Gal Start 2020: Da borgo fantasma a fiore all’occhiello della Basilicata. Irsina rinasce grazie ai turisti stranieri. Di seguito la scheda di promozione territoriale e la fotogallery.
Vantaggi fiscali, costo della vita contenuto… e magari condizioni climatico-paesaggistiche che non hanno nulla da invidiare al Portogallo
È questo il mix che, negli ultimi anni, spinge sempre più pensionati nostrani a mollare tutto e iniziare una nuova vita all’estero. Tra le mete preferite, Romania, Bulgaria,
Portogallo e Tenerife. Che succede però se sono anziani turisti stranieri a trasferirsi qui, magari scegliendo una piccola e raccolta realtà meridionale? Per rispondere basta osservare quanto sta accadendo a Irsina, borgo lucano situato sulla collina materana.
Il paese sta rinascendo, assaporando una seconda giovinezza all’insegna dello scambio reciproco di stimoli, culturali, umani e linguistici. Le sue risorse lo rendono appetibile, e, al tempo stesso, gli stanno permettendo di evolversi, cambiare, e sfuggire alla morte silenziosa cui, come molti piccoli centri italiani, sembrava destinato.
Girare oggi per il centro storico di Irsina è come reimmergersi nel passato, una città che ha mantenuto inalterato il proprio fascino e splendore. Un centro incantevole che non smette mai di sorprendere, con i suoi capolavori d’arte, il territorio mai monotono, caratterizzato da verdi colline e rilievi montuosi ricchi di boschi, paesaggi colorati di rara bellezza, chiese e architetture che rievocano un passato glorioso.
Negli ultimi cinquant’anni il comune lucano ha visto diminuire considerevolmente il numero di abitanti, passando dai circa 12mila dei primi Sessanta ai 5.000 attuali. All’origine del fenomeno ci sono i flussi migratori che hanno caratterizzato il Sud Italia nel secondo dopoguerra.
In tempi relativamente recenti Irsina è stato interessato da un’inversione di tendenza. Si è infatti innescato un flusso di turismo internazionale caratterizzato dall’acquisto di immobili nel centro storico, e dalla costituzione di nuove realtà culturali.
Sandy e Keith, giovanile coppia scozzese-statunitense, sono stati i primi a trasferirsi nel centro materano. “Guarda qui – dice lei raggiante spalancando le braccia sulla terrazza di casa – a Londra non c’è una vista del genere”.
“Gli stranieri che scelgono Irsina si impegnano a ristrutturare gli immobili seguendo le tecniche antiche e rispettando strutture e materiali. Grazie a loro il comune sta diventando una gemma dell’Italia meridionale”. Così il sindaco Nicola Massimo Morea.
Qui una casa rurale indipendente con garage costa 90mila euro; il prezzo al metro quadro è di 300 euro; a oggi gli stranieri hanno investito in ristrutturazioni circa tre – quattro milioni di euro, e speso, in media, all’anno, 300 – 400mila euro.
Gli stranieri che scelgono Irsina non sono, necessariamente, pensionati. Alcuni di loro, ad esempio, sono professionisti, talvolta artisti, e riescono a lavorare comodamente da casa usufruendo della connessione tramite fibra e del wi-fi libero disponibile in tutto il centro storico. Peraltro, l’aeroporto di Bari dista circa un’ora.
I fattori all’origine del ripopolamento sono molteplici: il paesaggio in primis, visto che gran parte del territorio comunale è vincolato. Molto importanti, peraltro, sono l’atmosfera conviviale, il cibo e l’arte”. A fare il punto è Nicola Massimo Morea, sindaco della cittadina.
Maggiori informazioni https://www.formica-argentina.it/news/da-borgo-fantasma-a-fiore-all-occhiello-irsina-rinasce-grazie-ai-turisti-stranieri/
Un po’ di storia
Il borgo di Irsina, al confine tra Basilicata e Puglia, ha origini risalenti all’età greco-romana e questo la rende uno dei borghi più antichi della Lucania. Anticamente, Irsina si chiamava Montepeloso che pare derivi dal greco plusos, che vuol dire terra fertile e ricca, A partire dal 6 febbraio 1895, il nome del paese venne modificato in pilosum dai latini, mentre il nome attuale sembra derivare dal latino Irtium.
Fu assediata ed invasa nell’895 dai Saraceni, che nel 988 la distrussero; fu ricostruita dal Principe Giovanni II di Salerno e fu contesa tra i Bizantini ed i Normanni. Il territorio di Irsina è al centro della battaglia di Montepeloso, combattuta il 3 settembre 1041, a breve distanza dalle rive del fiume Bradano.
