L’emendamento alla Legge di Stabilità che estende, in via sperimentale per un anno, il voucher baby sitting alle imprenditrici e alle lavoratrici autonome è un passo avanti per riconoscere alle donne il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari tenuto conto che il welfare italiano non aiuta le donne che lavorano a far nascere e crescere i figli. E’ il commento di Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, evidenziando che la spesa pubblica per la famiglia, pari a 16,5 miliardi, è appena l’1% del Pil, a fronte degli interventi per gli anziani che, tra pensioni e spesa per la salute, corrispondono al 20% del Pil. In pratica, per 1 euro speso a favore della famiglia se ne dedicano 20 agli over 65. I dati emergono dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato. In termini di spesa pro capite, che per questa specifica area di utenza è riferita a ciascun componente di famiglie con almeno un minore (il numero di componenti è calcolato sulla base dell’ultimo censimento della popolazione), il valore medio in Italia è di 113 euro. Più che doppio della media nazionale è il livello registrato in Emilia-Romagna con 237 euro, segue il Trentino Alto Adige con 198 euro, la Valle d’Aosta con 194 euro e la Liguria con 187 euro. I valori più bassi si osservano in Basilicata con 54 euro pro capite, in Molise con 48 euro, in Campania con 42 euro e in Calabria con 20 euro che – commenta Gentile – confermano il divario Nord-Sud anche in questo campo. Siamo pertanto interessati – aggiunge – ai progetti e alle idee che proverranno dal IV Forum “Innova Salute” promosso a Matera da Sanità Futura per il 18 e 19 prossimi soprattutto in tema di social care e social service, di tutela della salute della famiglia e della donna, condividendo la valutazione che le pmi del comparto sanità, socio-assistenza hanno un ruolo importante da svolgere soprattutto al Sud e a Matera in vista dell’evento 2019”.
Secondo lo studio di Confartigianato, inoltre, per le donne tra 25 e 44 anni senza figli il tasso di attività lavorativa è dell’82,1%, ma scende al 63% per le donne della stessa età con figli, con un gap di oltre il 19%. Segno che lo Stato non offre quei servizi che consentono alle madri di conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Infatti, il 42,7% delle madri occupate segnala di avere difficoltà a coniugare l’attività professionale con gli impegni familiari. E per la cura dei figli si affidano soprattutto a reti di aiuto informale con il 51,4% dei bambini con meno di 2 anni accudito dai nonni, mentre il 37,8% frequenta un asilo nido. La baby sitter viene scelta come modalità di affido prevalente soltanto dal 4,2% delle madri lavoratrici.
Tra le altre richieste di Confartigianato, l’istituzione di un voucher per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa, un credito d’imposta per investimenti in progetti di conciliazione lavoro-famiglia e in attività d’impresa nei settori legati al welfare familiare, sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani, maggiore flessibilità degli orari degli uffici pubblici.
Dic 16