Economia e ospitalità. Sono questi i temi al centro della seconda edizione della Giornata della Ristorazione per la Cultura della Ospitalità Italiana, l’appuntamento promosso per il 18 maggio da FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero della Cultura e del Ministero del Turismo.
Dopo il successo dello scorso anno, sono oltre 10.000 le attività, tra ristoranti, trattorie, osterie e pizzerie che hanno manifestato la loro adesione, insieme a 85 associazioni e quasi 1.000 ristoranti italiani all’estero. Sono livelli di adesione all’iniziativa che rispecchiano la diffusa necessità tra gli operatori del nostro Paese di un confronto aperto e costruttivo sui valori economici, sociali e culturali rappresentati dal settore. La giornata, infatti, ha l’obiettivo di ricordare che la ristorazione italiana, con 54 miliardi di valore aggiunto e 1,4 milioni di occupati, è strategica per le catene del valore, ma è anche uno snodo fondamentale di storia, tradizioni e identità territoriale con una ricchissima offerta che resiste, nonostante l’esplosione del “pluralismo alimentare”, per la sua forte capacità di coniugare il cibo con un identificativo stile di vita italiano.
La “fotografia” della Basilicata. I servizi di ristorazione in regione sono 2.837 con un calo di 153 esercizi (lo 0,9%) rispetto all’anno precedente, in maggioranza ditte individuali (-92 esercizi). Si conferma la caratteristica imprenditoriale di ditte a carattere familiare (il 59% del totale), rispetto alle società di capitale (22,7%) a quelle di persone (15,9%). I bar attivi in Basilicata sono 1.308 (meno 81 in un anno, meno 3%) anche in questo nella maggior parte ditte individuali (81 quelle che hanno chiuso). Crescono le imprese femminili e giovanili sia nella ristorazione che negli esercizi pubblici: le donne sono titolari del 24,5% dei ristoranti e del 30,5% dei bar; i giovani del 13,3% dei ristoranti e del 13,9% dei bar. Sono soprattutto le donne titolari di ristoranti a dimostrarsi le più creative per proposte di menù in molti casi senza stravolgere la tradizione della gastronomia tipica lucana.
Consumi. Nonostante l’inflazione e l’incertezza del contesto internazionale, i consumi alimentari fuori casa sono infatti rimasti tonici, con una tenuta dell’occupazione che è tornata abbondantemente al di sopra dei livelli pre-pandemici, recuperando significative quote di mercato rispetto al consumo domestico. Sostenibilità e innovazione sono i trend che caratterizzano il settore. Da un lato, circa 9 ristoranti e bar su 10 hanno adottato misure concrete per il controllo dei consumi energetici e il rispetto dell’ambiente. Dall’altro, oltre l’80% delle imprese ha introdotto uno o più strumenti digitali all’interno dei propri locali. e recuperando significative quote di mercato rispetto al consumo domestico.
La Giornata della Ristorazione – sottolinea Fipe-Confcommercio – è dedicata tanto alla tradizione alimentare del nostro Paese, quanto alle sfide che attendono il settore della Ristorazione, ampiamente sottolineate proprio dal Rapporto Ristorazione FIPE 2024, con i necessari cambiamenti dei modelli di business che ridefiniscono la sostenibilità economica delle imprese alle nuove esigenze dei consumatori, sempre più sensibili alle innovazioni digitali, ambientali e all’inclusione sociale.
“Per la Giornata della Ristorazione 2024 abbiamo voluto porre l’attenzione sul modello di economia che la ristorazione italiana propone e che vede il cibo come elemento di socialità, ospitalità, appartenenza e, allo stesso tempo, anche differenziazione dell’offerta, alimentando una filiera con trend in costante crescita sotto il profilo del numero di imprese, dell’indotto e dell’occupazione”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio. “La ristorazione italiana interpreta (e costantemente reinterpreta) il ‘mito’ della cucina, della convivialità e dello stile di vita proprio del nostro Paese, con un ruolo indiscutibile nello sviluppo, nella promozione e nella capacità di crescere dei territori e dell’Italia in generale”.
Tante le iniziative in programma anche fuori dai confini nazionali. Ad aderire sono l’Associazione Cuochi Italiani (presidente Enza Barbaro) e Palazzo Italia Bucarest (presidente Giovanni Baldantoni). L’Aci in occasione della Giornata di Solidarietà Amicizia Italo-tedesca presso la Missione Cattolica Italiana “Madonna di Loreto” (don Pierluigi Vignola, Cappellano Aci) ad Amburgo ha preparato la cena di gala. Il mangiare sano è soprattutto una scelta etica e sostenibile – c ha sottolineato don Pierluigi Vignola, Cappellano Aci. Scegliere la cucina più sana (euro-mediterranea) sostenendo la candidatura di quella italiana a Patrimonio Unesco; usare prodotti e produzioni autoctoni ed eco-sostenibili da valorizzare e promuovere; formare i “professionisti” della cucina a comportamenti etici; educare famiglie, bambini, studenti all’alimentazione sana, quale prima base di corretti stili di vita: sono i principi più significativi della “Carta di Palazzo Italia-Aci (Associazione Cuochi Italiani)”. I nostri messaggi – ricorda Baldantoni: la filiera dell’agroalimentare e quindi la sua promozione e commercializzazione nei Paesi Balcanici in cui operiamo (oltre Romania, in Bulgaria, Moldavia, Ungheria e nel nord della Germania) e la diffusione della cultura della cucina italiana ed euromediterranea, con le caratteristiche della dieta mediterranea”. Al centro gli obiettivi di valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche delle Regioni e dei territori italiani, anche a fini turistici; valorizzazione della Dieta Mediterranea quale modello di stile di vita equilibrato; tutela e valorizzazione dei prodotti a denominazione protetta e controllata, unitamente ad azioni di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding; azioni di promozione dei vini italiani per migliorarne il posizionamento sui mercati internazionali; attività di presentazione e internazionalizzazione dell’offerta formativa italiana del settore. Dietro un piatto e un prodotto c’è un territorio e un metodo di produzione” stile di vita che il nostro cibo sottende, sulla cultura della condivisione che ci rappresenta, “per un’Italia vista non solo come Paese del bello, ma anche come Paese del bello condiviso”.