“L’Unità contadina, un’aggregazione di soci che ha condiviso un progetto, ha vinto una scommessa che tutti devono cogliere. La scelta del Gal di mettere in campo un bando di questo tipo nella programmazione 2007-2013 (che abbiamo chiuso, accelerando negli ultimi mesi del 2015, raggiungendo oltre il 99 per cento della spesa e recuperando oltre 90 milioni di euro) ha prodotto un’opportunità fondamentale”. Lo ha detto questa mattina a Lavello, l’assessore regionale alle Politiche agricole, Luca Braia, dopo aver partecipato – insieme all’assessore della Basilicata all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, all’inaugurazione di un Centro di raccolta di rifiuti speciali in agricoltura, finanziato con fondi Feasr e realizzato nell’ambito di un progetto che ha come capifila la società cooperativa agricola Unità contadina.
Nel corso dell’inaugurazione, l’assessore Pietrantuono – prima di partire per un impegno istituzionale – ha sottolineato “l’importanza dell’iniziativa”. “Salutiamo con piacere – ha spiegato – la notizia dell’apertura di un altro centro di raccolta a servizio degli agricoltori. In questo modo – ha sottolineato – prende sempre più forza l’idea di una filiera capace di portare un vantaggio logistico agli operatori e di aiutare il sistema raccogliendo i rifiuti prodotti nel settore agricolo senza andare in discarica. Tutto questo va nella direzione della pianificazione regionale, che punta sugli impianti da mettere a disposizione del fabbisogno nel territorio”.
A seguire, si è tenuto un incontro pubblico nella sede dell’Unità Contadina. “Il centro – ha detto nell’occasione l’assessore Braia – è una struttura che si presta a svolgere un ruolo decisivo per tanti agricoltori, che finora si sono attrezzati in qualche modo, anche incautamente in un’ottica ambientale, a smaltire i loro rifiuti. E che oggi hanno a disposizione uno strumento utilissimo. Oggi l’economia fa una scommessa importante sulle quattro “erre”: la riduzione dei rifiuti, il tema del riuso, quello del recupero dei materiali e quello del recupero energetico. Dobbiamo lavorare su questi quattro pilastri per far sì che diventino altrettanti fattori di sviluppo. Siamo a un primo passo, che è quello dello stoccaggio. Domani bisognerà cominciare a ragionare sul prossimo step, per far sì che nel tempo dell’economia ciclica e della bio-economia, gli scarti diventino materie prime per nuovi processi industriali ed economici. Non a caso si fa la raccolta differenziata, che incrementa il concetto del recupero, del riciclo e della rigenerazione. La Regione darà grande attenzione a questi processi, anche nella gestione degli iter amministrativi”.
L’assessore ha aggiunto che “con il Psr Basilicata 2014/2020 stiamo facendo scelte politiche ben precise che vanno nella direzione della scommessa sul biologico, sui giovani, sull’ambiente, sulle filiere, l’innovazione e la ricerca, perché i 680 milioni di euro che l’Europa mette a disposizione del comparto agricolo lucano possano essere il volano di sviluppo per questa regione che oggi tutti apprezzano per la bellezza e la qualità riconosciuta delle sue produzioni”. “L’impegno della politica europea sull’utilizzo dei fondi – ha detto ancora – è legato a questa equazione: produrre di più ed inquinare di meno. Gli strumenti del Psr ci vincolano a mettere in campo bandi che rendano premianti progetti che vadano in questa direzione. In più, nella nostra regione abbiamo un tema di cui dobbiamo farci carico: l’incapacità, nel tempo, di costruire modelli economici in agricoltura capaci di guardare non solo alla produzione, ma anche alla trasformazione e alla commercializzazione, per recuperare un valore economico. Produrre soltanto non basta, perché il business vero e proprio viene fatto da chi trasforma e commercializza”.