Produzione di compost. Un progetto ambizioso è stato presentato dalla Teknoservice, società impegnata in Italia nella gestione dei servizi di igiene urbana, alla Regione Basilicata e al Comune di Pisticci. L’investimento di oltre 25 milioni di euro, oggetto di una lenta istruttoria amministrativa, prevede la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica del rifiuto organico con la produzione di 13.000 tonnellate anno di ammendante compostato di qualità destinato, inoltre, all’utilizzo in agricoltura in tutta l’area Metapontina e la produzione di 3.000.000 di metri cubi anno di biometano destinato all’utilizzo come biocarburante per autotrazione. Una vera novità impiantistica, le prima nel Mezzogiorno d’Italia.
La realizzazione dell’impianto consentirebbe, quindi, a tutta la Regione Basilicata una drastica riduzione dei costi di smaltimento del rifiuto organico che attualmente viene conferito in altre Regioni Italiane sostenendo tariffe elevatissime che variano dalle 200 alle 300 € a tonnellata.
Si tratta, pertanto, di una infrastruttura destinata al servizio pubblico che oltre a ridurre i costi di smaltimento per tutte le amministrazioni Comunali ridimensionerebbe anche l’impatto ambientale legato al trasporto su gomma e creerebbe un’importante ricaduta economica legata al suo indotto nell’intera area Pisticcese.
“Vogliamo contribuire alla crescita economica e produttiva della Regione Basilicata – spiega Alberto Gasparini, direttore generale della Teknoservice – con investimenti significativi sia dal punto di vista delle infrastrutture e dell’ambiente. Il procedimento amministrativo, da concludersi ai sensi dell’articolo 27-bis del Dlgs. 152/2006, si è svolto nell’inosservanza delle incombenze e delle tempistiche stabilite dalla norma. Quindi, la Regione Basilicata è renitente. Perché? Inoltre, dopo aver assecondato la richiesta degli Enti partecipanti alla conferenza di servizi, lo scorso 3 ottobre 2018, l’iter avrebbe avuto una accelerata. Ad oggi, purtroppo, tutto si è arenato. Perché?”. E ancora. “L’ufficio ambiente, disattendendo ulteriormente il procedimento definito dalla legge, ha atteso ad oltranza il parere degli Enti, rimasti silenti (silenzio, che, per legge, è equiparato ad assenso), per poi richiedere, in data 6 maggio 2019, ulteriori integrazioni. Cosa che, tra l’altro, abbiamo fatto. E, nonostante l’integrazione documentale, tutti rimangono in silenzio. Perché? L’unico Ente che ha espresso un parere non favorevole è il Comune di Pisticci, comunque, non vincolante. E’ triste prendere atto della miopia amministrativa, politica e istituzionale degli Enti, specie, quando ci sono investimenti significativi per lo sviluppo sociale ed economico di una regione. Noi, in ogni modo, non ci arrenderemo e faremo valere le nostre ragioni in tutte le sedi della Giustizia. Noi ci crediamo”.