A “provarci” alla guida di una ditta individuale in Italia sono soprattutto i giovanissimi che vivono al Sud, dove la quota di imprese individuali con titolare under 25 risulta più elevata. Le nuove imprese under25 iscritte nel 2015 sono concentrate principalmente in Lombardia, con 3.281 nascite, e in Campania (2.875). Tra le altre regioni, si registrano variazioni positive in Toscana, dove le nuove iscritte under 25 tra 2014 e 2015 sono 1.627 (10,0%) in Basilicata(178, pari all’ 8,5% in più),in Valle d’Aosta (+74,3%, con 61 nuove imprese) e in Calabria (1.084, pari a un +1%).
Sono dati – commenta Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno – che confermano come l’artigianato sta riacquisendo nel pensiero contemporaneo una nuova centralità, lo affermano recenti pubblicazioni e saggi, ma lo sostengono soprattutto le migliaia di imprese artigiane che compongono il tessuto economico italiano. Il ruolo dell’imprenditore, il prestigio del “fare impresa”, la reputazione dell’azienda che si afferma nel mercato sono leve per sensibilizzare i giovani alla “cultura del rischio” e incoraggiarli a mettersi in proprio. Comunicare alle giovani generazioni il loro “saper fare con arte” rappresenta perciò una delle grandi sfide nella quale sono impegnati gli imprenditori artigiani di oggi.
Per tornare ai dati più significativi del Sud in Campania i titolari under 25 di ditte individuali sono 7.418 (25,1 per mille), in Calabria 2.810 (23,9 per mille), in Puglia 4.342 (18,2 per mille), in Basilicata 550 (14,2 per mille). Quali sono i settori dove è più facile imbattersi in un imprenditore under 25? Innanzitutto i servizi, con 22,2 titolar di impresa individuale con meno di 25 anni ogni mille. La quota giovane sale al 35,1 nei servizi di alloggio e ristorazione e al 37,8 nei servizi di supporto alle imprese, tra cui agenzie viaggio e noleggio. Seguono informazione e comunicazione dove si contano 29 under25 ogni mille imprese individuali, poi le attività artistiche sportive e di intrattenimento (26,9).
“Chi si ferma è perduto”, recita un vecchio adagio e i nostri giovani imprenditori – continua Gentile – non vogliono fermarsi, ma cavalcare la rivoluzione industriale del nostro secolo, quella del digitale. L’innovazione è l’elemento centrale per la competitività. Le imprese, anche le piccole, non competono più sull’abbassamento dei costi, ma sulla qualità e l’innovazione. Oggi abbiamo un mercato enorme, globale, che ci dà grandi opportunità, perché possiamo contemporaneamente vendere vicino casa ma anche a migliaia di chilometri di distanza, dobbiamo far interagire bene questi mondi, quello del sapere e quello dell’impresa, in modo di creare la giusta sinergia per mantenere la leadership competitiva italiana in tutto il mondo. Perciò l’artigiano moderno deve essere qualcuno che intraprende, come dice la parola stessa. Per farlo, però, insegue valori e non esclusivamente il profitto. Nei valori ci sono tante cose, quello che secondo me è più tipico dell’artigiano italiano è il gusto del bello. Come Confartigianato – conclude – stiamo da tempo sperimentando un nuovo modo di promuovere l’auto-imprenditorialità, un contributo innovativo offerto dalle PMI per “formare gli imprenditori di domani”. Nasce così il progetto ‘Confartigianato Academy‘ promosso dalla Confederazione per potenziare e dare concretezza al ‘valore artigiano’. L’iniziativa è realizzata insieme con SDA Bocconi, School of Management dell’Università Bocconi di Milano e punta, da un lato, ad offrire visibilità alla qualità espressa dalle imprese, dall’altro a massimizzare le competenze gestionali e manageriali degli imprenditori associati per consentire loro di affrontare al meglio le sfide della globalizzazione dei mercati e della rivoluzione digitale.
Apr 12