Inaugurato questa mattina a Matera il Villaggio Contadino di Coldiretti. Resterà aperto fino a domenica 1 dicembre dalle 9 alle 22.
Il sapere antico e la grande bellezza della campagna “invadono” la Capitale Europea della Cultura per riaffermare il valore del cibo, facendo vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti salvati dall’estinzione, a tavola con gli agrichef, nei laboratori degli agriturismi per fare la pasta in casa o intrecciare aglio e cipolle, nell’orto a coltivare assieme ai tutor e negli agriasili dove i bambini possono imparare a impastare il pane o a fare l’orto.
Un’ occasione per acquistare gustosi souvenir di Natale per se stessi o da regalare agli altri con il primo black Friday della tavola che apre la corsa ai regali delle feste nel piu’ grande mercato a chilometri zero direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica provenienti da tutta Italia dove sono presenti aree dedicate alla solidarietà per aiutare le categorie più deboli e alle aziende colpite dalle calamità. Ci sarà il primo presepe di Natale con gli animali della fattoria tra i sassi di Matera per salvare le stalle ed i pascoli a rischio di scomparsa, con un impatto devastante per la biodiversità, il paesaggio, l’ambiente e il lavoro. Focus sulle golosità regionali di Natale con i tutor dei dolci della nonna in azione. Nei tre giorni della manifestazione si alterneranno esponenti istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi e artisti che discuteranno su esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti sui temi dell’alimentazione, del turismo dell’ambiente, della scuola e della salute, ma non mancheranno spettacoli di animazione e concerti. #Stoconicontadini è anche l’unico posto al mondo dove per l’intero week end tutti potranno vivere per una volta l’ esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 5 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato, dalla pasta con fagioli di Sarconi Igp e peperone crusco agli strascinati con ragù di carne podolica fino al risotto con Aglianico del Vulture Doc, ma anche pizza con provolone podolico e rucola, la carne alla brace 100% italiana e i dolci come le cartellate fritte o le caldarroste. Ma per la prima volta si potrà andare a lezione di olio extravergine italiano nell’Oil&wine bar del Villaggio, dove si potranno degustare anche vini e birra agricola.Focus sull’agricoltura giovane e green al Villaggio delle idee con gli imprenditori agricoli under 30 che si confronteranno su progetti di sviluppo innovativi per la crescita dei territori e del Paese.
Io sono lucano al Villaggio contadino di Coldiretti
Carni, latte, olio, vino, cereali ortofrutta, erbe officinali, miele sono le filiere che caratterizzano le produzioni dei duemila soci della cooperativa “Nuova Aurora” che nelle scorse settimane hanno dato vita al marchio collettivo “Io sono lucano” della Coldiretti di Basilicata, presente con uno stand in piazza Vittorio Veneto a Matera alla tre giorni del “villaggio contadino” che sarà inaugurato venerdì 29 novembre 2019 alla presenza di oltre 70 espositori provenienti da 15 regioni italiane. Lo hanno annunciato, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto, il presidente, Francesco Perillo, e il vicepresidente della cooperativa, Nunzio Di Mauro, e i vertici della Coldiretti di Basilicata e delle province di Matera e Potenza. Dalle ore 9 del 30 novembre e per tutto il week end sarà possibile scoprire i più rari souvenir di Natale tipici della Penisola per se stessi o da regalare agli altri con la preparazione fai da te dei tradizionali cesti da mettere sotto l’albero nel più grande mercato a chilometri zero degli agricoltori di Campagna Amica provenienti da tutta Italia. Spazio al gusto con la possibilità di conoscere i piatti regionali storici delle feste, imparare a cucinare le ricette originali trasmesse da generazioni e a riconoscere quelle fake con le lezioni degli agrichef, i cuochi contadini. Focus anche sul presepe di Natale con gli animali della fattoria tra i sassi di Matera per salvare le stalle ed i pascoli a rischio di scomparsa, il fai da te a tavola” con la prima esposizione dei dolci tipici provenienti da tutte le regioni preparati dal vivo dagli agrichef. Nella giornata di apertura con il presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, accompagnato da migliaia di agricoltori, saranno presenti tra gli altri il presidente della Camera Roberto Fico, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, e il presidente della