E’ passato più di un anno dallo stanziamento dei fondi destinati al sostegno dei produttori di grano duro per compensare la crisi dei prezzi dei cereali. Gli agricoltori che hanno fatto domanda del contributo a livello nazionale nel 2017 non hanno ancora avuto notizie da Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e si sentono penalizzati dalla burocrazia e dalle inefficienze amministrative. A denunciarlo è Leonardo Moscaritolo, di Melfi, produttore di orzo e rappresentante dei produttori cerealicoli Cia-Agricltori, presidente nazionale del Gie-Cia (Gruppo di interesse economico) Cereali e produzioni industriali (riso, pomodoro da industria, bieticoltura, tabacco
Il contributo speciale è un de minimis che prevedeva un massimo di 100 euro per ettaro di grano duro coltivato. A disposizione delle aziende un aiuto non enorme ma comunque significativo perché nel corso degli anni i prezzi di mercato, ben al di sotto dei costi di produzione, hanno messo a dura prova i produttori di grano duro italiano.
Il sostegno straordinario era destinato ai produttori che si fossero impegnati ad aderire a un contratto triennale di filiera per favorire le strategie di aggregazione dell’offerta.
Anche a motivo di questo vincolo produttivo, il forte ritardo e la mancanza di un riscontro dagli enti interessati sembra ingiustificato. A rischio ci sono lo sviluppo e la crescita di un comparto strategico del Paese, alla base di un prodotto di eccellenza per il Made in Italy, la pasta.
“Il settore cerealicolo nazionale – afferma Moscaritolo – di primaria importanza economica e sociale è presente nel “made in Italy” più tipico dalla pasta al pane ai dolci e coinvolge oltre 600.000 aziende agricole che utilizzano oltre 4 milioni di ettari per produrre circa 20 milioni di tonnellate di prodotto. Secondo il Gie-Cia cerealicolo, i prezzi pagati ai nostri agricoltori non compensano affatto gli alti costi produttivi, contributivi e burocratici. Da qui l’esigenza di rendere più saldi e producenti i rapporti di filiera e di lavorare in maniera seria per cercare di raggiungere efficaci accordi interprofessionali che permettano di tutelare e valorizzare il made in Italy.” Tra le questioni da affrontare a breve rientrano quelle dell’aggiornamento del contratto di filiera cerealicola, la costituzione di un distretto specifico del Mezzogiorno, il rafforzamento dei rapporti tra le parti attraverso accordi interprofessionali, l’individuazione di una “cabina di regia” per i controlli sia nella fase di import che in quelle di trasformazione e commercializzazione.
Cia-Agricoltori Italiani fa un appello ad Agea perché il blocco dell’erogazione speciale del fondo speciale sia presto risolto, per non aggravare ulteriormente la crisi del settore ceralicolo.