Gravi criticità unità operativa pediatria e neonatologia ospedale di Melfi, denuncia Uil Fpl. Di seguito la nota integrale.
La Uil Fpl denuncia le gravi criticità relative all’ U.O. di Pediatria del Presidio di Melfi che ormai vanno avanti da tempo nonostante le ripetute sollecitazioni. E’ necessario intervenire per risolvere tali problematiche, dovute in gran parte ad una gestione organizzativa a dir poco rivedibile, che richiede interventi immediati ed urgenti, per evitare conseguenze ancora più gravi.
Il paziente pediatrico, seppur fragilissimo, ha i suoi diritti, esattamente come l’adulto; gli Infermieri che operano in ambito pediatrico hanno delle grosse responsabilità.
Si segnala una dequalificazione professionaledei sanitari; gli infermieri infatti si vedono depauperare il loro ruolo e la loro dignità professionale, a causa dell’assenza del personale di supporto, necessario per lo svolgimento di attività lavorative specifiche.Tutte le attività di reparto infatti si riversano totalmente sul professionista sanitaria che, già oberato di lavoro, è costretto a svolgere attività lavorative non di propria competenza.
Dalla semplice lettura di questi dati si evince la gravissima carenza di personale infermieristico e di supporto; pertanto, si chiede una rapida risoluzione della criticità.
Con questo numero di personale ridotto non si riescono neanche più a gestire i turni di lavoro; infatti gli infermieri che garantiscono una turnazione sui tre turni sono costretti a lavorare sempre soli in turno, non riuscendo a garantire, per le molteplici attività di reparto l’assistenza ai piccoli pazienti.
Una sola infermiera presente in turno deve garantire l’assistenza per quei 4-5 neonati presenti al nido e le neo mamme e, contestualmente, assistere e prendersi cura dei 4 bambini ricoverati nell’U.O. di Pediatria.
Inoltre, sempre la stessa infermiera deve garantire la sua presenza anche in ambulatorio, dove si svolgono di mattina le attività di screening metabolico, più i rientri dei neonati chiamati per controlli di vario tipo e di pomeriggio lo screening di otoemissioni acustiche; in più, ogni mercoledì della settimana si svolgono le ecografie alle anche dei neonati.
Comese non bastasse la stessa infermiera, in caso di parto, deve abbandonare l’U.O. e recarsi in sala operatoria se la neo mamma dovesse aver bisogno di parto cesareo, o in sala parto se l’intervento chirurgico non fosse necessario per dare la prima assistenza al neonato, senza che il suo spostamento venga tracciato formalmente.
Tutto questo è assurdo e anche pericoloso sia per il paziente pediatrico che viene abbandonato a se stesso perché l’infermiere tutto fare non è presente in quanto impegnato nello svolgimento di altre attività, ma anche per l’operatore stesso perché vive queste situazioni con l’angoscia e la paura che in sua assenza possa succedere qualcosa di spiacevole al paziente in reparto.
Si segnala,ancora cosa ancora più grave, che l’U.O. di Pediatria effettua circa 90 consulenze al mese e di queste più della metà sono OBI. In particolare, l’OBI pediatrica, in assenza di un PS Pediatrico, può essere espletata presso l’U.O. di Pediatria, qualora questa effettui attività di accettazione in emergenza-urgenza e dimissione autonoma.In questo caso le postazioni dedicate all’OBI dovranno essere riservate esclusivamente a questa funzione e differenziate dai posti-letto dedicati alla degenza ordinaria. Condizioni queste non garantitedall’ U.O. di Pediatria sia da un punto di vista organizzativo che da un punto di vista strutturale; pertanto non è possibile che i pazienti che accedono al P.S. vengono subito mandati in consulenza in reparto e se richiedono un’osservazione breve intensiva non rientrano al P.S per rimanere in osservazione come giusto che sia, ma restano in reparto per 24/48 ore e in alcuni casi addirittura anche per 72 ore, nonostante il paziente resti in carico formalmente in P.S., mascherando di fatto anche il grande lavoro svolto dal personale della pediatria.
L’OBI costituisce una modalità di gestione delle emergenze-urgenze per pazienti con problemi clinici acuti, caratterizzati da o un alto grado di criticità ma a basso rischio evolutivo, oppure a bassa criticità ma con potenziale rischio evolutivo.
Si tratta di situazioni aventi un’elevata probabilità di reversibilità con necessità di un iter diagnostico e terapeutico non differibile e/o non gestibile in altre U.O. diverse dal P.S..
L’assistenza presso l’OBI è ad alta intensità: assistenza medico/infermieristica avanzata, esecuzione di accertamenti diagnostici e continuo monitoraggio clinico. Il fine è definire nel minor tempo possibile una strategia terapeutica ed individuare il trattamento assistenziale più idoneo in un arco temporale di permanenza presso tale unità ben definito: da un minimo di 6 ore ad unmassimo di 30 ore.
La scrivente quindi si chiede come sia possibile che avvenga tutto questo; come si possono gestire con superficialità tali situazioni critiche senza personale e soprattuttosenza rispettare quelle che sono le linee guida emanate del Ministero della Salute,relative alla necessità di attivare funzioni di OBI nei Pronto Soccorso e nei DEA.
Alla luce di quanto esposto, chiediamo all’Assessoree alle Politica Regionale di intervenire nell’immediatoper eliminare queste criticità e consentire al Presidio Ospedaliero di Melfi di svolgere a pieno le sue funzioni come, nelle dichiarazioni pubbliche, si sostiene.
Al Direttore A.O.R. del San Carlo, infine, la UIL FPL chiede quali iniziative intende mettere in campo per evitare che il reparto di Pediatria di Melfi vada alla deriva,perché continuare ad erogare un pessimo servizio come quello che oggi purtroppo avviene non è eticamente corretto oltre ad essere molto pericoloso per la salute dei piccoli pazienti