Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata e Fismic Confsal): “Un paese ha due velocità non è sostenibile, ancora, per molto tempo. L’economia del mezzogiorno è fondamentale per il sistema paese e bisogna intervenire subito per abbattere le disuguaglianze e colmare il gap infrastrutturale. Anche la nostra regione, purtroppo, presenta grandi criticità, a partire da occupazione, spopolamento, digital divide, Pubblica Amministrazione e il divario, crescente, nei diritti di cittadinanza.
I poveri lucani aumentano e la fotografia della Caritas rispecchia il mondo reale, quello che, il sindacato vive e vede tutti giorni.
Secondo l’Istat, in Basilicata 1 abitante su 5 risulta in povertà.
Sono diventati poveri, anche, i lavoratori che, pur avendo un reddito, non riescono ad affrontare tutte le spese del mese.
Stiamo vivendo un periodo di forte incertezza, dettato dal futuro dell’Automotive.
Tra gli “ultimi” ci sono i lavoratori dell’indotto e della logistica che vivono, ormai, in una sorta di precariato pur lavorando.
Nel comparto Automotive bisogna scongiurare il rischio bomba sociale che potrebbe esplodere da qui a due anni massimo.
Questo è un tema caro alla Confsal che è stato portato all’attenzione sia in occasione del rendiconto sociale Inps sia all’incontro con il vescovo di qualche giorno fa.
Lo spopolamento impoverisce un territorio, i giovani vanno via e rimetterli al centro dell’agenda politica è prioritario. Rischiamo, nel breve periodo, di passare da area più giovane del Paese a quella più vecchia e meno popolata.
Negli ultimi 25 anni abbiamo infatti assistito ad una massiccia emigrazione dei lavoratori, soprattutto giovani (-1,6 milioni), verso zone con più possibilità occupazionali, tra questi ci sono circa 40 mila lucani. Da qui il progressivo e inesorabile calo del Pil prodotto dal Sud, che ha aumentato ulteriormente il gap economico con le altre aree italiane.
Interessante è il lavoro svolto dall’Associazione “Libera Università delle Donne” con il laboratorio Snalab del dipartimento studi politici e sociali dell’Università di Salerno. Si tratta di un’indagine rivolta a coloro che si sono trasferiti dalla Basilicata per motivi di lavoro o per altre ragioni dall’inizio degli anni duemila e che attualmente risiedono in un’altra regione italiana o all’estero.
Secondo L’Aire (Anagrafe Italiana Residenti all’Estero) ci sono circa 141 mila i lucani iscritti a gennaio 2023, tra i giovani il 26% è laureato, un aumento di oltre 1700 unità rispetto l’anno precedente.
Come detto alla presentazione del rendiconto sociale regionale dell’Inps se non si interviene, celermente, su occupazione e spopolamento la Basilicata diventerà sempre più povera, con il rischio di arrivare al 2035 con meno di 500 mila abitanti e un numero di pensionati nettamente superiore rispetto agli occupati”.