Irsina, si chiamava Montepeloso fino al 1895 ed è anche famosa per la Madonna lignea di Sant’Eufemia attribuita da alcuni a Mantegna. Il comune lucano affonda le sue radici nell’antichità: fu importante sia per i Greci che per i Romani, e rappresentò a lungo una terra di passaggio. Durante il Medioevo venne fortificato, e in seguito se lo contesero le famiglie italiane più ricche. Altro monumento importante è la Cattedrale di Santa Maria Assunta che costituisce un’opera d’arte rinascimentale particolarmente interessante, come pure da visitare sono: la Chiesa del Convento di San Francesco e il Museo Civico Janora, che ospita la collezione dello storico e archeologo irsinese Michele Janora.
Dal punto di vista paesaggistico, invece, si segnala il bosco Verrutoli e il percorso delle fontane. L’agricoltura gioca un ruolo fondamentale: le coltivazioni maggiormente diffuse sono quella dei cereali e della vite. Una fetta significativa di persone sono invece occupate nell’artigianato e nella zootecnia.
Informazioni https://www.formica-argentina.it/news/da-borgo-fantasma-a-fiore-all-occhiello-irsina-rinasce-grazie-ai-turisti-stranieri/
Curiosità: il gioco della torre umana
Il gioco della torre umana è praticato in Spagna, a Castell, nella regione della Catalogna, sin dal XVII secolo. Da lì si è diffuso nell’Italia del centro-sud durante la dominazione spagnola. La sua più antica testimonianza nel nostro paese è a Scalea (Cosenza) dove in un quadro della Madonna della Pietà è raffigurato un ballo tra torri di uomini. Anche in Lucania il sogno del superamento dei limiti si è tradotto in questo rito, in particolare a Irsina, Melfi e Brindisi di Montagna. In questi paesi la torre era composta da sei persone.
Il Comune di Irsina conta una popolazione pari a 5.726 abitanti ed è posto ad una altitudine di 548 metri. Irsina deriverebbe dal greco xersos che significa luogo asciutto, spoglio, abbandonato. Più probabilmente è un calco toponomastico del latino hirsutus ”ispido, peloso”.
L’origine dell’insediamento, a giudicare dai numerosi ritrovamenti di monete, medaglie, vasi, cimeli, e persino tombe, risalenti al periodo greco, è senz’altro antichissima. Secondo Stradone,Hirsus e Montepeloso, facevano parte della divisione tribale dei chones, popolazione Enotria stanziata nei pressi del fiume Bradano. Probabilmente in epoca medioevale, costrette a difendersi dalle scorribande dei saraceni, degli ungari e dei normanni, le popolazioni abbandonarono la valle per arroccarsi sul colle di Metaponto. Le prime notizie storiche risalgono all’895 d. C.,anno in cui Montepeloso, soggetta al principato longobardo di Salerno, venne invasa dalle truppe saracene che intendevano assaltare Benevento.
Nuovamente assediata dai saraceni nel 1004,passò sotto il dominio bizantino alla morte del principe di Salerno. Riconquistata dai bizantini, Montepeloso divenne la roccaforte dei Catalani Fino .
Nel 1132 in seguito all’elezione di Ruggero II la città venne occupata dalle truppe di Tancredi di Conversano, conte di Brindisi. Nel 1268 il feudo venne assegnato all’angioino Pietro do Beaumont, fino a quando nel 1821 il feudo passò a donna Giovanni Sforza. Notevole è la cattedrale intitolata alla Beata Vergine maria Assunta, con impianto a tre navata risalente alla fine del XVIII secolo.
Di grande interesse anche la chiesa di san Francesco che, secondo la tradizione locale sarebbe stata in origine un castello federiciano. Nella chiesa del Purgatorio è conservata una bellissima tela raffigurante Le Nozze DI Gana del 1600. Nel museo Canora è esposta una vasta collezione di vasi arcaici, manufatti preistorici, monete e costumi femminili. Irsina è una cittadina con un ricco patrimonio artistico-culturale e dalla storia antichissima. Infatti nel cuore del paese si è soliti scorgere i segni delle varie epoche storiche che ne hanno influenzato lo sviluppo. Nella molteplicità dei segni del tempo, è ancora possibile trovare il contadino intento a creare cestelli di pregiatissima fattura artigianale, percepire l’odore del pane appena sfornato; rivivere le sensazioni di un mondo altrove scomparso. Il pregio di Irsina è proprio questo, una modernità non esasperata e attenta a custodire gelosamente quello che rimane dell’antica civiltà contadina. Nell’intento di attuare una politica conservatrice di tradizioni e di valorizzare le ricchezze insite nel luogo,
l’Amministrazione Comunale, ha partecipato alle diverse iniziative, per la dovuta presa in considerazione degli interessi e delle esigenze del Comune inteso sia come territorio e quindi unione di risorse ed emergenze naturali, artistiche ed economiche sia come insieme di cittadini ovvero persone fisiche e persone giuridiche e quindi soggetti con interessi ed emergenze di Tipo sociale e/o imprenditoriale ed economico. Il Comune, anche in qualità di socio del GAL START 2020, già Gal Bradanica “Progetto Leader II”, sta tentando di attuare politiche di recupero e di valorizzazione di alcune strutture come il Borgo Tacconi ed altri piccoli borghi rurali appartenenti della ex riforma agraria anche se le cose vanno molto a rilento a causa di problemi burocratici. Il Comune, con la partecipazione al nuovo progetto si propone di voler riuscire nell’intento di valorizzare ulteriori risorse e ricchezze del luogo. TELEFONO +39 0835 628711 MAIL comune.irsina@pec.comune.irsina.mt.it
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LA GASTRONOMIA TIPICA
Dai primi piatti ai dolci: in tavola i sapori di una volta
I prodotti della cucina irsinese sono piatti che si legano alla tradizione contadina. Sono piatti poveri che cambiano in base alle stagioni e che hanno come ingredienti principali i frutti della terra: grano, uova, vino cotto e verdure.
