Il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, e il segretario generale della Cisl FP, Giuseppe Bollettino, commentano il piano di assunzioni pubbliche annunciate dal presidente della giunta regionale Vito Bardi.
“Il piano di assunzioni annunciato dal presidente della Regione Basilicata è un primo passo per affrontare il tema della modernizzazione della macchina amministrativa lucana; un atto che nasce però con una visione ancora troppo ristretta in quanto dettato dalla palese necessità di sostituire i numerosi pensionamenti di questi anni, di ridurre l’elevatissima età media del personale, ma sopratutto dalla consapevolezza che molte attività, anche di grande responsabilità, sono state svolte da lavoratori precari che, non avendo lo status di pubblico dipendente, esponeva l’intero sistema burocratico regionale a significative responsabilità sul piano della legittimità degli atti.
La Regione Basilicata arriva buon ultima nello sfruttare, parzialmente, le opportunità offerte dalla riforma Madia, cercando di recuperare un tempo che ha determinato il radicamento di un fenomeno che ha contagiato l’intero sistema della pubblica amministrazione lucana, a cui hanno fatto ricorso ogni ente e Comune della Basilicata, segnando anche le scelte di una intera generazione di – una volta – giovani lucani (l’età media dei precari della PA lucana ormai supera abbondantemente i 40 anni) che spesso hanno orientato le proprie scelte di vita sperando, in molti casi per più di 15-18 anni, una stabilizzazione del proprio contratto di Co.Co.Co, per poi, non essere prorogati o confermati o, magari troppo tardi, essere costretti a fare scelte di lavoro diverse, finanche ad emigrare portando via un patrimonio di esperienze e competenze.
Questo provvedimento, che ci auguriamo non sia l’ultimo, sceglie di affrontare il tema della modernizzazione delle attività pubbliche regionali con un provvedimento che al momento affronta unicamente le esigenze della burocrazia dell’ente Regione dimenticando che le carenze che hanno determinato la crisi di autorevolezza, di efficienza, di programmazione e di innovazione si annida nell’intero sistema pubblico della Basilicata. Questo provvedimento fa una scelta ancora parziale perché rinuncia all’azione di sistema e non affronta il tema dell’ammodernamento e del rafforzamento del ruolo con una visione di insieme in cui è l’intera PA – fatta di enti e Comuni – che deve essere coinvolta varando un piano, da tanto sollecitato dal sindacato lucano, in cui la Regione si assume la regia della ammodernamento di tutta l’attività pubblica svolta sul territorio dagli enti di ogni ordine e grado, attraverso anche un piano generale di risanamento del precariato (diffusissimo sopratutto nei Comuni) e assunzionale.
Per la Cisl la Regione deve giocare un ruolo chiave per definire il progetto della Basilicata del futuro, ovvero di una Regione che fa delle sue dimensioni, dei suoi numeri (che oggi la condannerebbero), una risorsa per la sperimentazione di nuovi assetti istituzionali e funzionali. Allo stesso tempo va evitata la visione centralista che impedisce il dialogo con le forze sociali e produttive di questa terra, rinunciando al ruolo di impulso proprio di questi attori, e che elude l’attività di monitoraggio e di controllo sociale che solo i corpi intermedi di una società sono in grado di svolgere.
Occorre, infine, riprendere il piano di rafforzamento amministrativo finanziato dal PO FESR 2014-2020, da condividere con le parti economiche e sociali, che riguarda l’intero tema della capacità istituzionale e amministrativa e l’efficienza della programmazione regionale dell’ente Regione e di tutti gli enti locali, chiamati a svolgere attività di pianificazione, organizzazione e valutazione della qualità dei servizi in ogni ambito, un altro indicatore, quest’ultimo, del crescente divario tra Nord e Sud del paese.