Nel post-Covid è ora di riscoprire realmente le potenzialità dei borghi lucani. L’architetto Stefano Boeri, urbanista del Politecnico di Milano, ha indicato questa strada per il turismo lucano che si trova ad affrontare la fase della grande emergenza sanitaria. Ad invitarlo è statal’Aptche ha promosso un ciclo di incontri web dal tema “Per un nuovo turismo lucano. Dialoghi tra scenari e visioni di futuro».
La strategia di Boeri sintetizzata nello slogan “Via dalla città, nei vecchi borghi” è particolarmente adatta alla Basilicata. Precursore del cosiddetto turismo esperenziale nei borghi già da alcuni anni è il Distretto Turistico Terre di Aristeo. il Distretto – pur nella sua micro dimensione regionale – ritiene di averle già messe in pratica con la presentazione del “Progetto Pilota 2018”.
“La riscoperta della vita tranquilla, con poca gente, con tutte le condizioni di sicurezza che i nostri piccoli centri– afferma l’a.d. del Distretto Saverio Lamiranda – sanno offrire e che sono uno dei “segreti” dell’attuale situazione in Basilicata sempre più vicina a “zero contagi”, è una nuova e buona opportunità raccogliendo le indicazioni di Boeri al quale abbiamo inviato il nostro Progetto chiedendogli un confronto con la partecipazione dei nostri associati. Per realizzare la prospettiva di ripresa riteniamo necessario diffondere una cultura d’impresa per realizzare anche un “Turismo di Comunità” caratterizzato esperienzialmente, valorizzando le “unicità” esistenti e le “identità” specifiche territoriali, coinvolgendo tutti gli operatori, le organizzazioni e soggetti residenti costituenti l’intera Comunità Sociale, Religiosa e Civile organizzata. Su questo riteniamo importante la sinergia oltre a quella già acquisita da 91 Comuni che aderiscono al Distretto, dell’Apt e della Regione per individuare il percorso più efficace. Bisognerebbe convincersi di destinare o finalizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche, quelle già previste dal Contratto Istituzionale di Sviluppo Basilicata e dalla programmazione dei fondi europei, per soluzioni efficaci sia per dimensione economica, che di mercato le cui esigenze non possiamo continuare a far finta di ignorare. L’idea proposta dà – naturalmente – per scontato la inderogabile necessità di una complementarietà anche di interventi infrastrutturali e formativi propedeutici alla realizzazione di un “turismo di comunità” dove la partecipazione del “privato” rimane essenziale, certamente rispetto della specificazione dei diversi ruoli e funzioni di ognuno.Perché possano costituire concretamente il futuro delle nuove generazioni è necessario che i Borghi ritornino ad essere vissuti come le antiche agorà e animatori di cultura, storia, tradizioni, relazioni, attività produttive, ecc. che, consapevolmente e volontariamente, adeguino la propria dimensione territoriale attraverso un processo di integrazione idoneo a valorizzare le unicità e specificità di ognuno nell’interesse più complessivo. Perché queste prospettive possano realizzarsi, specialmente per le nuove generazioni, è indispensabile – dice Lamiranda – innovare anche nella governance pubblico-privato così come il Distretto sta sostenendo da tempo”.