vaccini che si chiamano solidarietà e cooperazione. Di qui il nostro Progetto “Sud Polo Magnetico”, finalizzato al rafforzamento della cooperazione economico-sociale tra Italia e Africa, che individua nel Mezzogiorno l’hub naturale per sviluppare l’interazione commerciale e produttiva tra Europa e continente Africano.
Abbiamo deciso di intervenire – ha proseguito il numero uno della Camera di commercio ItalAfrica – guardando al sud del mondo affinché si mettano sul tavolo risorse economiche, competenze e sinergie senza limitarci agli aiuti alimentari, senza dubbio importanti. E’ necessario farsi trovare pronti in vista delle riaperture delle frontiere per creare nuove opportunità di sviluppo e investimento per le aziende italiane in grado di creare valore sull’altra sponda del Mediterraneo in particolare nei settori della mobilità aerea, la siderurgia, l’energia, il turismo con reciproci vantaggi.
Per questo – continua Cestari – accanto all’obiettivo di vaccinare entro quest’anno in Africa il 40% della popolazione, noi poniamo quello di rilanciare le attività produttive, lo scambio commerciale, i programmi che coinvolgono l’imprenditoria italiana ed europea. La riapertura delle frontiere attraverso la ripresa dei voli internazionali ed intercontinentali, condizione fondamentale per tornare a connettere Europa ed Africa e quindi un passaggio necessario per riprendere la cooperazione con i Paesi degli altri continenti, deve coincidere con la riaccensione dei motori delle attività di cooperazione programmate, a partire dall’impegno Ue degli anni passati di investire in Africa 100 miliardi per aggiornarne gli effetti sul piano economico e sociale a seguito della pandemia. Il nostro obiettivo è quello di orientare una cospicua fetta dei 100 miliardi per la cooperazione rafforzata tra Unione Europea e Africa verso i rapporti tra il Mezzogiorno d’Italia e i paesi dell’Africa centrale.
Condividiamo le valutazioni del Ministro Di Maio: l’Africa ha “un enorme potenziale di crescita costituito da immense risorse umane e materiali”, e raccogliamo l’invito ad agire insieme per liberare l’enorme potenziale del continente africano, perché il miglioramento nelle condizioni di vita delle popolazioni avrà conseguenze immediate e positive su entrambe le rive del Mediterraneo affrontando le sfide del contrasto al cambiamento climatico, dello sviluppo sostenibile e del commercio internazionale”.