Giancarlo Vainieri e Michelina Zampino in rappresentanza del Centro Studi Sociali e del Lavoro Basilicata tracciano un bilancio del programma “”Garanzia Giovani”. Di seguito la nota integrale.
Troppo semplice e relativamente inutile definire Garanzia Giovani un “flop” o una “catastrofe”. Sicuramente sono presenti evidenti inefficienze e incapacità della tecnostruttura nazionale e locale per usare bene questo strumento. Il programma Garanzia Giovani da solo non è stato in grado di garantire un lavoro a tutti i disoccupati nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni, anche per le somme irrisore messe a disposizione, ma ha rappresentare un formidabile “test” per verificare la capacità del territorio e delle istituzioni di realizzare uno strumento così ambizioso.
Tra mille difficoltà, qualche decina di migliaia di giovani si sono messi in moto e sono entrati in contatto con chi può fornire loro informazioni utili per orientarsi bene nel mercato del lavoro, impensabile che un’azione così modesta “economicamente” potesse in qualche modo risolvere il problema della disoccupazione giovanile.
Il metro di valutazione non dovrebbe essere un presunto risultato ideale “alla scandinava”, ma va esaminatose e quali progressi sono stati fatti rispetto al punto di partenza, con enormi differenze territoriali (nord e sud Italia) ma con evidente carenza nella nostra Basilicata. In realtà, “il programma è un concentrato di risposte alla crisi”. Il primo passo è stato fatto. Un riformismo paziente richiede di ripartire dai successi e di trarre lezioni dagli errori.
L’innovazione rispetto al passato è anche il costante monitoraggio che ci permette di fare un’ analisi alla conclusione di un primo ciclo, con un report GG Basilicata a marzo 2016.
Gli iscritti RESIDENTI in Basilicata, a marzo 2016 sono 19.829 di cui 9.961 sono maschi e 9868 femmine pertanto la partecipazione maschile e femminile è pressoché uguale.
Lo schema riassuntivo delle iscrizioni lucane al programma Garanzia Giovani è il seguente:
• 1.155 con età compresa tra 15-18
• 10.377 con età compresa tra 19-24
• 8.297 con età compresa tra 25-29
La componente maggiormente iscritta al programma è quella di età compresa tra i 19 e i 24 anni di età; pochissimi i ragazzi tra i 15 e i 18 anni questo perché in Basilicata l’indice di dispersione scolastica è molto basso ed in quella fascia di età i ragazzi sono impegnati nel percorso scolastico.
In totale la Regione Basilicata è stata interessata da 21.924 iscrizioni (al momento dell’iscrizione era opzionale scegliere oltre alla regione di residenza anche un’ulteriore Regione) di cui 11.440 maschi e 10.484 femmine.
Oltre agli iscritti RESIDENTI (19.829) hanno scelto la nostra Regione 2.095 ragazzi residenti in altre regioni.
Tra i quali i più rappresentativi sono stati:
• 1.269 dalla Puglia;
• 751 dalla Campania;
• 667 dalla Calabria.
I ragazzi lucani che, oltre ad aderire al programma regionale GG, hanno manifestato intenzione di iscriversi anche al programma di altre regioni sono 4.067. Le regioni maggiormente scelte sono state:
• Lombardia 502 (262 maschi e 240 femmine);
• Emilia Romagna 652 (317 maschi e 335 femmine);
• Toscana 466 (219 maschi e 247 femmine);
• Lazio 685 (maschi 305 e 380 femmine);
• Puglia 554 (251 maschi e 303 femmine);
Per ciascun giovane viene determinato il livello di distanza dal mercato del lavoro, ovvero viene assegnato un coefficiente di svantaggio: un indice che rappresenta la lontananza dal mercato del lavoro,in rapporto alle caratteristiche individuali( età, genere, percorso formativo, ecc)ed alle caratteristiche del territorio di residenza ( profilo del sistema produttivo locale, tasso di disoccupazione, ecc).
In Basilicata sono stati presi in carico e profilati ( è stato a loro assegnato l’indice di svantaggio)12.697 giovani (sul totale 21.924 iscritti nella nostra regione).
La profilazione dei 12.697 giovani presi in carico da parte dei Centri per l’impiego è così definita:
• 476 giovani con profilazione BASSA;
• 79 giovani con profilazione MEDIO –BASSA;
• 3.259 giovani con profilazione MEDIO-ALTA;
• 8.883 giovani con profilazione ALTA.
Se si tiene conto del coefficiente di svantaggio dei ragazzi profilati in Regione Basilicata, è evidente che il 69.96% dei giovani ha una profilazione alta (4):un grande numero di giovani in Basilicata è lontanissimo dal mercato del lavoro e si presenta con profili di competenze non adeguabili al mercato, per motivi legati al titolo di studio ma anche, per condizioni formative non aggiornate successivamente al diploma.
In sostanza il 95% circa dei giovani profilati nei CPI lucani sono di difficile collocazione nel mercato.
Le profilazioni effettuate dalle altre regioni rappresentano una compagine certamente più omogenea e regolare, effettuate con un criterio ben stabilito nel definire il fabbisogno del ragazzo e il successivo intervento sotto forma di misura del programma GG.
Cosa significa tutto questo? E’ veramente così?Rappresentiamo insieme solo alla Sicilia la maglia nera nell’intero territorio nazionale, oppure c’è stata una leggerezza nella fase, forse, più importante della presa in carico del giovane?