Da secoli il pane è utilizzato per la preparazione di piatti semplici: “a ciaudedd”, pane raffermo bagnato e condito con olio d’oliva, origano e pomodorini, e “u pen cutt”, ovvero del pane rafermo, cotto con l’aggiunta di rape fresche
Tra i primi da non dimenticare: cavatelli con fagioli e finocchietti selvatici, il timballo e il purè di fave e cicoria; tra i secondi: il famoso “callaridd”, che ha come ingredienti principali agnello adulto e verdure, patate alla vignarola, l’agnello con patate al forno, peperoni “cruschi”, arrosto con pomodori e cipolla, baccalà con pomodorini e i “‘diavolicchi e pummdour(e)”, peperoni lunghi e sottili tagliati e cotti insieme a pomodori rossi freschi.
Tra i dolci della tradizione irsinese, preparati soprattutto per i matrimoni come augurio per gli sposi, ricordiamo: “i ciamm’llen”, grosse ciambelle di uova e farina glassate; “i mastaccer”, dolcetti che hanno come ingredienti farina, uova, acqua e zucchero, con glassa sulla parte superiore; “i pzzitt” paste dolci di vino cotto di fichi, farina e uova, glassati.
La farina è l’ingrediente principale dei tradizionali prodotti sia dolci che salati. Tra i piatti salati ricordiamo “i cangedd”, taralli a pasta salata realizzati con strutto, lievito, sale, semi di finocchio selvatico.
A Carnevale è usanza preparare la “capuzzella d’agnello” cotta al forno. A San Giuseppe, il 19 marzo, è tradizione mangiare “i paniddozz”, pagnottelle di grano tenero benedette in chiesa. La domenica delle Palme si prepara “a lag’n’ pu mir cutt”, pasta condita con vino cotto di fichi e mollica fritta, a Pasqua si degustano “u mscuttl”, pane di grano tenero intrecciato che accompagna l’agnello con piselli e uova, e “i lambascion” del purgatorio, con salsiccia stagionata e pecorino. La notte tra il 15 e il 16 agosto, durante la veglia ai Sand’Rocc, tra balli e canti, si preparano “i pettl”, ciambelle di pasta fritta. Il piatto tipico del 13 dicembre (Santa Lucia) è “a cuccèj’”, dessert a base di chicchi di grano lessi e conditi con vino cotto di fichi o d’uva.
La vigilia di Natale si preparano focacce con frittelle di lardo di suino, “i pettl”, “i crostl” (gnocchi di pasta dura non lievitata arrotondati con le punta delle dita fritti o cotti al forno) e “i casatedd” (lasagne arrotolate a girella, fritte o cotte al forno guarnite con vino cotto o zucchero a velo).
I PRODOTTI SLOW TRIP
IRSINA: LIVE IT TO BELIEVE IT
L’offerta prevede un viaggio lento nel territorio irsinese mediante un approccio nuovo e di partecipazione dell’intera comunità alla scoperta delle colline, della valle degli orti del bosco verrutoli dei bottini di contrada fontana la peschiera ed altre località tipiche, per andare alla riscoperta del patrimonio storico e dell’artigianato locale non trascurando il patrimonio enogastronomico ed antropologico dell’antica Montepeloso, oggi Irsina.
Prenotazioni: tutto l’anno: all year round/For info and reservation: CTG PLUSOS Irsina; cell.+39 3200608999; durata 3 giorni; duration 3 days; Info e prenotazioni.
IRSINA, UN CARNET DI VOJAGE TRA COLORI STORIA E SAPORI
Una piccola cooperativa di persone che è attiva da oltre 15 anni ha trasformato un ex convento francescano in un centro culturale polifunzionale per l’intera comunità in un luogo di accoglienza turistica ed info point turistico. Ad ogni ospite sarà consegnto un kit di pennelli, matite , blonotes etc per scoprire Irsina ed i suoi tesori artistici e naturalistici e sarà dato spazio alla creatività ed alla contemplazione personale dei luoghi.
Prenotazioni tutto l’anno in basa alla stagionalità dei sapori/reservation all the year round depending on the seasonal production; durata 4 giorni e 3 notti/duration 4 days and 3 nights