I contratti della filiera cerealicola e la giusta e più equa ridistribuzione tra gli attori sono gli elementi fondamentali per superare le grandi difficoltà che si registrano per il grano lucano e pugliese. E’ il commento di Leonardo Moscaritolo responsabile nazionale del GIE (Gruppo Interesse Economico) cerealicolo oltre che dirigente regionale della Cia alle proposte presentate in occasione dell’evento internazionale DurumDays che per la prima volta ha visto riunita tutta la filiera di grano e pasta per avviare un percorso di dialogo e condivisione di strategie.
Per le superfici investite e le produzioni ottenute la cerealicoltura lucana – afferma Moscaritolo – continua a rappresentare un comparto strategico per il settore primario, nonostante sia stata duramente colpita negli ultimi anni da una considerevole crisi produttiva legata agli andamenti negativi registrati a livello nazionale e comunitario. Vale per tutti un dato: nel corso degli ultimi 10 anni si è verificata una diminuzione di produzione-coltivazione del 23,8%, alla quale si è associato un calo del numero di aziende del 42,6% (prevalentemente microimprese a conduzione familiare).Il settore cerealicolo lucano si incentra quasi esclusivamente sulla produzione di frumento duro, rispetto al quale sia il numero di aziende sia la SAU ha subìto nel corso dell’ultimo decennio un calo, rispettivamente, del 41,8% e del 32,3%, valori decisamente superiori al trend nazionale.
In Basilicata, come del resto in tutta Italia – aggiunge – il buon risultato della filiera cerealicola è strettamente legato al settore della seconda trasformazione, i cui prodotti godono di un buon collocamento sia sul mercato regionale che nazionale, soprattutto nelle fasce medio-alte dei consumatori, registrando buone performance anche nelle esportazioni. È fitta la rete di panifici, pasticcerie, biscottifici e pastifici attivi sul territorio regionale, la maggior parte di piccole dimensioni che si affiancano a poche realtà più strutturate. Per questo – dice il dirigente della Cia – occorre sedersi attorno ad un tavolo per scrivere le regole insieme e rivedere alcuni parametri(vedi le proteine). E’ inutile fare la guerra tra mondo agricolo e industriali non serve solo contestare ma fare proposte. Bene a mio parere aver messo insieme attorno ad un tavolo(pastai, mugnai e commercianti) con il mondo agricolo Agrinsieme che rappresenta oltre il 50% del mondo agricolo, ma bisogno fare presto perché il nuovo raccolto è alle porte, e siccome le produzioni non saranno quelle record dello scorso anno,il mercato non può e non deve rimanere cosi’ depresso altrimenti insieme al fallimento delle aziende agricoleassisteremo al fallimento di uno dei nostri prodotti di eccellenza che trasformato(la pasta) rappresenta nel mondo un punto fermo del made in italy e della dieta mediterranea.
Il Presidente della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino pone l’accento sui contratti di filiera, che “sono tanto più efficaci quando i vantaggi che ne derivano sono distribuiti equamente lungo la filiera che, tradotto per le imprese, vuol dire margini adeguati. Dove lo strumento non è sfruttato a pieno, significa che il valore aggiunto che nasce dal loro utilizzo non è distribuito equamente tra tutti i soggetti”.