Si è svolto questa mattina al Giubileo Hotel di Potenza, alla presenza del segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa e della segretaria nazionale della Funzione Pubblica Cgil Concetta Basile, l’undicesimo congresso della FP Cgil di Potenza durante il quale è stata eletta nuova segretaria generale Fp Cgil Potenza Giuliana Scarano.
Scarano, già delegata Fp Cgil, funzionaria del Comune di Potenza in servizio presso l’Ufficio legale e componente della segreteria regionale Cgil Basilicata, subentra a Roberta Laurino.
Nel ringraziare la segretaria uscente, nella sua relazione programmatica Giuliana Scarano ha posto l’attenzione sui tre assi sui quali improntare l’azione futura: “Rivendicazione, merito e proposta – ha affermato Scarano – I nuovi contratti, avendo di fatto superato la legge Brunetta restituiscono ruolo alla contrattazione nei luoghi di lavoro fornendo strumenti e titolarità alla Rsu elette che possono essere protagoniste di una nuova stagione di conquiste: una grande opportunità per riaffermare il principio secondo cui i diritti dei lavoratori non sono subordinati alle compiacenza politiche e per affrontare al meglio questa nuova stagione contrattuale a cavallo tra il rilancio della contrattazione di secondo livello e la costruzione delle nuove piattaforme per i contratti del triennio 2019-2021, per i quali non escludiamo forme di mobilitazione.
Abbiamo bisogno di coesione competenza e presenza nei luoghi di lavoro dei nostri delegati. Per noi sarà determinante il ruolo della formazione non solo come momento di apprendimento e sviluppo delle competenze ma come luogo di scambio e confronto, rilanciando quel senso identitario attraverso il ruolo del tesseramento perché è dalla rappresentatività dei luoghi di lavoro che dipende la capacità e la forza di incidere della nostra organizzazione.
Sbloccata la dinamica salariale – ha continuato Scarano – bisogna aprire una nuova stagione concorsuale improntata al merito e alla trasparenza. Abbiamo bisogno soprattutto qui in Basilicata, come la recente cronaca giudiziaria ha dimostrato e come abbiamo reiteratamente denunciato, di una pubblica amministrazione basata sulla forza della competenza che renda liberi dal pressing e dalla commistione politica sempre più stringente nella netta separazione tra gestione e programmazione, a garanzia di terzietà dell’agire pubblico e a tutela del lavoro. Dunque selezioni trasparente improntate al merito e proposta di un riordino della governance territoriale e regionale e riorganizzazione interna dei grandi enti, più aderente alle funzioni svolte, per rafforzare quel perimetro pubblico all’interno del quale devono trovare spazio adeguato i bisogni dei cittadini”.
Sul settore sanitario ha precisato: “Resta centrale il rilancio della vertenza sanità avviata lo scorso anno con la Cgil regionale nella quale, oltre a denunciare le devianze presenti nel sistema di governo della sanità lucana, ci siamo fortemente spesi nella costruzione di una proposta di governance della rete ospedaliera e socio-sanitaria alternativa al modello delineato dalla legge regionale, che si sta manifestando in tutta la sua inadeguatezza sia rispetto ai bisogni di salute dei lucani che in termini di appropriatezza gestionale.
Ci aspetta infine una forte stagione rivendicativa nel terzo settore attraversato da cambi d’appalto e condizioni salariali a ribasso, dove però anche il sistema cooperativo faccia la sua parte non solo garantendo i servizi con i soldi pubblici ma investendo risorse proprie. Quanto all’igiene ambientale – ha concluso – grande attenzione porremo sulla costituzione di una cabina di regia permanente nella quale essere presenti svolgendo un ruolo attivo nell’azione di verifica e controllo degli appalti”.
“Il vero tema – ha detto Angelo Summa nel suo intervento – è la ridistribuzione della ricchezza attivando il welfare pubblico, senza il quale non c’è protezione sociale per nessuno. La nostra condizione economica e sociale dipende dalle scelte politiche. L’attuale governo evidenzia sempre più tratti autoritari regressivi. Sul reddito di cittadinanza si stabilisce addirittura come usare le risorse, limitando l’autonomia e la libertà dei destinatari, come se fosse una carità. La nostra idea di reddito di cittadinanza, invece, va in una direzione diversa, dovrebbe aiutare chi non ha occupazione nella transizione di una occupazione. Qui entrano in gioco i Centri per l’impiego, che vanno riorganizzati.
Sanità istruzione e lavoro sono alla base dello sviluppo della nostra regione dal cui governo ci aspettiamo una grade riforma tesa al confronto democratico contro ogni logica degli uomini soli al comando”.
Ha concluso Concetta Basile: “Attualmente 65mila lavoratori del pubblico impiego sono impegnati nel soccorso, nell’ accoglienza e nell’integrazione. Di questi 45mila solo nella cooperazione sociale e sono a rischio licenziamento, perché quando si fa legge come quella del Ministro degli Interni significa licenziamenti e qualcosa di più. Forte anche dalla Basilicata arrivi l’appello alla al sindaco di Riace, il cui modello di accoglienza rappresenta solidarietà vera e per il sud la possibilità di far rivivere i nostri piccoli centri che stanno morendo perché sviluppo nel Mezzogiorno non ce n’è e i giovani sono costretti a emigrare. Eppure nel Def non c’è una parola per l’industria 4.0, per il Mezzogiorno e per il lavoro. E se non sviluppi il Mezzogiorno significa alimentare il lavoro nero, la sottocultura e la rassegnazione di chi, uscito dal mercato del lavoro, continua a non cercarlo”.