Una prima risposta concreta al Rapporto Svimez che conferma che nel 2016 il tasso di emigrazione giovanile è cresciuto e che non accenna a rimarginare l’emorragia di cervelli viene dal manifesto per l’innovazione dei giovani imprenditori italiani lanciato dai Giovani imprenditori di Confcommercio.
Nella situazione attuale in cui il posto fisso diventa un miraggio, fare impresa – sottolinea la nota di Confcommercio Imprese Italia Potenza – è l’alternativa a scappare. Tra di noi – spiegano i giovani imprenditori – ci sarà anche la futura classe dirigente, quindi l’appello rivolto alla politica è di ascoltarci e sostenerci nel farci creare lavoro e sfruttare il capitale umano, che vede una nuova generazione di imprenditori laureati e specializzati. Noi siamo nati imprenditorialmente nel periodo della crisi, e questo può essere un vantaggio se sfruttato in maniera adeguata, perchè non conosciamo il mondo com’era prima e non ci facciamo trarre in inganno da retaggi culturali o economici, lasciandoci a facili frasi di circostanza come “ prima era tutto diverso”. Per noi la realtà è questa e se riusciamo a fare impresa in un momento così drammatico possiamo sicuramente emergere quando le cose andranno meglio.
Confcommercio prova a tracciare il profilo dell’imprenditore under 40. La fotografia è chiara: il giovane è molto spesso un imprenditore di prima generazione tramite nuova azienda 70%, mentre il 25% ha avuto il passaggio generazionale, è in preponderanza di sesso maschile. Opera molto spesso nell’ambito dei servizi ed ha innovato in sviluppo web e prodotti e sul modo di commercializzarli. Si informa tramite internet e le associazioni di categoria, è laureato e/o specializzato (61%, oltre il 90% considerando anche il diploma).
Un imprenditore quindi, formato, con un alto livello culturale e concentrato su marketing, vendita e innovazione. Dà un forte valore alla formazione. Le maggiori difficoltà riscontrate sono nella gestione del personale, la battaglia contro la burocrazia, problemi di sicurezza per le attività al dettaglio e di data per quelle di servizio, la necessità di avere una consulenza continua e specializzata. L’aspetto sul quale esige maggiormente di svilupparsi è quello della commercializzazione del prodotto, gestione del personale e della competitività sul mercato soprattutto locale.
Di qui il manifesto in dieci punti ai quali le imprese dovranno guardare per affrontare e non subire la trasformazione digitale. A lanciarlo è il presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio, Alessandro Micheli, al X Forum nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio. “Quello del manifesto – ha detto Micheli – è un passaggio fondamentale nell’ambito di questa attività di ricerca. Abbiamo voluto infatti fornire la nostra chiave di lettura di un fenomeno che sta mutando profondamente il contesto economico e sociale nel quale operiamo. Abbiamo la necessità di comprenderne le dinamiche e prendere posizione su temi centrali, come il lavoro, la gestione del credito, il welfare, gli assetti regolamentari. Le scelte che si fanno in questo momento sono decisive per la competitività del paese e come giovani ma soprattutto come imprenditori abbiamo il dovere di essere protagonisti di questo cambiamento”. Micheli ha invitato la politica “a fare la propria parte spingendo sugli investimenti per far crescere tutto il paese”, laddove anche Confcommercio, e i giovani in particolare, hanno fatto e fanno la loro parte continuando ad incontrare imprese per spingere sulla trasformazione digitale”.
Nov 09