In più occasioni, dopo la sigla dell’accordo sul riordino dei giochi, si è anticipato che questo accordo era solo l’inizio di un percorso molto più lungo e delineato per cercare di rendere il mondo del gioco d’azzardo un “posto” ove vige solo legalità, forza di volontà, innovazione e non certamente malaffare, sfruttamento delle persone più sensibili e truffe studiate ed organizzate ai danni dello Stato. Soffermarsi su questo concetto e, quindi, sul rapporto tra gioco e legalità, significa rafforzare le barriere all’ingresso del sistema pubblico dei giochi: e questo per evitarne l’accesso alla criminalità organizzata ed a coloro che si prestano a questi “affari”.
I requisiti che oggi sono previsti, anche per i migliori siti di casino online, per la partecipazione a gare od a procedure ad evidenza pubblica in materia di giochi e scommesse presentano lacune profonde al pari dei requisiti per il rilascio ed il mantenimento di concessioni di giochi pubblici. Lo standard di moralità deve essere omogeneo per tutti gli attori della filiera, “da monte a valle” e quindi che si tratti di concessionari delle reti online di raccolta del gioco, oppure di gestori di apparecchi o di terzi incaricati, di produttori o di importatori di apparecchiature da intrattenimento.
Nello stesso modo dovrà essere prestata massima attenzione ad uniformare la disciplina della tempistica delle gare delle concessioni di gioco, troppo spesso bandite proprio quando sono in scadenza le concessioni e bisognerebbe anche trarre esperienza da questi bandi che andranno ad eseguirsi solo ora -e forse- dopo, quindi, la sottoscrizione dell’accordo. Tante imprese sono “rimaste ferme al palo” per quest’ultimo slittamento che si trascina da un po’ e che ha creato parecchi danni a coloro che erano in attesa di potervi partecipare.
Oltretutto, per il futuro, sarebbe anche opportuno definire che anche gli operatori di società con sedi all’estero abbiano l’obbligo di concessione ancorato alla tutela di interessi di ordine pubblico e questo è un profilo di grande rilevanza. Ed anche bisogna ricordare che la Commissione Antimafia si è focalizzata sulla necessità che si proceda ad una revisione del quadro sanzionatorio penale in quanto troppo “lieve”. La misura delle pene attualmente previste per i reati relativi ai giochi non consentono di attivare le intercettazioni telefoniche e telematiche che sono indispensabili per accertare le particolari modalità con cui si realizza l’infiltrazione criminale: oggi, le organizzazioni malavitose sono sempre più caratterizzate dall’uso di strumenti tecnologici ed operano in campo transnazionale.
Nel mondo delle società concessionarie si deve effettuare un intervento assai urgente teso a rendere sempre più responsabile il comportamento delle imprese cui è demandata la gestione dell’attività, certamente vero fulcro strategico del sistema del gioco lecito, rispetto a quello che accade “a valle” delle rispettive filiere. Deve essere considerata una responsabilità civile rispetto ai predisposti titolari dei punti gioco.
Come deve considerarsi un inasprimento delle sanzioni pecuniarie per l’operatore (a “valle”) direttamente responsabile delle violazioni. Si concretizzerebbe così una sorta di presunzione di corresponsabilità del concessionario salvo che lo stesso non dimostri di non aver fatto tutto il possibile per impedire e controllare la condotta del titolare del punto di gioco.