Gli operatori balneari della Basilicata in una nota sollecitano la Regione Basilicata a prolungare il rilascio delle concessioni demaniali fino al 2033. Nel caso non venisse accolta la richiesta gli imprenditori minacciano di non aprire gli stabilimenti nell’imminente stagione estiva. Di seguito la nota integrale.
Gli operatori balneari della Basilicata chiudono le loro spiagge non per colpa dell’emergenza sanitaria ma della incapacità decisionale della politica Lucana che se pur paventa la vicinanza al comparto, riguardo l’estensione delle concessioni al 2033, in realtà non è in grado mettere la parola fine all’annosa questione che pone tutte le imprese balneari ed i loro dipendenti in una situazione di totale incertezza per il loro futuro. Alle porte della stagione balneare, oltre alle incertezze dettate dalla reimpostazione totale delle regole dell’accoglienza si aggiunge, colmando la misura e stabilendo contemporaneamente un punto di non ritorno, l’inconcludente incontro tenutosi in data 28/04 con la Regione nel quale i balneari si aspettavano percorsi costruttivi che portassero ad una conclusione ed invece c’è stato un nulla di fatto che vede il comparto all’unanimità richiedere le dimissioni dell’assessore Merra.
La ragione di questa richiesta che sarà formalizzata al presidente Bardi a breve giro di posta riguarda la disapplicazione della L. 145/2018 (commi da 682 a 684) che prevede l’estensione delle concessioni balneari al 2033 (concessioni che altrimenti sarebbero in scadenza al 31/12/2020).
Si fa presente che tutte le regioni italiane con coste hanno adempiuto con specifici provvedimenti a prescindere dal colore politico dei loro amministratori come ad esempio nella Regione Liguria, nella Regione Toscana, nella Regione Sicilia e nella Regione Puglia.
L’inerzia pare sostenuta dai funzionari dell’ufficio demanio marittimo della regione ai quali l’assessore Merra si piega passivamente, senza contrapporre alcuna sua posizione e della Giunta Regionale per intero.
La disapplicazione dell’estensione al 2033 oggi è ancora più grave stante l’emergenza covid-19 che dovrebbe prevedere forme di ristoro previste per altri settori e non per questo che nell’ambito del turismo rischia di essere quello maggiormente penalizzato.
Non c’è più tempo e con l’allentamento delle misure di lock-down a partire dal 4 maggio gli operatori (riunniti in un coordinamento al quale aderiscono tutti e rappresentano le varie sigle sindacali di riferimento: CNA, SIB, ASSOBALNEARI-CONFINDUSTRIA, FIBA, basebalneare-donnedamare, ecc.) sono pronti ad organizzare una manifestazione di protesta a via anzio ed a bloccare per l’intera stagione le loro attività.