Con un presidio di oltre cento trattori in prossimità di via San Vito a Matera, uno degli ingressi della città, il movimento ”Riscatto” ha manifestato, in contemporanea con Messina, per sollecitare il Governo nazionale e quello regionale ”all’avvio di un confronto concreto a tutela delle aziende e delle produzioni locali, del potere di acquisto e della salute dei consumatori”. I motivi della protesta, che culmineranno in uno sciopero della terra dal 24 al 26 maggio, sono stati illustrati dal presidente del movimento, Domenico Viscanti e dal coordinatore, Gianni Fabbris. I manifestanti hanno anche distribuito volantini agli automobilisti in transito su via San Vito.
Come annunciato nelle scorse settimane, il 27 aprile inizia il percorso verso lo “Sciopero per la Terra” proposto al termine della manifestazione interregionale del 14 marzo scorso in occasione della riunione europea dei Ministri agricoli, definito a Vittoria nell’incontro congiunto fra movimenti e sindaci del 29 marzo scorso e confermato dall’assemblea nazionale della Rete dei Municipi Rurali tenuta a Gravina in Puglia il 22 aprile scorso fra sindaci di diverse regioni e il Movimento Riscatto.
La decisione di convocare una iniziativa nazionale è venuta mentre in Sicilia, in Puglia e in Basilicata sono in corso mobilitazioni contro la crisi agrozootecnica da cui hanno preso le mosse diverse importanti iniziative anche in altre regioni e che hanno dato vita ad una piattaforma rivendicativa comune.
Piattaforma che ha sia l’obiettivo immediato di chiedere al Governo Nazionale, al Parlamento ed alla Regioni alcune risposte urgenti ed inderogabili per salvare il patrimonio produttivo delle nostre aziende, sia quello di ottenere un profondo cambiamento nelle scelte di politica agricola del Paese.
Alla piattaforma rivendicativa lanciata nella mobilitazione del 16 marzo scorso e letta al termine di diverse mobilitazioni nelle piazze di Sicilia, Basilicata, Campania, Puglia e Sardegna (che chiede misure urgenti anche in deroga alle regole comunitarie per le aziende in crisi, l’applicazione e l’estensione delle clausole di salvaguardia previste nei trattati commerciali internazionali e regole trasparenti per il commercio a favore della produzione e della salute dei consumatori, garanzie che la spesa regionale e nazionale vadano a sostenere il reddito di chi lavora la terra e i diritti dei consumatori invece che la speculazione finanziaria) si è aggiunta, durante il confronto preparatorio, la richiesta della convocazione di una Conferenza Nazionale Agraria che ridefinisca ruolo e funzione della nostra agricoltura.
Si legge nell’appello di convocazione dello Sciopero per la Terra: “Negli anni ’50, al termine delle lotte di generazioni di contadini pagate con il sangue, la Riforma Fondiaria assicurò terre, mezzi e lavoro aiutando tutta l’Italia ad uscire dal Medioevo del latifondo e dalla povertà. Ora è il tempo di una nuova riforma agraria che contribuisca a ridare senso al lavoro della terra assicurando reddito alle aziende, diritti al lavoro, tutela ambientale, sicurezza alimentare e prezzo giusto ai cittadini. In una parola, che renda all’Agricoltura la dignità della funzione sociale che il Paese merita.”
Lo Sciopero per la Terra ha anche l’obiettivo di mobilitare associazioni, movimenti, agricoltori, cittadini e sindaci contro la crisi agricola nel momento in cui il calo dei redditi agrari si fa generalizzato in tutti i settori e il rischio di un tracollo delle aree rurali diventa ogni giorno più concreto.
Nell’appello alla mobilitazione si legge ancora: “Per noi è sempre più chiaro che la nostra crisi non è solo questione di prezzo o di settore, tanto meno è temporanea. In gioco c’è la sopravvivenza delle nostre aziende, dei posti di lavoro, la tenuta sociale ed ambienta-le di interi territori, la garanzia del diritto ad un cibo sano e certo per i cittadini, la cultura millenaria della terra. Non basta solo il nostro impegno quotidiano a cercare le strade migliori per produrre; uscire dalla crisi agricola non è questione tecnica o di più soldi pubblici (che semmai vanno usati bene e con giustizia) ma una grande questione sociale che riguarda la qualità della democrazia di questo Paese.”
Nel mentre sono stati inviate richieste di incontro alla Conferenza Stato Regioni, al Governo ed al Parlamento e sono in corso una serie di ulteriori iniziative, la giornata del 27 aprile è dedicata al lancio dell’appello nazionale a partecipare allo Sciopero per la Terra e per spiegare e divulgare il percorso e l’agenda concreta.
Due le prime iniziative che aprono il percorso: una fra Sicilia e Calabria (sullo stretto di Messina) e una fra Basilicata e Puglia a Matera, cui seguiranno nei prossimi giorni analoghe iniziative in diverse altre Regioni.