Fondazione “Matera Basilicata 2019″ Salvatore Adduce. Nel corso della tre giorni attesi poi il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova e quello degli Esteri, Luigi Di Maio. ” Io sono lucano” – e’ stato detto nel corso della presentazione a Matera presso gli spazi del mercato coperto di Coldiretti – e’ un progetto economico, sociale e culturale di grande respiro strategico per la Basilicata, che prende in considerazione i diversi aspetti legati alla produzione del cibo di qualità e del suo consumo. Il marchio comprende oltre 40 prodotti tipici e di eccellenza dell’agroalimentare lucano”. Quella di Matera sarà una vetrina importantissima all’interno della quale, è stato evidenziato “verrà presentato un marchio collettivo destinato a contraddistinguere i prodotti agroalimentari provenienti dalle cinque filiere proposte al bando sottomisura 16.0 del Piano di sviluppo regionale (Psr) di Basilicata per complessivi 40 milioni di euro”. La Coldiretti, per garantire il corretto uso del marchio ai licenziatari, ha previsto la sottoscrizione del Regolamento d’uso del Marchio (registrato al Ministero per lo sviluppo economico), l’approvazione del Disciplinare tecnico di filiera (Dtf), documentazione per garantire la rintracciabilità ed i requisiti di idoneità agricola, origine e controllo del prodotto a marchio ‘Io sono lucano’, a partire dalle imprese agricole fino alla consegna del prodotto confezionato presso i distributori. Il marchio entrerà a far parte del progetto più ampio di Filiera Italia, che mira proprio a valorizzare le tipicità dei vari territori, mentre le attività creditizie e bancarie della cooperativa “Nuova Aurora” saranno sostenute dalla Bcc di Basilicata.
Di seguito le dichiarazioni diffuse da Coldiretti per l’evento di Matera.
NATALE: COLDIRETTI, SPESA A TAVOLA DA 140 EURO A FAMIGLIA
Gli italiani spenderanno quest’anno per la tavola e i cibi di Natale 140 euro a famiglia, in linea con il dato dell’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della Xmas Survey della Deloitte, divulgata a Matera 2019 dove è stato organizzato il primo appuntamento nazionale dedicato al Natale a tavola, la tradizione più radicata nella cultura degli italiani.
Una iniziativa che fa partire il countdown del mese di chiusura da Capitale Europea della Cultura con l’opportunità unica per tutto il week end di scoprire i più rari souvenir di Natale tipici della Penisola per se stessi o da regalare agli altri con la preparazione fai da te dei tradizionali cesti da mettere sotto l’albero nel più grande mercato a chilometri zero degli agricoltori di Campagna Amica provenienti da tutta Italia. Spazio al gusto con la possibilità di conoscere i piatti regionali storici delle feste, imparare a cucinare le ricette originali trasmesse da generazioni e a riconoscere quelle fake con le lezioni degli agrichef, i cuochi contadini.
La spesa degli italiani per i cibi delle feste di fine 2019 – sottolinea la Coldiretti – è superiore del 7% ai 131 euro a famiglia messi a budget in media in Europa, dove gli spagnoli sono al vertice della classifica con una spesa di 173 euro a famiglia e in fondo ci sono i portoghesi con appena 107 euro. Una tendenza che conferma la sempre maggiore attenzione per i cittadini del Belpaese alla convivialità che trova proprio nel Natale la sua massima espressione. I prodotti acquistati – spiega Coldiretti – andranno, infatti, ad arricchire il tradizionale pranzo del 25 dicembre, la tavola più importante dell’anno, e la cena della vigilia, dove sarà protagonista il pesce. Ma le festività natalizie rappresentano anche un momento per gratificarsi ai fornelli e, magari, organizzare show cooking per gli amici, con una nuova attenzione alla ricerca di materie prime fresche e genuine da acquistare direttamente dai produttori per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo.
Non a caso un trend che si sta affermando – afferma la Coldiretti – è la preferenza accordata all’acquisto di prodotti Made in Italy, spesso legati al territorio, anche per aiutare l’economia nazionale e garantire maggiori opportunità di lavoro a sostegno della ripresa. Accanto ai tradizionali luoghi di acquisto dei cibi delle feste un crescente successo viene così rilevato per i mercati degli agricoltori di Campagna Amica che per le festività si moltiplicano nelle città e nei luoghi di villeggiatura dove spesso – conclude la Coldiretti – si realizzano anche show cooking degli agrichef per aiutare la riscoperta delle ricette natalizie del passato.