Le parti economiche e sociali hanno più volte evidenziato sia a livello ministeriale e con efficacia nei tavoli Partenariali Regionali, la necessità di una riqualificazione e potenziamento del personale dei centri per l’impiego, ma anche la necessita di un modello di accreditamento dei privati analogo o almeno simile in tutto il territorio nazionale, oltre che una rapida sperimentazione di nuove politiche formative. In Italia e nella Regione, la formazione è sempre stata la regina delle politiche del lavoro. Purtroppo, le analisi realizzate mostrano come spesso gli enti siano stati più impegnati a riempire le classi che a rispondere alle esigenze di competenze delle imprese sul territorio.
E’ giusto tuttavia sostenere che nella Regione si è prodotto uno sforzo notevole per la definizione di un sistema pubblico/privato che gestisse l’operatività delle azioni di GG.
L’avviso Multimisura della Regione Basilicata in attuazione del Programma GG, ha permesso di sperimentare,in via transitoria, la gestione di politiche attive con un modello misto pubblico privato attraverso le ATS (associazioni temporanee di scopo) che svolgono una serie di azioni anche in concorrenza con il pubblico per la buona riuscita del programma.
La profilazione del giovane resta a cura e carico del pubblico;il giovane sceglie da quale ATS farsi seguire nella definizione di un piano individuale di azione che può contenere diverse misure a sostegno della persona (orientamento- formazione-accompagnamento al lavoro-tirocinio-autoimpiego e auto imprenditorialità).Il privato e le Ats potrebbero anche operare in affiancamento ai Centri per l’Impiego Pubblici, supportandone le attività per le quali si riscontri una carenza particolare da parte del soggetto pubblico,anche oltre l’esperienza di YG.Aspetti che andrebbero meglio definiti e chiariti nel disegno di legge regionale sull’Agenzia del Lavoro.
Purtroppo nei PO attuativi non sono stati definiti “i risultati da ottenere” nei mesi successivi all’avvio con l’eventualità di possibili sanzioni, il che ha prodotto l’assoluta de-responsabilizzazione dell’attuazione del programmarendendo meno complessa ed adatta alla realtà la fase della programmazione.
Sulla base della situazione appena descritta nel territorio lucano rapportato all’intero territorio nazionale, è prioritario ridefinire l’attuale gestione delle politiche attive del lavoro e dei servizi pubblici per l’impiego.
Il risultato non svalutabile dell’esperienza Garanzia Giovani, ha consentito di mettere in luce gravi difetti organizzativi e managerarli delle strutture pubbliche preposte ai servizi nel mercato del lavoro,che vanno rapidamente risolti.
Giancarlo Vainieri, Michelina Zampino – Centro Studi Sociali e del Lavoro Basilicata.
Segue scheda
Le proposte concrete del Centro Studi Sociali e del Lavoro Basilicata (Uil)
1) Ad oggi il ruolo di coordinatore, come abbiamo visto, nel nostro Paese è scoperto. Auspicio è quello che la tanta attesa Agenzia LAB regionale, abbia una struttura agile, partecipata oltreché dai rappresentanti istituzionali anche dagli attori (pubblici e privati) del mercato del lavoro e del placement, dalle organizzazioni giovanili, dal terzo settore,del sindacato e da centri di ricerca indipendenti cui venga attribuito il compito di progettare, monitorare e valutare i percorsi e gli esiti;
2) A seguito della riforma dei servizi per il lavoro, è necessario valorizzare l’apporto degli operatori privati e delle parti sociali nella governance e nell’operatività del sistema. Garanzia Giovani è stata un’opportunità per sperimentare misure innovative di accompagnamento al lavoro di orientamento. L’irruzione delle ATS ha dimostrato che qualcosa di buono si può fare anche grazie alla collaborazione tra parti sociali, datoriali, il terzo settore. E’ necessario che un ulteriore passo vada fatto, definendo priorità di azione e semplificando al massimo le procedure.
3) Occorre rendere strutturale l’esperienza degli Youth Corner, garantendo ai giovani iscritti un servizio (la presa in carico dei giovani iscritti al programma viene effettuata da operatori specificamente dedicati che seguono dall’inizio l’attivazione e il follow up). Questa priorità deve essere portata a regime. La UIL ha partecipato all’esperienza ATS con la rete territoriale del patronato e l’esperienze e le professionalità del Centro studi per assicurare un’informazione una formazione anche territoriale a tutti gli interessati al programma.
4) Le risorse messe a disposizione dovrebbero essere utilizzate in modo funzionale rispetto agli obiettivi, prevedendo investimenti sulle strutture di placement e sugli strumenti maggiormente adeguati al fine di agevolare le transizioni occupazionali (orientamento, accompagnamento al lavoro, apprendistato). Anche per incentivare maggiormente le competenze dei giovani soprattutto nelle aree dove si concentrano i fabbisogni occupazionali presenti e futuri. Serve selezionare gli incentivi e finanziare non tanto le tipologie contrattuali ma la formazione realizzata attraverso le esperienze lavorative.
5) È necessario intervenire sul portale nazionale Garanzia Giovani rendendolo uno strumento di intermediazione. In particolare: gli annunci nel portale siano caricati in maniera organica e con la possibilità̀ di filtrare le occasioni secondo le caratteristiche del giovane utente e alle sue aspettative di crescita personale e professionale.
6) Occorre rafforzare ed approfondire i protocolli d’intesa con le associazioni partener: gli obiettivi di garanzia giovani si raggiungono in modo efficace ed efficiente quando c’è il coinvolgimento del mondo imprenditoriale, sindacale e più in generale associativo. La rete degli accordi deve infittirsi ,con l’apporto regionale ed anche con l’Anpal ed i ministeri competenti per rendere sempre più forte gli strumenti per raggiungere gli obiettivi nelle azioni in materia di tirocini, apprendistato e in alcuni casi orientamento, autoimprenditorialità e formazione in generale.