Il piatto “strascinati di mischiglio mantecati con soffritto, peperoni cruschi di Senise e cacio” dell’Azienda Agrituristica Vignola di Marsiconuovo, preparato da Patrizia Fiore, ha vinto il campionato della cucina contadina che si è svolto ad Arezzo nell’ambito di Agri@tour, il Salone nazionale dedicato alla vacanza in campagna. Il piatto fa parte dei “Menù della via Herculia”, un progetto promosso dall’Alsia, dalla Provincia di Potenza, in collaborazione con le associazioni professionali agricole e del turismo rurale, tra le quali Turismo Verde-Cia presente ad Arezzo insieme all’assessore provinciale Nicola Figliuolo.
“A “nobilitare” la cucina contadina lucana secondo le specifiche tipicità di menù locali delle diverse aziende agrituristiche della regione – sottolinea Matilde Iungano che ha curato i laboratori del gusto lungo la via Herculia, attraverso una serie di lezioni presso la Cia – ci sono la tradizione e la manualità di tante titolari di aziende agrituristiche dove si mangia “sano” e “bene” pur in assenza di stelle o cappelli di cuochi delle più prestigiose guide. Tipico vuol dire sano e di qualità: questo vale soprattutto per la Basilicata –sottolinea Paolo Carbone della Cia che ha guidato la delegazione lucana – che custodisce tra le pieghe del paesaggio rurale un patrimonio di sapori e tradizioni unici e inimitabili, ma soprattutto inscindibili dal territorio. Si tratta di alcune decine di prodotti agroalimentari tradizionali, che per volumi ed estensione territoriale non rientrano nei parametri delle Dop e delle Igp, ma che sono autentiche “calamite” per il turismo enogastronomico, un comparto che vale 5 miliardi l’anno.
Tra gli altri piatti che hanno conquistato il palato della prestigiosa giuria di Agri@tour “I sette muzzichi del mietitore” preparato dall’Agriturismo La Taverna del Pastore di Bella (Sandro Doino, Marisa Gabriele) che si è distinto per l’originalità che consiste di mettere insieme sette prodotti alimentari fortemente caratterizzanti la cucina tradizionale lucana. Un piatto destinato a diventare il piatto unico di gran parte della cucina contadina per far assaporare antiche pietanze. Ancora, “la zuppa del viandante” dell’Azienda La bontà di Muro Lucano (Anna Maria Piccirillo);“farro d’autunno” di Villa delle Rose Atella (Incoronata Traficante), “fericcelli della battaglia” dell’Agriturismo Zia Elena di Armento (Giuseppe Modarelli), la crostata di marmellata di mele della “Dolce Vita” di Abriola (Maria Robilotta), calzoncelli di ceci dell’Agriturismo Zarita di Bella (Vincenzo Rita). Ed è proprio in questo genere di strutture ricettive che spesso si combina la riscoperta dei prodotti della terra e il valore della filiera corta. E’ un presupposto dell’agriturismo che fonda la propria attività sulla qualità della vita e del cibo –afferma Giuseppe Modarelli, presidente Turismo Verde Basilicata – sulla purezza e la genuinità dell’offerta sia in termini paesaggistici che gastronomici. Non possono venir meno, gli agriturismi, al rispetto delle tradizioni e delle qualità.
Oggi gli agriturismi sono una risorsa fondamentale della realtà agricola del Paese -spiega il presidente di Turismo Verde Cia- e resistono meglio degli altri ai colpi della crisi. Anche nell’ultimo anno, nonostante la recessione e il crollo della stagione turistica, le strutture ricettive “green” sono cresciute dello 0,3 per cento a 20.474 unità. Merito dei prezzi accessibili ma anche della multifunzionalità aziendale: perché l’agriturismo non è più solo ristorazione di alta qualità e ospitalità in campagna, è anche uno spazio solidale dove le persone disagiate possono fare terapia con le piante o gli animali; dove bambini e adulti possono toccare con mano il vivere quotidiano in agricoltura, facendo didattica ma anche sport, escursioni e mille altre attività ricreative. Un settore importante, quindi, che però è troppo spesso ignorato dalla politica. Ci siamo resi conto che gli stessi prodotti tipici, che sembrano una nicchia tutelata, in realtà sono minacciati da tante insidie, che andrebbero affrontate in modo responsabile e a tutti i livelli. Di qui l’invito a degustazioni in aziende agrituristiche, a riscoprire antichi sapori, a toccare con mano il nostro Progetto “La spesa in campagna” per avvicinare aziende agricole ed agrituristiche e cittadini al mangiare sano e con risparmio”.