In Italia crolla del 38 per cento della produzione di olio di oliva che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre, con effetti inevitabili sui prezzi. In Basilicata quest’anno si prevede una produzione pari a 4.489 tonnellate, il 45 per cento in meno rispetto ad un anno fa. Si tratta di dati Ismea/Unaprol illustrati dalla Coldiretti alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze in Toscana che ha visto anche una nutrita partecipazione di soci e dirigenti di Coldiretti Basilicata per difendere in una storica mobilitazione il prodotto piu’ rappresentativo della dieta mediterranea dalla concorrenza sleale, speculazioni, mancanza di trasparenza in etichetta, truffe ed inganni. “Siamo all’inizio della campagna olivicola – ha evidenziato il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – e le incertezze e le ansie non provengono dalla qualità o dalla quantità del buon olio italiano, ma dalle truffe e dalle speculazioni del settore che favoriscono la provenienza di olii extracomunitari spacciati per italiani”. Al ristorante sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (76%) che non rispettano l’obbligo del tappo antirabbocco entrato in vigore quasi 2 anni fa con la legge europea 2013 bis, approvata dal Parlamento e pubblicata sul supplemento n.83 della Gazzetta Ufficiale 261, che prevede anche sanzioni per chi non usa oliere con tappo antirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la confisca del prodotto. Secondo l’indagine on line condotta dal sito www.coldiretti.it nel 33 per cento dei casi sulla tavola al ristorante c’è un’oliera senza alcuna indicazione sul contenuto, nel 43 per cento delle volte una bottiglia di olio con etichetta, ma con tappo che permette il rabbocco e solo nel 24 per cento dei casi viene servita una bottiglia di olio con etichetta e tappo antirabbocco a norma di legge. “Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Basilicata, Francesco Manzari- in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta. Si tratta di una tutela per produttori, consumatori ed anche per i ristoratori rispetto dalla concorrenza sleale di chi spaccia come extravergine italiano un prodotto importato di bassa qualità. Una misura che tutela gli operatori che dal campo alla tavola puntano sul Made in Italy e sulla qualità dell’offerta alla propria clientela ma che aiuta anche l’economia nazionale in un difficile momento di crisi”. Nel 2015 sono stati effettuati dai Nas sequestri nel settore degli oli e grassi per 29,5 milioni di euro con 58 persone segnalate all’autorità giudiziaria e ben 345 segnalate all’autorità amministrativa, a fronte di 2691 controlli che hanno consentito di individuare ben 401 irregolarità. In altre parole il 15 per cento dei casi. Tra le frodi piu’ comuni – precisa la Coldiretti – ci sono la vendita di olio straniero come Made in Italy, ma diffuso è anche il confezionamento di olio di semi che viene adulterato e spacciato come extravergine, ma non mancano neppure gli inganni in etichetta con indicazioni false o ingannevoli che riguardano anche la ristorazione.
Set 29