Una ricerca compiuta nel mese di gennaio, che ha interessatocinquantamila giocatori in tutta Europa, ha testimoniato come il limite di spesa rappresenti uno strumento più che valido per la limitazione del rischio, sempre presente per un consumatore di gioco, di derive compulsive o patologiche. Ma l’assunto comune di fondo è uno: per un giocatore medio il gioco non costituisce un rischio ma è scientificamente testato che, per decine di migliaia di utenti, questo può trasformarsi in una vera e propria dipendenza, comunemente definita ludopatia e inquadrata proprio nei termini di una dipendenza assidua, continua, perenne e sfrenata nei confronti del gioco, d’azzardo e non. Per questo motivo tutti i casinò online facenti capo al circuito AAMS, assieme alle altre piattaforme dedicate al gambling, sono impegnate nella promozione del Gioco Responsabile, una caratteristica più che una opzione, DNA più che comportamento. E, conseguentemente, in sinergia operano nel contrasto al GAP, offrendo all’utenza tutta strumenti utili sia per informarsi sia per farsi aiutare nella realizzazione di una esperienza gratificante a livello di gameplay. Che sia insomma un intrattenimento e non un eccesso. Una delle possibilità “responsabili” offerte dagli operatori di gioco, soprattutto nel caso delle slot vlt ospitate dai casinò online italiani, è rappresentata dal fissaggio della soglia massima di spesa, prevedente limitazioni sul deposito e restrizioni del conto di gioco. Soluzione che, peraltro, sta ricevendo un discreto successo sul territorio italiano. L’investigazione, condotta dalla università di Nottingham, ha evidenziato che il limite di spesa rappresenta una soluzione di valido monitoraggio sulle giocate.
Mediante lo studio gli specialisti impiegati si sono fissati l’obiettivo di verificare se l’opzione di stabilire un limite di spesa personale possa influire sugli investimenti annuali e definire una classificazione in funzione della tipologia del giocatore, target relativo all’età e frequenza di gioco.
I risultati emersi hanno individuato praticamente una differenziazione nullarelativa a parametri come l’età o il sesso, seppur ha denunciato come, tra gli utenti più avvezzi all’azzardo, coloro che hanno fissato limiti di spese avevano una grande propensione a scommettere. Con il limite di spesa, è emerso inoltre, il 10% dei giocatori ha ridotto i propri “investimenti” nel gioco. In parallelo anche Kindred ha offerto ulteriore supporto, con una ricerca condotta su un campione di oltre cento settantacinquemilagiocatori online: tra questi, la maggioranza che sceglie di fissare limiti di spese, resta fedele all’operatore di fiducia anche un anno dopo. Chiaramente si deduce con tutta evidenza che le piattaforme di gambling, con queste misure, possono supportare i giocatori maggiormente a rischio, nel breve e nel lungo termine. Tutte misure preventive che vanno anche e soprattutto in direzione opposta all’altra filiera, quella del gioco illegale, un giro d’affari da venti miliardi, secondo le stime della Guardia di Finanza. Un affare per le mafie nostrane anche in regioni strategiche come la Basilicata. A questo proposito l’onorevole Gebhard del Gruppo Misto ha chiesto a gran voce al Governo l’attivazione di una sezione DIA sulla fascia ionica, in contrasto alla fitta attività illegale presente sul territorio.
La Basilicata è una delle regioni a più alta spesa sul gioco d’azzardo, con un totale di 525 milioni di euro di spesa, ed è quindi terreno fertile per il crimine organizzato anche per l’ingerenza ai confini con Puglia e Calabria. Proprio nel 2018 e nel 2019 indagini delle forze dell’ordine hanno non solo portato ad una serie di arresti ma anche certificato un giro d’affari massiccio per svariati milioni di euro, anche col supporto e la sinergia delle cosiddette mafie extraregionali, che sfruttano i territori lucani come zona franca e di transito per i propri traffici, su tutti l’evasione fiscale. Un fenomeno da abbattere, più che fermare. Per il bene di tutti.