Imu agricola: Cia, dalle parole del premier primo segnale di inversione di rotta. Ma non basta, ora passare ai fatti
Dopo la mobilitazione di Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative), con migliaia di agricoltori che hanno manifestato a Potenza e a Matera e presidiato i Palazzi di Roma contro l’Imu agricola, si aprono spiragli per una definizione del problema. Lo sostiene la Cia, commentando le recenti dichiarazioni del premier Matteo Renzi.
Positive sono state le parole degli ultimi giorni con le quali il presidente del Consiglio ha di fatto legittimato l’iniquità dell’Imu agricola. Da un lato il tweet dell’8 aprile con l’impegno a intervenire nel 2016, dall’altro la dichiarazione durante l’assemblea del gruppo parlamentare Pd con l’assunzione di responsabilità del premier che ha definito l’imposta sui terreni agricoli una “sciocchezza”. Per il presidente nazionale Cia Dino Scanavino, sono segnali che lasciano intravedere la possibilità di un cambio di passo, seppur timido. Segnali che, comunque, premiano l’impegno e gli sforzi sostenuti dagli agricoltori con la mobilitazione e che in qualche modo certificano i primi risultati dell’iniziativa di Cia e Agrinsieme.
Certamente, le dichiarazioni non ci soddisfano ancora e non sono garanzia di un’inversione di rotta. Adesso è urgente sospendere l’Imu e trovare in tempi rapidi una soluzione strutturale e definitiva al problema. Con l’Imu, rispetto al passato, il carico fiscale delle aziende agricole è triplicato e le misure introdotte durante l’iter parlamentare non sono sufficienti. I redditi degli agricoltori continuano a essere in sofferenza anche per effetto di una congiuntura economico-finanziaria difficile che, dopo anni, non ha terminato di manifestare i suoi effetti e che rende il futuro ancora incerto. L’imposizione dell’Imu aggrava ulteriormente tale contesto e, al tempo stesso, rischia di vanificare gli effetti di una possibile ripresa economica.
Per queste ragioni, se la partita è aperta, e lo stesso ministro Martina dopo le dichiarazioni del premier si è detto disposto ad aprire uno spazio vero di lavoro, ora bisogna accelerare. È giunto il momento -ha concluso il presidente della Cia- di tradurre i 140 caratteri di Twitter in fatti e risultati concreti.