«Facciamo nostro il grido di allarme lanciato dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, e chiediamo alle forze politiche e istituzionali di rimettere l’impresa al centro dell’agenda politica. Queste ultime non possono continuare a far finta di non vedere e di non sentire: rischiano così di mostrare una pericolosa insensibilità sociale, di fatto aliena ad ogni forma di confronto. Il momento elettorale dovrebbe incoraggiare trasparenza e non fughe da responsabilità». E’ questo l’appello-denuncia lanciato dal presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte, all’indomani dei dati sulla nati-mortalità aziendale diffusi da Movimprese, che hanno rivelato un quadro di un Paese in grave difficoltà, come testimoniano le 1.000 imprese chiuse al giorno e le 17 regioni che hanno terminato l’anno con un saldo negativo del proprio tasso di crescita, rovesciando parzialmente una situazione del 2011. In linea con questo trend la Basilicata; l’aver visto ridursi il valore negativo del proprio tasso di crescita – passando dal -0,43% del 2011 al -0,15% del 2012 – non può essere consolatorio. Anche perché il dato lucano è l’unico di segno meno rispetto all’intero Mezzogiorno (e isole), la cui media si attesta sul +0,47%.
Andando più nel dettaglio, si scopre che è la provincia di Potenza ad aver accusato una flessione gravissima, con 191 aziende in meno (pari al -0,48). Matera, invece, ha fatto registrare un saldo positivo di 97 aziende (+0,44), mostrando segnali di evidente recupero rispetto al passato. Dal punto di vista settoriale, infine, l’artigianato presenta una situazione particolarmente delicata: qui il saldo nati-mortalità aziendale del 2012 fa registrare un pesantissimo -2,03%, pari a 240 imprese in meno sull’intero territorio regionale. Ancora una volta si tratta del tasso più negativo di tutto il Sud.
«In queste condizioni le imprese lucane – aggiunge Lamorte – non potranno più reggere a lungo questa prolungata crisi, senza un piano strategico di sostegno. Dietro la chiusura di ogni singola azienda si consuma il dramma di un imprenditore e si perdono posti di lavoro, competenze e tradizioni importanti, spesso di diverse generazioni. Il sistema camerale lucano, che pure ha messo in moto meccanismi di sostegno alle imprese, attingendo dai propri bilanci, da solo non può reggere l’onda d’urto della crisi che si accompagna alla stretta creditizia e che sta determinando, soprattutto in provincia di Potenza, un progressivo e preoccupante declino».
Hanno fatto la scoperta dell’acqua calda!!!!!! certo, se mettono qualche altra tassa ad imprese e famiglie, tra un pò non ci sarà più nemmeno il fiato per parlare!!!!!