I giardini pensili di Pisticci, Francesco Malvasi: opportunità o spreco di risorse pubbliche? Di seguito la nota integrale.
L’amministrazione Albano-Florio ha presentato con orgoglio i cosiddetti giardini pensili o verticali, realizzati nell’area prospiciente al vecchio Rione Croci. Un progetto che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe riqualificare una zona storica di Pisticci. Ma a chi realmente gioverà questa opera? E quali benefici concreti porterà alla comunità?
Parlare di “opera” per descrivere questi giardini appare esagerato, se si considera il contesto in cui è stata realizzata. La scelta del sito sembra essere già di per sé un errore. Se il Rione Croci è stato lasciato perire lentamente, quale speranza ha questa nuova iniziativa di durare nel tempo? Le fondamenta di questo progetto sembrano deboli, non solo per questioni logistiche ma anche per scelte urbanistiche, agronomiche e gestionali che paiono scollegate dalla realtà locale. Chi ha pensato e approvato il progetto sembra non conoscere il territorio, né le reali esigenze della comunità.
Prendiamo, ad esempio, la gestione delle risorse idriche. La manutenzione di un’area verde di circa 8.000 metri quadrati richiederà circa 5.000 metri cubi d’acqua all’anno. Da dove arriverà quest’acqua? Dall’Acquedotto Lucano? E a che costo? Con i prezzi attuali, il solo approvvigionamento idrico potrebbe comportare spese elevate, per non parlare dei costi legati alla gestione ordinaria e straordinaria dell’area.
La gestione dei giardini pensili richiederà personale qualificato in giardinaggio, tecnologie avanzate per l’irrigazione e la manutenzione, e strumenti ad alto contenuto tecnologico. Questi costi, stimati in circa 150.000 euro annui, escludono le variabili imprevedibili, come gli effetti del cambiamento climatico. Proprio di recente, le piogge intense hanno causato danni significativi al suolo dell’area, con erosioni e cambiamenti strutturali che non erano stati adeguatamente previsti. È solo l’inizio di un processo che qualunque esperto locale avrebbe potuto anticipare.
Viene naturale chiedersi quali siano stati i criteri che hanno guidato l’amministrazione nella scelta di un progetto così ambizioso – e costoso – come la creazione dei giardini pensili più grandi d’Europa. L’investimento di 1,5 milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) appare sproporzionato rispetto ai benefici previsti per la comunità. Si ha la sensazione che, ancora una volta, si sia voluto spendere denaro pubblico più per la propaganda che per il reale beneficio dei cittadini.