Sulla questione che riguarda l’IMU agricola si registra la posizione di Coldiretti Basilicata, che ha inviato una lettera al presidente Anci Basilicata Salvatore Adduce. Di seguito il testo integrale.Gentilissimo,
in riscontro alla Sua nota del 3 marzo 2015 prot. n° 88/PZ/AS, con la presente, ci pregiamo sottoporre alla Sua cortese attenzione alcune nostre riflessioni in merito.
La nuova imposta, come le è ben noto, nasce nell’aprile 2014 quando il Governo elabora una manovra da 10 miliardi di euro e all’agricoltura viene chiesto di contribuire con 350 milioni reperiti attraverso una imposta, l’IMU, che toccava tutti i proprietari terrieri; in pianura si pagava già, la montagna era esente, c’era tutta la fascia intermedia da gestire e in quel periodo, nessuno se non Coldiretti è intervenuta chiedendo la tutela delle aziende agricole professionali con l’esenzione sulle aree parzialmente svantaggiate e con la riduzione nelle aree pianeggianti.
All’uscita del famigerato decreto delle altimetrie, Coldiretti è nuovamente intervenuta riuscendo a bloccarlo riportando come criterio l’unico parametro oggettivamente disponibile ovvero quello della classificazione Istat. Forse si poteva fare di più in quel momento ma è sicuramente il modo meno invasivo, per le vere imprese agricole, di contribuire al bene del Paese, con esenzione, per la Basilicata, totale per 106 Comuni (prima erano 75) e parziale per 9; nei Comuni classificati montani vige l’esenzione totale, mentre nei Comuni parzialmente montani sono esentati soltanto gli agricoltori professionali (iscritti all’INPS come CD o IAP).
Nei Comuni classificati non montani, che in Basilicata sono 16 ( 14 in Provincia di Matera e 2 in Provincia di Potenza), è in vigore l’agevolazione sempre per i professionali (CD e IAP), i quali applicano, per il calcolo IMU, il moltiplicatore 75 anziché 135; per tutti gli altri proprietari vige il moltiplicatore 135.
Per il solo 2014, per effetto della clausola di salvaguardia inserita nel Decreto Legge 4/2015, gli agricoltori professionali sono esenti in tutti i Comuni tranne nei Comuni di Policoro, Scanzano Jonico e Bernalda.
E’ opportuno, per una migliore comprensione della posizione della Coldiretti, evidenziare che la nuova classificazione dei Comuni della Basilicata proposta con la tabella ISTAT è conseguenza delle deliberazioni degli Enti Territoriali, compreso la Regione; ciò ha annullato quanto in vigore fino a tutto il 2013, compreso la circolare del 14/06/1993 n° 9 – Min. Finanze.
Come pure, è opportuno puntualizzare che l’attuale imposta sostituisce, qualora dovuta, anche l’IRPEF sui redditi dominicali.
Inoltre, ci fa piacere ricordare che, in sede di conversione in legge, il Senato ha introdotto ulteriori novità:
- la non applicazione di sanzioni ed interessi in caso di pagamento
dell’IMU entro il 31 marzo 2015;
- la detrazione d’imposta fino a 200 euro per i terreni esenti ai sensi della previgente normativa se posseduti e condotti da agricoltori iscritti all’INPS (CD o IAP); sono esclusi dall’agevolazione soltanto Scanzano J. e Policoro;
- l’esenzione per i terreni a destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile ed inusucapibile (usi civici).
E’ del tutto evidente che, anche per la Coldiretti di Basilicata, dei correttivi necessari alle criticità della norma occorrerà apportarli, sempre tenendo nelle dovute considerazioni le esigenze di bilancio ed i bisogni delle imprese agricole che “vivono di agricoltura”.
A tal proposito, sarebbe importante poter ridiscutere il tema dei terreni concessi in affitto, in particolare quello dei pensionati ex coltivatori diretti che hanno ceduto i terreni in affitto a un figlio coltivatore diretto o IAP, prevedendo l’esenzione nelle zone classificate Parzialmente Montane e l’applicazione del moltiplicatore 75 per le aree non montane. Come pure risulterebbe ancora più importante ridiscutere la platea delle esenzioni allargandola a tutti i coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali ricadenti nelle aree svantaggiate; questo restringerebbe l’applicazione dell’imposta a quei Comuni in cui i proprietari di terreni agricoli già pagavano l’ICI. Cosa ancora più giusta, sarebbe rivedere i criteri dell’imposta nei casi in cui le superfici agricole, i cui proprietari risultino iscritti alla gestione previdenziale, fossero state oggetto di eventi calamitosi o di fenomeni di dissesto idrogeologico.
