Imu agricola, l’ora della protesta. Un corteo composto da sindaci di Comuni lucani, dal presidente dell’Anci Salvatore Adduce, da alcuni parlamentari e associazioni degli agricoltori è partito intorno alle 9.30 da piazza Pascoli per raggiungere piazza Vittorio Veneto e avviare una manifestazione di protesta contro l’Imu agricola. che ha coinvolto oltre 300 agricoltori. Nel corso del sit-in di protesta è stato annunciato che la Basilicata porterà avanti iniziative in sede parlamentare, di conferenza Stato-Regioni e con il ricorso avviato dall’Umbria per annullare o rivedere in maniera sostanziale “l’imposizione dell’Imu agricola”.
“La Basilicata – ha detto il sindaco di Matera e presidente dell’Anci Basilicata Salvatore Adduce – è fortemente penalizzata da questo provvedimento non solo per la sua grande estensione, ma anche perché si tratta di un territorio in condizioni di svantaggio. Grazie alla nostra grande protesta e al ricorso presentato al Tar il decreto iniziale è stato modificato. Se questo non fosse accaduto la Basilicata avrebbe pagato un conto di circa 12 milioni di euro distribuiti su 53 comuni. Oggi I 23 comuni interessati da questo provvedimento sono chiamati a togliere dai loro bilanci una cifra altissima di circa 8 milioni di euro di cui 5 per i 10 comuni della provincia di Matera e 3 per i 13 comuni della provincia di Potenza. A questa decisione i comuni lucani non ci stanno anche perché, grazie anche ai tecnici delle associazioni di categoria degli agricoltori, sono tante le anomalie che abbiamo registrato. E anche per questa ragione stiamo preparando altri ricorsi. Non ci diamo per vinti consapevoli come siamo che la situazione dei contribuenti è drammatica. Fra l’altro il provvedimento colpisce alla rinfusa senza individuare con esattezza i legittimi proprietari dei terreni. Questo, però, non ha impedito al Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanza, di effettuare già il prelievo dalle casse dei comuni. Il 28 novembre il governo ha sottratto la cifra corrispondente calcolata semplicemente in via statistica ed ha chiesto ai comuni di recuperare quelle risorse andando a individuare i contribuenti. Intorno a questo problema non ci sono solo anomalie, ma c’è anche un grande tema politico: i sindaci non possono più essere trattati da meri gabellieri. Sono anni e anni che i sindaci sono costretti a fare i conti con pesantissimi tagli ai trasferimenti statali. Con L’Imu agricola ci sono amministrazioni comunali che non riusciranno mai ad incassare questi soldi e sono vicinissimi al dissesto finanziario. E’ una situazione inaccettabile e per questa ragione – ha concluso il presidente dell’Anci – i comuni lucani non si arrenderanno e il 7 marzo scenderanno in piazza speriamo con la partecipazione di tantissimi cittadini per far arrivare la nostra voce al Parlamento e al Governo”.
Manifestazione di Matera contro l’Imu agricola, nota Cia
Il coordinamento Agrinsieme tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha chiesto -e lo ribadisce ora anche al Senato- di rivedere una scelta che si presenta, alla prova dei fatti, fonte di sperequazioni e che ha provocato legittime proteste da parte del mondo agricolo.
La Cia ribadisce che proseguirà nella capillare mobilitazione sul territorio, con iniziative di sensibilizzazione di prefetti, sindaci, parlamentari, mass media e opinione pubblica su un provvedimento che richiede profonde modifiche nel prossimo esame alla Camera, a cominciare dall’abrogazione del pagamento retroattivo per il 2014.
Imu Agricola, consigliere regionale Roberto Cifarelli (PD): “Balzello iniquo ed insostenibile che va cancellato”
Al termine della manifestazione indetta per l’abrogazione del Decreto 4/2015 in materia di IMU Agricola dal Presidente ANCI Basilicata e Sindaco di Matera Salvatore Adduce insieme ai Sindaci della provincia di Matera, alla quale hanno preso parte anche numerosi agricoltori della stessa provincia, il Capogruppo PD in Regione Basilicata, Roberto Cifarelli ha ribadito che l’imposta è ingiusta e penalizzante per gli agricoltori e proprietari di terreni nel Meridione ed in particolare nella Basilicata.
Il capogruppo PD ha sottolineato la iniqua e insostenibile richiesta dello Stato a 22 comuni della Basilicata che hanno già subito per questa ragione consistenti tagli ai trasferimenti mettendo così in serio pericolo i loro equilibri di bilancio. Una piccola regione, con una popolazione inferiore all’1% del totale nazionale a cui viene chiesto di partecipare con 8 milioni di euro circa su un totale di gettito previsto dal Governo pari a 80 milioni di euro rappresenta una evidente sproporzione alla quale non si può assistere inermi. Ho chiesto al Presidente Pittella di intervenire con forza in sede di Conferenza dei Presidenti delle Regioni perché venga assunta una posizione netta contro tale ingiustizia perpetrata ai danni di un settore, quello agricolo, notoriamente già in crisi e che incide in un’area del Paese, il Mezzogiorno, svantaggiato e soggetta a dissesto idrogeologico ed a frequenti calamità naturali.
