Andrea Giordano Segretario del Circolo PD di Avigliano: “La rimodulazione del trasporto pubblico locale aviglianese certifica l’abbandono della classe lavoratrice”. Di seguito la nota integrale.
Leggiamo da più parti e in più dichiarazioni della “vittoria” da parte dell’amministrazione comunale di Avigliano per aver estromesso pochi lavoratori dalla fruizione di un servizio, il trasporto pubblico verso il proprio luogo di lavoro, per riversare lo stesso servizio verso un’utenza giudicata “maggiore”.
Non può però essere considerata tale una decisione che mutila un servizio fondamentale e che dovrebbe anzi essere potenziato nel nostro comune, così da poter esser fruito da un gruppo più cospicuo di persone. Non può essere considerata come tale una decisione che riduce un servizio verso la più grossa azienda presente su questa parte di territorio. Non può essere considerata una vittoria la rimodulazione di un servizio che pur di accontentare una parte di territorio, ne abbandona completamente un’altra, oggi considerata meno importante soltanto perché numericamente più esigua. Non possono essere considerati “privilegiati” degli operai che decidono di utilizzare un
servizio pubblico che dovrebbe anzi essere reso meglio fruibile da tutta l’utenza dei lavoratori della Lucart. Tralasciando l’evidenza logica per la quale l’annullamento della corsa serale rende monco il servizio e causerà il minor utilizzo delle altre corse effettuate durante il giorno verso la stessa azienda.
Questa decisione non risulta essere al passo con i tempi e non tiene in debita considerazione il particolare momento storico che l’intera Europa, e quindi anche la nostra comunità sta vivendo, con aumenti incontrollati del costo di energia e carburanti, che fa il paio con un inquinamento sempre maggiore, causa degli sconvolgimenti climatici che ogni giorno viviamo.
In una condizione di questo tipo bene avrebbero fatto il Sindaco e l’Assessore competente a sedersi intorno ad un tavolo con i lavoratori, i sindacati e l’azienda per trovare la migliore soluzione che permettesse di tutelare tutti i lavoratori, nessuno escluso, provando a potenziare il servizio e renderlo più attrattivo per l’intera comunità operaia.
Non è giustificabile tale decisione con una semplice rimodulazione di un servizio a saldo invariato,
che chiama in causa più la matematica che le esigenze di un territorio. Non possiamo accettare il taglio di questo servizio, giustificato soltanto con la bassa numerosità dei suoi fruitori. È invece necessario che l’amministrazione tuteli tutte le parti interessate e trovi le giuste soluzioni per consolidare e aumentare l’utenza degli operai su tutte le corse, se necessario anche chiedendo un aumento delle risorse stanziate dalla regione, in linea con ciò che sta succedendo a livello nazionale ed internazionale, dove sono aumentati gli stanziamenti per i trasporti pubblici, prima per la pandemia da Covid-19, e poi per rispondere alle esigenze creatisi in seguito all’aumento dei prezzi ed ai
cambiamenti climatici di cui ogni giorno subiamo gli effetti.
Stiamo infatti parlando di pochi chilometri al giorno, e di un servizio che si sceglie volutamente di depotenziare, anziché coltivarlo rendendolo maggiormente solido.
Questo dovrebbe fare la politica, aumentare i servizi, ricercare soluzioni che permettano a tutti i cittadini di accedervi, supportando meglio la già dilaniata e sempre più esigua classe operaia che sorregge l’economia del nostro paese, senza contrapporre le sue esigenze a quella di altri, a maggior ragione in questo momento di crisi consegnatoci da questa particolare fase storica. Questo è ciò che non si è deciso di fare ad Avigliano.
Ago 31