Gennarino Macchia, Segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata: “Attuare subito la misura”. Di seguito la nota integrale.
In attesa dell’avvio della seconda fase del programma Garanzia Giovani, è utile riflettere sui risultati conseguiti nella prima fase della misura, anche per apportare i necessari correttivi a una misura di rilevante importanza per aumentare il livello di partecipazione al mercato del lavoro dei cosiddetti Neet. Il consuntivo della prima fase ci consegna una situazione incoraggiante. In Basilicata sono stati infatti ben 18.864 i giovani che si sono registrati al programma e il 90,7 per cento di questi è stato inserito in un percorso formativo o di inserimento al lavoro. La misura risultata di maggior successo è stata quella relativa ai tirocini formativi con 5.348 percorsi attivati e 1.634 (30,55%) trasformazioni in contratti di lavoro. È utile ricordare che la prima fase disponeva di una dotazione finanziaria complessiva di oltre 17 milioni di euro.
Con la delibera n. 370 del 19 giugno 2019 la Regione Basilicata ha approvato il Piano di Attuazione Regionale – PON Iniziativa Occupazione Giovani (seconda fase) e, grazie al rifinanziamento della Youth Guarantee da parte della Commissione europea, si è avviata la seconda fase del programma Garanzia Giovani. Il Piano prevede risorse per 11,5 milioni di euro suddivisi in diverse misure. La Regione Basilicata ha scelto anche in questa fase di puntare sul tirocinio formativo come principale strumento per l’inserimento lavorativo dei giovani. La misura prevede un’indennità di 500 euro così ripartita: 300 euro a carico del PON IOG e 200 euro a carico dei soggetti ospitanti. Si è scelto, inoltre, di destinare delle risorse al sostegno dell’apprendistato per l’ottenimento della qualifica e del diploma al fine di ridurre la dispersione scolastica dei più giovani, mentre l’apprendistato di alta formazione e ricerca sarà impiegato quale strumento per l’ulteriore specializzazione delle professionalità.
Il Piano prevede anche una nuova misura, quella dell’assunzione e formazione, che dovrebbe consentire ad un giovane assunto con contratto di lavoro di colmare eventuali gap formativi. Ulteriori risorse saranno destinate alle misure già presenti nella prima programmazione come il servizio civile nazionale, l’orientamento specialistico, l’accompagnamento al lavoro e il sostegno all’autoimpiego. La Regione ha anche scelto di sperimentare la creazione di reti territoriali per l’attivazione di contratti di apprendistato di 1°, 2° e 3° livello.
Un Piano dunque che sulla carta presenta elementi interessanti ma che – come molti altri piani della Regione – deve fare i conti con la lentezza della macchina amministrativa. È oggettivamente preoccupante che una misura così importante per i Neet lucani – ovvero quei soggetti che non lavorano, non studiano e non sono coinvolti in percorsi di formazione – deliberata nel giugno dello scorso anno, ad oggi non veda ancora l’emanazione dei relativi avvisi pubblici di attuazione, senza i quali i piani restano lettera morta, col risultato che le poche opportunità messe in campo per poter offrire una speranza di futuro ai nostri giovani vengono vanificate da ritardi inspiegabili. Il lavoro, soprattutto giovanile, è un’emergenza sociale che va affrontata senza tentennamenti. I ritardi accumulati in questi anni non posso essere una scusante per i nuovi amministratori, altrimenti il tanto sbandierato cambiamento rischia di rivelarsi semplice argomento retorico, buono per vincere le elezioni ma non per governare i fenomeni.
La misura presenta luci e ombre ed è migliorabile in molti punti, ma in un quadro così desolante anche ciò che è imperfetto diventa indispensabile. Per la Cisl la fase due di Garanzia Giovani deve caratterizzarsi per la capacità di coinvolgere i soggetti più marginali che popolano le periferie sociali del nostro territorio. Un programma concepito con l’obiettivo di includere le fasce marginali dei giovani misura infatti la propria efficacia proprio dalla capacità di raggiungere in modo granulare la platea dei nostri Neet, un universo che si rivela sempre più articolato e con bisogni estremamente complessi e differenziati. In questo senso, appare indispensabile un puntuale monitoraggio della misura affinché si possano tarare in corso d’opera le diverse azioni in modo da renderle più efficaci. Il nostro auspicio è che sulla verifica delle politiche pubbliche l’attuale governo regionale voglia intraprendere una strada diversa dai governi che lo hanno preceduto valorizzando al massimo il rapporto con le parti sociali.