Uno degli argomenti più discussi nel belpaese è la regolamentazione del gioco d’azzardo. Forse non tutti sanno che le entrate dal gioco in Italia sono superiori a qualsiasi altro paese europeo, attestandosi su oltre 11 mld nel 2019. Un settore che, dunque, ha una rilevanza notevole nelle casse erariali; ma allo stesso tempo, paradossalmente, la politica si comporta in maniera populista verso la branca del gioco, cioè considerandolo come un male da debellare e facendo seguito alle richieste della massa senza approfondire le problematiche con degli esperti.
Che si abbia un approccio controverso o meno, non si può negare l’ascesa degli ultimi anni, e ancor di più con la pandemia, del gioco a distanza tramite i casinò online. Le percentuali di crescita sono state almeno del 15% a partire dal 2015 con picchi del 35%, giustificando anche la nascita di tante piattaforme di informazione sulle migliori offerte bonus senza deposito da poter trovare nei diversi concessionari legali.
Un trend che è andato di pari passo con i paesi comunitari, ma anche con quelli extra-europei.
In Italia tutti gli operatori di gioco (e quindi anche i casinò online) devono ricevere una licenza speciale dall’ADM per poter effettuare le loro attività. Anche questo ci mette in risalto rispetto ad altre giurisdizioni per le quali non ci sono regolamenti validi. I pochi Stati che ci hanno seguito a ruota sono: Regno Unito, Svezia, Spagna, Francia, Danimarca. Proprio quest’anno erano attese normative legislative anche da parte di altre nazioni, che però hanno subito un rallentamento a causa dell’emergenza Covid-19 , e per ora sono state posticipate al 2021; stiamo parlando di nazioni come: Germania, Austria, Paesi Bassi, Finlandia, Norvegia, Belgio.
Ma quanto è utile avere delle leggi sul gioco d’azzardo? Dipende dal tipo di leggi e da come vengono eseguite. Ad esempio in Italia siamo leader per la mancanza di gioco illegale dichiarato, ma è palese che gli operatori illegali sono difficilmente tracciabili e per questo c’è la perenne preoccupazione da parte dell’ADM e delle forze dell’ordine a fare fronte comune contro questo pericolo.
Siamo stati anche i primi a vietare ogni tipo di pubblicità al gioco, giustificando l’azione come lotta al gioco patologico. Ma non è stato ideato alcun piano strategico per la rilevazione e l’accompagnamento dei giocatori problematici. Una delle caratteristiche della ludopatia è proprio quella di non riuscire ad ammettere di essere malati, per questo sembrerebbe doveroso implementare degli organi congrui affinché si affrontino questi problemi.
Infatti non si hanno dati sull’efficacia di queste politiche sulla ludopatia. È stato comunque reso disponibile un call center di esperti al numero verde 800 558 822 per dare una direzione a chi cerca supporto.
In Europa la situazione è simile, abbiamo fatto da modello a tutti i facenti parte della comunità. La pubblicità non è stata vietata completamente, ma è stata limitata e regolamentata secondo alcune linee guida emesse dalla stessa comunità europea.
Rimane sempre il problema delle giurisdizioni senza regolamenti, non ci potrà mai essere concorrenza leale se esisteranno dei paesi in cui è più conveniente condurre attività di gioco d’azzardo.
Proprio per questo, con grande lungimiranza, l’ADM sta cercando di far sentire la sua voce per un nuovo regolamento, unico e aggiornato, mirato a tutto il settore del gioco d’azzardo. Lo stesso approccio dovremmo prenderlo a livello europeo e globale, altrimenti ci saranno sempre disuguaglianze che poi si trasformano in piaghe sociali legati a questo settore che comunque dimostra una sua dignità, muovendo una raccolta annua di circa 110 mld di euro.