Spetterà poi al Parlamento, conclude l’esponente del PD lucano, accogliere il grido di dolore che proviene dalle nostre comunità e per questo ci appelliamo al ruolo dei nostri parlamentari sperando in un ruolo decisivo che dovrà essere svolto innanzitutto dal Capogruppo PD alla Camera dei Deputati, Roberto Speranza.
IN PRIMO LUOGO A PARERE DELLA CIA E’ NECESSARIO MODIFICARE ALCUNE PARTI DELLA NORMATIVA in ragione del fatto che TALE IMPOSTA NON RISPETTA I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL CONTRIBUENTE : EQUITA’, SOSTENIBILITA’ E PROGRESSIVITA’.
- INOLTRE VI SONO ALMENO ALTRI DUE RILEVANTI ASPETTI VERSO I QUALI D’INTESA CON I COMUNI E CON L’ANCI SI PROPONE DI MODIFICARE E RIVEDERE.
- prima questione
- riguarda il riconoscimento dell’esenzione nei comuni parzialmente montani e della riduzione del coefficiente di rivalutazione nei comuni di pianura al solo d. AGRICOLTORE PROFESSIONALE. Intendendosi per agricoltore professionale la figura di cui all’art. 1 del d.lvo 99/2004, iscritto nella previdenza agricola INPS.
- La volontà del legislatore che ha voluto espressamente circoscrivere solo a tale figura alcune esenzioni e agevolazioni di fatti limita a poco più di 400.000 posizioni previdenziali esistenti in Italia e poco più di 8.000 in Basilicata con la possibilità di estendere tali benefici ad una platea di almeno il doppio 16.000/18.000.
- Appare estremamente limitativo e in evidente contraddizione la decisione del legislatore avvalorata dalla nota del Dipartimento Finanza del Ministero, di restringere alle sole figure iscritti negli elenchi previdenziali INPS, in particolare rispetto a decisioni assunte pochi mesi fa sempre dal governo Italiano quanto è stato chiamato a definire con apposita norma la figura di AGRICOLTORE ATTIVO per acceder ai benefici in materia di aiuti, integrazioni e benefici a valere sui fondi strutturali UE ed in particolare sul FEASR, FESR,FSE e fondo coesione.
- In questo caso la norma annovera oltre 800.000 beneficiari e figure addette, quasi il doppio di quelle attualmente riconosciute e che in Basilicata il dato in nostro possesso si attesta con ulteriori 10.000 aziende potrebbero beneficiare dell’esenzione e dell’agevolazione allocate nei 9 comuni parzialmente montani e nei 16 comuni non montani di pianura.
- SECONDA QUESTIONE: che s’intendiamo sottoporre a modifica sempre del DL 4/2105 riguarda l’interpretazione data dal legislatore circa i terreni oggetto di concessione a AGRCOLTORI PROFESSIONALI.
- In questo caso nessuna agevolazione o esenzione è riconosciuta se le due parti, concedente da un lato e concessionario dall’altro non rivestono congiuntamente la figura di Agricoltore professionale con iscrizione INPS.
A fronte di tale interpretazione la CIA propone quanto segue.
Appare del tutto evidente e assolutamente iniqua, oltre che contradditorio tassare il bene concesso e utilizzato da un Agricoltore professionale solo in ragione della proprietà.
A fronte di tale stato di cose la CIA propone di riconsiderare l’impianto normativo riguardo le figure e i soggetti che conducono e lavorano il terreno secondo il principio Europeo dell’AGRICOLTORE ATTIVO, cosi come previsto dalla Conferenza STATO/REGIONI e contenuto
nel decreto MIPAF 6513 del 18/11/2014 all’art. 3, in applicazione della regolamentazione comunitaria 1307/2013.
Secondo la Cia tale modifiche al decreto 4/2015, produrrebbe:
- Un allineamento delle nostre disposizioni normative agli indirizzi Europei.
- Pone le basi per un sistema impositivo più equo e sostenibile e premiale per chi svolge attività e produce in Agricoltura.
- Fornirebbe un impulso alla mobilità fondiaria e un diretto accrescimento sul versante del dimensionamento fondiario delle singole aziende.
- Una più ampia e significativa crescita di SAU e di territori preservati, manutentati e sottratti all’abbandono e al dissesto.
La fotogallery della manifestazione promossa a Matera per protestare contro l’Imu agricola (foto www.SassiLive.it)