Giovedì 1 marzo 2018 alle ore 18 nella sala conferenze dell’hotel Nazionale invia Nazionale 152 a Matera è in programma il convegno “Giù le mani dalla Basilicata” organizzato dall’associazione GranoSalus.
All’incontro, che affronterà temi politici, storici e legati all’agricoltura, partecipano il giornalista e scrittore Pino Aprile e il candidato all’uninominale per il M5S e presidente di GranoSalus, Saverio De Bonis.
Pino Aprile è autore di libri tradotti in più lingue come Elogio dell’errore, Elogio dell’imbecille e Terroni ed è stato vicedirettore di Oggi e direttore di Gente, ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli nell’inchiesta a puntate Viaggio nel sud e a Tv7, settimanale di approfondimento del TG1.
Grazie al successo del libro Terroni del 2010, un saggio giornalistico che descrive gli eventi che avrebbero penalizzato economicamente il meridione, dal Risorgimento ai giorni nostri, ha ricevuto premi e riconoscimenti in Italia e all’estero.
Nel 2016 Pino Aprile ha pubblicato Carnefici, un saggio storico che documenta, in maniera ancor più dettagliata di Terroni, le stragi che sono state commesse al Sud durante l’unificazione.
Il giornalista e scrittore, in varie interviste smentisce il luogo comune del “Sud che con gli sprechi ruba soldi al Nord”.
Pino Aprile spiega che l’unificazione dell’Italia fu una guerra non dichiarata ad un Sud più ricco (le prime fabbriche e le banche garantivano al Mezzogiorno il 67% della ricchezza totale del paese) e che lo Stato, oggi, a parità di popolazione, garantisce meno ammortizzatori sociali e meno investimenti rispetto al Nord. Il tutto si traduce in una disparità drammatica tra i servizi per i cittadini settentrionali e meridionali.
Altri esempi decisamente significativi riguardano l’olio d’oliva: l’attuale presidente della Lega del Veneto, Zaia, da ministro dell’Agricoltura riuscì a far sì che solo l’olio veneto potesse essere esportato all’estero, tagliando le gambe ai produttori delle altre regioni; analogo discorso per i vini tutelati, tutti del Nord. C’è stato poi un accordo con la Cina che prevede il commercio navale solo con i porti di Genova e Trieste, alla faccia di tutti i porti del Sud.