Ignazio Messina, segretario nazionale IdV e Maria Luisa Cantisani, segretaria regionale IdV sottolineano la necessità di dare priorità nell’azione di governo al reddito minimo garantito. Di seguito la nota integrale.
C’è un’emergenza sociale che nel Paese e in Basilicata richiede priorità con provvedimenti di carattere nazionale e regionale, vale a dire proposte di legge per introdurre il salario minimo garantito. A Renzi chiediamo di prendere in considerazione il nostro sblocca-lavoro, una manovra alternativa da 100 miliardi di euro, che non colpisce le fasce deboli, ne’ le persone e le imprese oneste, ma i grandi evasori, i corruttori, la mafia, gli sprechi della politica e della burocrazia. A Pittella una “corsia privilegiata” alle proposte contenute nella sua relazione programmatica per il superamento del Programma COPES (Cittadinanza Solidale) con un pacchetto di misure che contenga una diversa e più efficace forma di reddito di cittadinanza. Ciò raccogliendo la domanda che viene dalla nuova mobilitazione di questi giorni in Basilicata promossa da associazioni e “comitati dei cittadini senza reddito”. Purtroppo, come dimostrano le ultime stime dell’Istat, l’Italia è ben lontana dalla ripresa economica. Quasi cinque milioni di persone nel 2012 erano in condizioni di poverta’ assoluta: si tratta del 6,8% delle famiglie per un totale di oltre 4,8 milioni di individui. Il Sud e’ in forte svantaggio rispetto al resto dell’Italia, con una percentuale di famiglie povere piu’ che doppia rispetto alla media nazionale. Le situazioni piu’ gravi si osservano tra le famiglie residenti in Sicilia (29,6%), Puglia (28,2%), Calabria (27,4%), Campania e Basilicata (25,8%). Come si fa a non essere preoccupati quando ci sono milioni di italiani che non riescono a permettersi un pasto proteico adeguato? O quando un quarto delle famiglie vive con in gravi condizioni economiche e gli occupati, che hanno un’età compresa fra i 20 e i 64 anni, sono solo sei su dieci?. I giovani rappresentano da sempre una delle categorie piu’ vulnerabili e la loro condizione nel mercato del lavoro diviene sempre piu’ critica. Nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il livello piu’ elevato dal 1977, pari al 35,3 per cento, in aumento di 6,2 punti percentuali rispetto a un anno prima e di oltre 11 punti rispetto al 2003. Ciononostante, c’è qualcuno che ha ancora il coraggio di sostenere che l’Italia cresce, è fuori dalla recessione e tutto va bene…
2, 4 miliardi di tasse in più secondo la Cgia di Mestre ci aspettano quest’anno. Un carico fiscale altissimo considerato che il Governo non è riuscito ad intervenire sulla crisi con provvedimenti coraggiosi e netti. Una parte del Paese, infatti, continua a crogiolarsi su privilegi senza togliersi nulla ed un’altra parte muore di fame e la riposta che riceverà sarà: nuove tasse. L’ennesima ingiustizia sociale. Come fare allora? Semplice, togliere a chi ha ed ha già tanto, per poter avere una parte consistente di risorse per investire e far cresce il Paese. Se infatti, come ci dice uno studio di Confindustria, riducessimo l’inefficienza della pubblica amministrazione e quindi gli sprechi, registreremmo una crescita positiva sul PIL e sull’occupazione. Questo vuol dire, senza troppi giri, che potremmo cominciare dai costi della politica: indennità, pensioni d’oro, numero dei parlamentari, rimborsi elettorali, partecipate e consulenze onerose e spesso superflue e tutte a carico degli enti pubblici. Temi che abbiamo sempre affrontato come Italia dei Valori e che nessuno o pochi hanno sostenuto insieme a noi. Non è certo la sola via, non risolveremmo tutti i problemi ma sicuramente eviteremmo di avallare quella consueta pratica di succhiare i soldi ai cittadini già impoveriti. Si può dare l’esempio così di trasparenza e di rispetto verso chi davvero non ne può più di pagare sempre. E’ il nostro compito.
Facciamo infine un appello a Renzi: non dimentichi di essere sindaco quando varcherà la soglia di Palazzo Chigi e non si faccia colpire dalla maledizione che aggredisce ognuno che entra (prima sai quello che devi fare, quando entri nel palazzo perdi di vista quello che devi fare).
Chiediamo a Renzi di non limitarsi a consultare quelle forze politiche che sono all’interno del Parlamento considerato che sono nominati, che sono ormai sganciati anche dalle esigenze del territorio e dei cittadini ma di consultarsi con tutte le forze politiche, sindacali e associazioni per ascoltare quelle che devono essere le cose da fare.
Feb 16