Inoltre, sarebbe auspicabile che anche gli Enti Locali potessero contribuire a ridurre l’effetto finanziario sulle imprese agricole riducendo l’aliquota prevista dalla legge da 0,76% a 0,46%.
Infine, restiamo ancora più preoccupati circa la mancata eliminazione delle incongruenze che ancora esistono rispetto alle reali condizioni e caratteristiche dei terreni per le quali è necessario il contributo attivo degli Enti Territoriali, Comuni e Regioni, nell’adozione di coerenti criteri di classificazione; anomalia che ha provocato l’inserimento di molti Comuni, precedentemente considerati svantaggiati, tra quelli classificati “non montani”. A tal proposito vogliamo ricordare che l’aggiornamento e manutenzione della tabella ISTAT per eliminare le incongruenze presenti nella classificazione del bene soggetto ad imposta avviene, da parte dell’ISTAT, attraverso la verifica periodica presso le Regioni, che forniscono all’Istituto tutte le variazioni territoriali ed amministrative verificatesi sui territori, con cadenza semestrale (30 giugno e 31 dicembre); la tabella inserita nella circolare del 1993, applicata ai fini ICI, è più coerente con l’attuale condizione dei Territori Lucani, rielaborazione favorita anche dalle disposizioni inserite nei nuovi Regolamenti Comunitari, che riconoscono alle Regioni la possibilità di rivedere la classificazione territoriale.
Pertanto, nel confermare la nostra disponibilità a condividere le valutazioni sopra esposte ed il nostro impegno a continuare a lavorare per risolvere le criticità presenti nella norma, ringraziandola per l’invito, comunichiamo la non adesione alla manifestazione indetta per il 7 marzo 2015.
“Ho predisposto diversi emendamenti per provare a cancellare l’imu per i terreni agricoli. Il provvedimento sarà all’esame della Commissione Finanze della Camera nei prossimi giorni e per l’occasione avvierò una battaglia parlamentare per cancellare per cancellare il peso di questa tassa ingiusta che il governo Renzi ha istituito per finanziare la detassazione degli 80 euro per i lavoratori dipendenti”. E’ quanto fa sapere l’on. Cosimo Latronico (FI)” Al Governo ricordo che chi mantiene le imprese agricole andrebbe aiutato a fronteggiare e a superare la crisi di produzione e di mercato. Per questo non smetterò di contrastare questa norma che accresce la cifra vessatoria delle tasse in Italia che si prelevano non già sulle rendite e sui profitti, ma sul patrimonio anche quando questo non produce alcuna ricchezza. L’altro risvolto di tale norma, se non verrà corretta, sarà quella di portare al dissesto centinaia di enti locali che hanno chiuso i loro bilanci con una entrata, quella dell’imu agricola, difficilmente realizzabile”.
Nel corso dell’assemblea tenutasi presso la sala consiliare “Sandro Pertini” il sindaco della città di Montescaglioso Giuseppe Silvaggi, insieme agli omologhi dei Comuni di Pomarico e Grassano, Francesco Mancini e Francesco Sanseverino e all’assessore ai Lavori Pubblici di Pisticci, Antonio Sassone, ha incontrato la cittadinanza in previsione della manifestazione per l’abrogazione del Decreto 4/2015 in materia di IMU Agricola, programmata per sabato 7 marzo a Matera e indetta dai Sindaci della stessa provincia. Il corteo dei comuni e degli agricoltori partirà alle ore 9.30 da piazza Pascoli per dirigersi in piazza Vittorio Veneto. Il primo cittadino montese ha reso noto di aver partecipato ad un incontro, tenutosi presso il municipio del capoluogo materano, nel corso del quale è stato ribadito che l’imposta é ingiusta e penalizzante per il Sud Italia, in particolare per la Basilicata e la provincia di Matera. Il sindaco ha sottolineato come, da parte dello Stato, alla regione lucana sia chiesto un contributo totale di 7 milioni circa di euro, dei quali 6 milioni circa dai Comuni del materano interessati dal provvedimento. Ha poi evidenziato come “non si possa tassare un bene strumentale” e ci sia una forte contraddizione con l’Unione Europea, che ha inserito la Basilicata nelle regioni rientranti nell’Obiettivo 1 (ovvero in situazione di ritardo di sviluppo). Nel ribadire che non è stato eletto sindaco per svolgere funzioni di “esattore dello Stato”, ha affermato che il Comune montese non è beneficiario dell’IMU sui terreni agricoli versata dai cittadini.