NATALE: COLDIRETTI, IN BLACK FRIDAY ACQUISTI PER 6 ITALIANI SU 10
Nel weekend del Black friday hanno deciso di fare acquisti quasi sei italiani su dieci (il 58%) sotto la spinta delle promozioni e delle iniziative vantaggiose previste nei negozi, nei mercati e su internet, dando di fatto il via allo shopping delle feste. E’ quanto emerge da un’ìndagine Coldiretti-Ixe’ su “Il Venerdì nero’ degli italiani”, divulgata a Matera 2019 dove è stato organizzato il primo appuntamento nazionale dedicato al Natale a tavola, la tradizione più radicata nella cultura degli italiani, con il Black friday del gusto per offrire la possibilità di acquistare i più rari e gustosi souvenir in vista del Natale nel grande mercato di Campagna Amica.
Anche se si tratta di una iniziativa nordamericana nata già negli anni ’60, si sono moltiplicate anche in Italia promozioni commerciali per l’occasione che si allargano – precisa la Coldiretti – dal web ai grandi gruppi fino ai mercati contadini, coinvolgendo soprattutto la fascia più giovane della popolazione. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ ad approfittare del “Venerdì nero” è – spiega Coldiretti – infatti ben il 93% dei ragazzi tra i 25 e i 34 anni, una percentuale nettamente superiore a quella totale italiana ma anche ai pari età americani che nello stesso periodo hanno pianificato di fare compere, ferma all’84% secondo le stime della National Retail Federation Usa.
A livello generale chi coglierà le occasioni a prezzi più o meno stracciati spende in media 167 euro, seppur con sensibili differenze. Se quasi 4 italiani su 10 (38%) spendono tra i 100 e i 200 euro, un altro 9% arriva fino a 300 euro, un 7% si spinge a 400 euro mentre un 3% di “paperoni” supera addirittura i 500 euro. Per il 24% gli acquisti restano, invece sotto la soglia dei 100 euro. Ma c’è anche un 26% degli italiani non acquista nulla durante la settimana degli sconti mentre un 16% decide solo all’ultimo momento se mettere mano o meno al portafogli.
La tendenza nazionale non è quella di concentrare le offerte in un periodo limitato ma di spalmarle durante l’intero week end, così da favorire quanti approfittano dell’appuntamento soprattutto per fare gli acquisti di Natale in anticipo. Un modo per avvantaggiarsi dei prezzi più convenienti – continua la Coldiretti – proposti da molti esercizi sotto forma di offerte speciali o per non dovere affrontare le lunghe file che caratterizzano il momento clou dello shopping delle festività.
Il consiglio della Coldiretti per l’occasione è non farsi guidare dagli acquisti di impulso, di confrontare sempre le varie offerte, accertarsi dell’originalità del prodotto e di rivolgersi nel caso della rete a siti sicuri.
NATALE. COLDIRETTI, SOS PRESEPE, DA STALLE SPARITI 2 MLN DI ANIMALI
IN CONTROTENDENZA GLI ASINI SONO QUASI QUINTUPLICATI IN 10 ANNI
E’ Sos presepe dopo che negli ultimi dieci anni sono scomparsi dalle campagne italiane quasi 2 milioni di animali tra pecore, mucche e maiali. E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti diffuso a Matera 2019 dove è stato organizzato il primo appuntamento nazionale dedicato al Natale a tavola, la tradizione più radicata nella cultura degli italiani, che fa partire il countdown del mese di chiusura da Capitale Europea della Cultura.
Tra i sassi è stato realizzato – spiega Coldiretti – un vero e proprio presepe con gli animali di razze antiche, dalla maestosa mucca podolica all’asino di Martina Franca, il gigante tra i quadrupedi dalle grandi orecchie, a simboleggiare il bue e l’asinello che riscaldarono Gesù bambino. Ma ci sono anche pecore e capre, come la pecora Gentile di Puglia e la capra lucana, che nella rappresentazione tradizionale erano al seguito dei pastori giunti in adorazione del Bambinello, assieme ad altri animali da cortile, come il suino nero lucano o la gallina Livornese. Un presepe simbolo nella capitale della cultura per ricordare che a rischio c’è la straordinaria biodiversità delle stalle italiane dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli.
