Il primo Report sull’attuazione del Programma Garanzia Giovani al 5 giugno scorso, per quanto riguarda la Basilicata con 1.349 adesioni (1,8 per cento delle 74.394 adesioni totali), di cui 711 maschi e 638 femmine, e 1.715 “scelte” (527 sono adesioni “esterne” come previsto dal programma), richiama la Regione a dare puntuale e più spedita risposta ai cinque punti contenuti nel documento delle segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil. A sostenerlo sono i Giovani di Italia dei Valori riferendo che il Report è utile a comprendere il primo gradimento espresso dai giovani lucani decisamente ancora ridotto. Si scopre così che nella fascia d’età 25-29 anni le donne (380) sono più numerose degli uomini (354), che nella fascia d’età 15-18 le adesioni sono bassissime (25 ragazzi e 13 ragazze) mentre nella fascia 19-24 anni gli uomini (332) sono più numerosi delle donne (245).
Intanto – evidenziano i Giovani di IdV – per i servizi pubblici per l’impiego si tratta dell’ennesima occasione persa. La Youth Guarantee si tradurrà in un canale privilegiato per finanziare le agenzie private di lavoro interinale. Sarebbe valsa la pena di investire sul rilancio dei centri per l’impiego, che in Italia hanno sempre ottenuto un risultato al di sotto del minimo. In uno studio che mette a confronto i centri europei per l’impiego l’Isfol mette a confronto la Finlandia, dove il canale pubblico intermedia il 15,4%, e quello privato l’1,2%, e l’Italia, dove il canale pubblico intermedia il 3,1% e lo 0,6%. Una differenza abissale, per quanto riguarda l’intermediazione pubblica. Però la Finlandia, come molti Paesi del Nord Europa, impiega una quantità molto consistente di risorse per l’intermediazione pubblica, mentre l’Italia, che ha sempre speso poco, dal 2008 in poi ha ulteriormente tagliato sui centri per l’impiego. Del resto i giovani disoccupati li guardano con molta diffidenza e li frequentano poco: le statistiche ci ripetono con continuità che in Italia il lavoro non si trova né grazie all’intermediazione pubblica né grazie a quella privata ma, nella stragrande maggioranza dei casi, grazie all’intermediazione di “amici, parenti e conoscenti”. E quindi potenziare i centri per l’impiego potrebbe essere inutile. Per questa ragione – concludono i Giovani IdV – condividiamo la proposta di Cgil, Cisl, Uil di utilizzare il programma come occasione di riforma della legge 33/2003 e strumento per la valorizzazione del ruolo strategico dei centri per l’impiego attraverso il rafforzamento della presenza territoriale ed il potenziamento qualitativo e quantitativo del relativo personale.
Giu 07