Nel Sud ci sono 574.150 edifici residenziali, costruiti prima del 1981, in mediocre e pessimo stato di conservazione, a cui aggiungere circa 60mila edifici realizzati dal 1981 al 2011 che si trovano nelle stesse condizioni. Lo stato di conservazione è inversamente correlato con l’età degli edifici per cui un terzo degli edifici costruiti prima del 1981 sono in scadente stato di conservazione – mediocre o pessimo – mentre la quota si riduce al 5-6% per gli edifici costruiti tra 1981 e 2011. Focalizzando l’attenzione sugli edifici più vecchi si osservano a livello regionale quote differenti dello stato di conservazione degli edifici residenziali e le regioni del Mezzogiorno sono quelle con le condizioni peggiori: in Sicilia e in Calabria è in questa condizione un terzo (rispettivamente il 32,7% ed il 32,6%) degli edifici, seguono Basilicata, Campania e Molise con quote superiori ad un quarto (rispettivamente con il 28,3%, il 27,7% ed il 25,3%), seguite dalla Sardegna con il 23,7% e dalla Puglia con il 21,2%. Sono dati dell’Ufficio Studi Confartigianato che – commenta Rosa Gentile, vice presidente nazionale con delega al Mezzogiorno – rafforzano l’esigenza di investire di più nell’edilizia abitativa. In dettaglio gli edifici che necessitano di interventi sono 55.500 in Abruzzo, 32.500 in Basilicata, 150.000 in Calabria, 170.000 in Campania, 22.000 in Molise e 145.000 in Puglia. Per questo quando indichiamo l’edilizia residenziale tra i driver dello sviluppo del Sud – continua Gentile – intendiamo raggiungere un doppio risultato: case sicure per migliorare la qualità della vita dei cittadini e rilancio dell’attività delle piccole imprese artigiane. Il disegno di Legge di stabilità all’esame del Parlamento in queste settimane che prevede la proroga al 31 dicembre 2016 delle detrazioni Irpef per interventi di riqualificazione energetica e per le ristrutturazioni degli edifici, a cui si aggiunge l’incentivo fiscale per l’acquisto di mobili, è un primo passo. Dal Masterplan Sud e dai Patti delle singole Regioni del Sud ci aspettiamo quello successivo: le risorse adeguate a rilanciare l’edilizia residenziale e a finanziare un programma di recupero di quella in stato scadente di conservazione.
L’intervento di politica fiscale interessa direttamente l’attività di 594.828 micro e piccole imprese fino a 20 addetti dell’edilizia, installazione di impianti e fabbricazione dei mobili, che danno lavoro complessivamente a 1.343.467 addetti; a questi si aggiunge l’indotto manifatturiero i cui operano altre 85.526 imprese e 320.959 addetti (19,3% dell’intera filiera).
La filiera dei settori delle Costruzioni e dell’indotto manifatturiero complessivamente conta 680.354 imprese e 1.664.426 addetti: ogni 4 addetti dei settori direttamente interessati dagli incentivi si conta 1 addetto dell’indotto manifatturiero. Il Sud – aggiunge Gentile – sta anche diventando un ‘laboratorio’ di nuove piccole imprese in settori trainanti: manifatturiero, alimentare, energie rinnovabili, Ict, turismo, smart city, trasporti, edilizia. In questi settori, l’artigianato nel Mezzogiorno conta 348.633 aziende, il 25,1% del totale delle imprese artigiane.
In parallelo gli edifici residenziali hanno assunto un ruolo chiave nel risparmio energetico: in Italia il comparto Residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia, seguito dai Trasporti su strada (27,7%), dall’Industria (22,7%), dai Servizi (13,4%), dagli Altri trasporti (ferrovia, aereo e nave con il 4,9%) e Agricoltura e altro (2,5%). La quota del Residenziale in Italia è di 2 punti maggiore della media Ue a 28 e nel decennio 2003-2013 è salita di 6,4 punti.
Nov 21