L’assessore comunale al Bilancio Antonio Lorusso ha riassunto le norme e le fasi relative al Decreto IMU agricolo, facendo anche riferimento alla seduta di consiglio comunale del 29 gennaio scorso, nel quale sono state decise iniziative di protesta e la richiesta di abolizione del provvedimento; ha poi spiegato che il comune montese risulta nella categoria “non montano” e la classificazione vigente è quella dell’ISTAT. Montescaglioso è chiamata a versare, tramite l’IMU agricola, la somma di 627 mila Euro: Lorusso ha evidenziato come si vada ad influire pesantemente su una situazione già grave, viste le notevoli difficoltà vissute dal settore agricolo.
Cesare Carriero (Copagri) ha comunicato ai presenti di aver ricevuto indicazioni circa la possibilità di esenzione, anche nel 2015, per gli imprenditori e coltivatori diretti; da parte dei Giovani Agricoltori CIA è stato espresso il fermo rifiuto, da pare del mondo agricolo, ad essere considerati “Bancomat del Governo”, oltre a sottolineare la diversità di considerazione ricevuta dall’Unione Europea e dallo Stato italiano. E’ stata annunciata la presenza sia alla manifestazione di Matera che ad un’altra che si terrà a Roma il 31 marzo prossimo.
L’assessore comunale all’Agricoltura Roberto Venezia ha definito l’IMU agricolo “un tributo non equo ed imparziale” e sottolineato l’importanza di essere presenti alla manifestazione del 7 marzo, per sostenere il settore agricolo e ottenere l’abolizione dell’imposta.
Pietro Menzella (Coltivatori Diretti) ha annunciato la presenza del proprio sodalizio alla manifestazione e richiesto maggiori informazioni in merito allo Stato patrimoniale comunale. Dopo alcuni interventi del folto pubblico presente all’iniziativa, il sindaco di Pomarico Mancini ha invocato la compattezza da parte di tutti per ottenere le dovute risposte e sottolineato come si tratti di un’imposta ingiusta che va a incidere pesantemente su un settore in forte difficoltà.
Il sindaco di Grassano, Sanseverino, ha definito l’IMU “un’imposta iniqua, scellerata ed incostituzionale”, rendendo noto che la sua comunità di appartenenza è chiamata a versare 98 mila Euro. Ha auspicato la presenza e collaborazione anche dei Comuni esentati dal pagamento e ricordato come la terra sia da ritenere, sempre, una risorsa importante.
L’assessore ai Lavori Pubblici di Pisticci, Antonio Sassone, a sua volta, ha posto in evidenza la notevole diversità di considerazione del settore agricolo da parte delle politiche comunitarie europee e quelle italiane. Ha concluso evidenziando come sia possibile trovare soluzioni ai problemi intervenendo in altri settori ed incentivando le assunzioni.
L’Amministrazione Comunale aderisce alla manifestazione contro l’IMU sui terreni agricoli.
L’amministrazione comunale di Pisticci ancora una volta esprime la netta contrarietà all’imposizione dell’IMU sui terreni agricoli.
La mobilitazione generalizzata contro un provvedimento palesemente iniquo che colpisce indiscriminatamente il comparto agricolo dovrebbe indurre a un profondo ragionamento chi ha voluto introdurre tale balzello e certamente le modifiche apportate in Senato non lo rendono più sopportabile.
Le ripercussioni dell’IMU sui terreni agricoli sarà avvertita pesantemente dagli stessi comuni, trasformati in esattori, che presumibilmente faranno fatica ad incassare quelle somme che il governo preleva a monte, cosa che li espone al rischio di dissesto finanziario.
Per chiedere a gran voce la cancellazione del provvedimento, l’Amministrazione Comunale di Pisticci aderisce in maniera convinta insieme a tanti altri comuni e organizzazioni di categoria alla manifestazione del 7 marzo si terrà a Matera.