“Non si crea lavoro per decreto, non si crea lavoro continuando a bucare e dissanguando la Basilicata ma, solo tornando ad investire nelle infrastrutture materiali e immateriali di cui la Regione ha assoluta necessità continua. Siamo parte integrante ed è nostra l’ira suscitata del popolo lucano per via della questione legata soprattutto alla vicenda petrolio. Diciamo che è giunta l’ora di finirla seriamente al Presidente del Consiglio Renzi che svincola le royalties petrolifere lucane dal Patto di Stabilità solo se estraiamo più petrolio e solo sulle nuove estrazioni nei prossimi 3 anni, cioè sulla parte incrementale, dimenticando il contributo dato dalla Basilicata al fabbisogno energetico nazionale: a Renzi non permettiamo che continui ancora imperterrito nel calpestando la dignità di tutti e deve sapere che i lucani non hanno fiducia alcuna nella ripresa”.
Lo dicono i segretari dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali, “la scelta del Governo di avocare a se ogni atto decisionale per le nuove ricerche ed estrazioni petrolifere rappresenta un duro colpo ed un’ennesima presa in giro per un territorio ormai alla disperazione. Renzi gioca nel provare a curare la crisi con le chiacchiere, ma l’effetto placebo, forse buono per lui se fosse in un periodo elettorale, sta’ rischiando di chiamare i cittadini alla mobilitazione popolare contro il Governo che sempre nello ‘sblocca energia’ ha avocato a sé ogni competenza e potere, anticipando l’attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione. Renzi non dia corso solo a giochi di prestigio, la Basilicata ha bisogno di atti e decisioni concrete. Come? Su l’art 16 del dl liberalizzazione dia corso alle previsioni legislative ed agli atti di programmazione già esistenti. Riprenda il memorandum sottoscritto dal governo Berlusconi e dalla Regione, nonostante l’Ugl esclusa, che contemplava misure a sostegno delle esigenze di tutela ambientale e di sviluppo produttivo ed infrastrutturale della regione. Di fronte al dilagare della povertà – hanno detto in conclusione Tancredi e Giordano –, noi dell’Ugl per primi, vogliamo far capire a Renzi che in Basilicata non c’è solo petrolio ma, famiglie che soffrono sempre di più, ovvero pochissimi che vivono di solo stipendio da lavoro, da pensione e chi un lavoro non ce l’ha e ‘muore di fame’”.
Ignazio Messina, segretario nazionale Italia dei Valori interviene sul blocco degli stipendi agli statati deciso dal Governo Renzi. Di seguito la nota integrale.
Sul blocco degli stipendi agli statali il Governo non può gettare la spugna. Non dobbiamo bloccare gli onesti lavoratori ma confiscare i beni a corrotti e corruttori, con uno Stato forte che si costituisca parte civile obbligatoria nei processi. Ci sono diversi settori dai quali prelevare le risorse da destinare al lavoro e quindi adempiere al pagamento di tutti i contratti. Cominciamo a tagliare gli sprechi che si consumano nella pubblica amministrazione ed anche nella politica, a superare le difficoltà burocratiche che impediscono la vendita dei beni confiscati alla mafia e ad utilizzare i soldi depositati, a tempo perso, nel Fondo Unico Giustizia. Tre soluzioni pronte e disponibili per ovviare al problema e che rimettiamo al Governo, che non può deludere tutti i lavoratori già vessati e sfiduciati. Proprio come i precari della scuola. Per noi la rivoluzione si fa partendo dalla scuola. Dopo la riforma Gelmini, che noi di Italia dei Valori abbiamo osteggiato perchè ha compresso ogni prospettiva formativa e professionale nel nostro Paese, con tagli indiscriminati, oggi si punta al merito, alla qualità e ad investire in una delle principali fonti di sviluppo sociale. Dalle linee guida annunciate dal Ministro Giannini sembrano intravedersi passi in avanti , soprattutto per i precari che da anni combattono con poche garanzie e molte incertezze. Una scuola innovativa che parla con un linguaggio e strumenti diversi, utili a coinvolgere e stimolare le competenze. Tuttavia, rimane ancora irrisolto il nodo dei Quota 96 che di soluzioni ancora non ne hanno viste. Sembrava che ad una conclusione si stesse arrivando, per lo meno fino a quando la norma che avrebbe garantito la possibilità di congedo ai 4mila lavoratori della scuola non è stata sospesa dal decreto PA. Auspichiamo che in questa nuova strada intrapresa, come annunciato, si arrivi ad una riforma completa che interessi tutte le parti sociali coinvolte, puntando a migliorare un sistema formativo che in Italia è stato messo all’angolo, a danno di tutti e del futuro. E tra i precari non dimentichiamo che ci sono 3000 tirocinanti a rischio, i cosiddetti “precari della giustizia”, impiegati per tamponare la grave carenza di personale che affligge gli uffici giudiziari, che chiedono al Governo di poter continuare a svolgere il loro compito di supporto. Italia dei Valori si unisce alla loro richiesta e fa appello al Ministro della Giustizia Orlando, che già si è espresso con attenzione e sensibilità a riguardo, per trovare una soluzione e per venire incontro a questa situazione, evitando il vuoto di organico che si creerebbe in un settore, come quello della giustizia, che va incoraggiato e potenziato. Confidiamo nella sua disponibilità a ricercare, con ogni mezzo legittimo, la copertura necessaria per la prosecuzione della collaborazione del personale, ancor più facilitandone la stabilizzazione. Ciò al fine di impedire che ne venga dispersa la professionalità o che si verifichino gravi vuoti di personale nel momento in cui si avvia la riforma con un decreto legge in materia di giustizia civile, immediatamente operativo.