Si è tenuta stamattina l’iniziativa ‘Impianti aperti’ nel termovalorizzatore Rendina Ambiente di San Nicola di Melfi che ha aperto le porte agli studenti del ‘Settore tecnologico’ (Costruzioni, Ambiente e Territorio) dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Gasparrini” di Melfi e dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Solimene” di Lavello.
Le visite organizzate in molti impianti italiani di trattamento dei rifiuti, promosse da Assoambiente nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Ambiente, hanno l’obiettivo di offrire un’informazione trasparente e completa sullo smaltimento degli stessi nel pieno rispetto di ambiente e territori, sconfiggendo i pregiudizi all’insegna di sostenibilità e conoscenza dell’economia circolare. Anche l’impianto di Melfi ha aderito all’iniziativa, dopo due anni di tour solo virtuali a causa dell’emergenza Covid-19, consentendo agli studenti di conoscere il processo industriale per la trasformazione in energia di rifiuti, altrimenti destinati alla discarica.
I ragazzi hanno visitato le due linee produttive, una per lo smaltimento dei rifiuti di origine urbana e assimilabile e l’altra destinata ai rifiuti di origine industriale (una delle sei presenti in Italia), oltre che i luoghi in cui avvengono le attività di monitoraggio e controllo a tutela dell’ambiente: dal controllo radiometrico dei rifiuti in ingresso per intercettare e respingere eventuali materiali radioattivi (che non vengono mai trattati dall’impianto) alla sala controllo in cui vengono rilevati in tempo reale, 24 ore al giorno, i livelli delle emissioni. Ha suscitato molto interesse nelle scolaresche il sistema di depurazione dei fumi e, soprattutto, il biomonitoraggio delle api, veri e propri ‘indicatori biologici naturali’; a rassicurare sulla qualità di aria, acqua, terreno e piante è proprio la loro vitale attività nelle arnie posizionate nell’area dell’impianto.
La visita è stata occasione anche per illustrare ai ragazzi le BAT (Best Available Technologies) utilizzate nell’esercizio del termovalorizzatore. È stato spiegato agli studenti, infine, l’importante ruolo che l’impianto ricopre nella chiusura del ciclo dei rifiuti: è pari al 90% circa la riduzione del volume dei rifiuti conferiti non riciclabili, mentre ammonta a oltre 20.000 megawattora all’anno la quantità di energia elettrica immessa in rete, pari al fabbisogno per due anni di una città di circa 13.000 abitanti, come la vicina Lavello.
L’impianto, che dall’inizio dell’emergenza Covid tratta gratuitamente i rifiuti urbani prodotti in Basilicata da contagiati da SarsCov2 in isolamento o da persone in quarantena obbligatoria, è operativo per 365 giorni all’anno grazie all’impegno di circa 70 dipendenti, tra diretti e indiretti, che lavorano su più turni.
Giu 06