“Siamo di nuovo qui a ribadire il nostro no alla violenza sulle donne. I simboli più usati per denunciare la violenza sulle donne e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema sono le scarpe rosse, ‘abbandonate’ in tante piazze per ricordare le centinaia di donne rapite, stuprate e uccise a Ciudad Juarez. La panchina rossa oggi viene utilizzata per dire no alla violenza, con particolare riferimento alla violenza domestica, ed è un elemento che ci ricorda che i maltrattamenti nei confronti delle donne avvengono sistematicamente anche nelle nostre comunità, nei luoghi che ci sono familiari, nei piccoli e grandi centri. L’Ugl donne in Basilicata vuole portare avanti una battaglia sindacale: ricordare, ogni giorno, le tante donne uccise dai compagni, mariti e altri”.
E’ quanto afferma il Segretario Regionale dell’Ugl Basilicata, Florence Costanzo presiedendo il Coordinamento Regionale Ugl Donne presso la sede URL lucana.
Per Costanzo, “ad oggi sono 16 le denunce presentate in Basilicata dalle donne vittime di violenza nel 2022, e di queste 13 per maltrattamenti, due per stalking e una per altri motivi ma, a parere Ugl non sarebbero dati reali poiché sono evidenti diminuiti i numeri delle denunce. Le donne hanno paura di non essere tutelate nel momento in cui fanno la denuncia, temono che il percorso sia lungo, pesante, doloroso, temono di essere di nuovo vittimizzate. Dietro ogni nome c’è una storia, una vita, una famiglia. La violenza sulle donne è una vera e propria violazione dei diritti civili; la violenza è tale in tutte le sue forme fisica, sessuale, psicologica, economica, di coercizione o riduzione della libertà, sia in contesto familiare che extrafamiliare, sia in forma di stalking e di revenge porn. Non è una questione di donne, ma di uomini – tuona forte e chiaro Costanzo -. Una parte di uomini ancora non ha digerito i passi avanti che hanno fatto le donne, soprattutto quando riescono a imporsi per le loro capacità, intelligenza, e a essere migliori del sesso maschile. Gli strumenti principali, utili a raggiungere questi obiettivi, sono sicuramente i seminari sul tema, ma un ruolo fondamentale e’ rappresentato dall’interconnessione tra gli attori locali; interconnessione che favorisce la mappatura ed il monitoraggio del fenomeno, affinché le tante vittime possano non sentirsi sole e trovare il coraggio di denunciare ciò che viene spesso ritenuto ‘normale’ o ‘non grave’, soprattutto in ambito familiare. Il percorso da affrontare è lungo e laborioso. Di fondamentale importanza – ha concluso Costanzo – è cambiare la cultura per fermare la violenza ed in questo percorso non bisogna dimenticare che spesso, come dice Johann Wolfgang von Goethe:”Chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza”.