Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata): “La transizione cattiva e la cattiva politica condannano l’automotive”. Di seguito la nota integrale.
“il problema dell’Europa è che, purtroppo, le idee, assolutamente giuste, si scontrano con la programmazione.
Se l’obiettivo è realmente la rivoluzione green dobbiamo garantire l’occupazione.
Siamo in netto ritardo e ad oggi il motore elettrico non è alla portata della stragrande maggioranza dei lavoratori, troppo oneroso e limitante per le lunghe percorrenze.
È la prima volta nella storia dell’umanità che il progresso tecnologico ci riporta indietro, allunga le distanze invece di accorciarle.
Il voto di mercoledì 8 giugno, del Parlamento europeo sullo stop alla vendita di nuove auto benzina e diesel dal 2035 ha confermato la frettolosità dettata dall’ideologia.
Ritengo scontato che paesi Europei che non producono auto siano fortemente convinti dell’uscita totale del motore termico, il problema è il nostro. Il comparto auto in Italia occupa circa 166 mila lavoratori e la metà sono dipendenti Stellantis (0,7% dei lavoratori Automotive in Europa).
Abbiamo già perso troppo, in termini occupazionali, con la politica di aprire in altri paesi nuovi stabilimenti (vedi la Polonia).
La transizione è molto più complessa di quello che sembra, come ha ben spiegato il ministro Cingolani, <interseca giustizia sociale ed emergenza ambientale>.
La speranza, come sostenuto più volte è quella che il diesel di ultima generazione (che inquina meno di un motore ibrido, gpl, metano o benzina) possa accompagnare la transizione e darci il tempo di limitare il più possibile i danni.