Stalle, ricoveri e ovili si sono svuotati con la Fattoria Italia che nell’ultimo decennio ha perso – sottolinea la Coldiretti – solo tra gli animali più grandi, circa un milione di pecore e agnelli, oltre a quasi 800mila maiali e 200mila bovini e bufale. Un addio che – precisa la Coldiretti – ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi pagati per il latte e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero.
Con mucche e pecore sono scomparsi anche i pascoli e i prati e il risultato è che negli ultimi 25 anni è andato perso oltre ¼ della superficie agricola (-28%), secondo un’analisi Coldiretti su dati Ispra, e, con esso, la capacità di assorbire le emissioni inquinanti ma anche di assicurare il riempimento delle falde acquifere. Ma con la chiusura delle stalle cala anche la produzione di letame e liquami indispensabili per fertilizzare i terreni e aumentare la capacità di trattenere l’acqua da parte del terreno, alla base dell’agricoltura biologica con l’Italia che – riferisce la Coldiretti – detiene la leadership europea in termini di numero di aziende.
Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – sottolinea la Coldiretti – rappresentano dunque un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio c’è il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. L’allevamento italiano – continua Coldiretti – è poi un importante comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro. “Per questo quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni”, ricorda il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
In netta controtendenza rispetto all’andamento degli altri animali della tradizione del presepe – continua la Coldiretti – ci sono invece gli asini, che nel giro di dieci anni sono praticamente quintuplicati (+377%). Il risultato è che in Italia si contano oggi ben 62mila quadrupedi dalle grandi orecchie, che dopo aver rischiato l’estinzione stanno vivendo un momento di riscossa. Le qualità nutrizionali del latte, la riscoperta delle proprietà cosmetiche e soprattutto il carattere mansueto, docile e amichevole sono alla base del prepotente ritorno del simpatico quadrupede nelle campagne, oggi tornato ad essere considerato prezioso anche con il suo reinserimento in programmi di interesse sociale ed economico, dall’onoterapia al turismo a dorso d’asino.
NATALE: COLDIRETTI, DOLCI FATTI IN CASA IN 48% FAMIGLIE
In quasi la metà delle famiglie italiane (48%) c’è chi prepara in casa i dolci tipici del Natale nel rispetto delle tradizioni locali. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ che evidenzia un importante ritorno al fai da te, messo in mostra al Villaggio contadino a Matera dove è stato organizzato il primo appuntamento nazionale dedicato al Natale a tavola, la tradizione più radicata nella cultura degli italiani, con la prima esposizione dei dolci tipici provenienti da tutte le regioni realizzati dal vivo dagli agrichef, i cuochi contadini. La preparazione casalinga dei piatti tradizionali delle feste è infatti – sostiene la Coldiretti – una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne e all’interno delle mura domestiche si svolge il rito della preparazione di specialità alimentari caratteristiche del Natale destinate spesso a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno.
Si tratta spesso di dolci – ricorda Coldiretti – le cui ricette sono tramandate da generazioni e rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale del Paese. Accade così che, assieme agli immancabili panettone ed il pandoro sulle tavole sono tornate anche le specialità casalinghe della tradizione contadina. Da Nord a sud del Bel Paese – sottolinea la Coldiretti –le specialità sono moltissime e tutte fortemente legate al territorio, in Basilicata non possono mancare i calzoncelli di pasta fritta con ripieno di mandorle e zucchero oppure castagne e cioccolato, in Calabria si consuma la pitta “mpigliata” con la sua caratteristica forma a rosellina (o rosetta). In Campania è il tempo di roccocò e susamielli, mentre in Puglia troviamo le cartellate baresi, nastri di una sottile sfoglia di pasta, unita e avvolta su sé stessa sino a formare una sorta di “rosa” impregnata di vincotto tiepido o di miele, e poi ricoperte di cannella, zucchero a velo oppure mandorle. Al nord – continua la Coldiretti – in Friuli torna la gubana, una pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone, dalla caratteristica forma a chiocciola, in Emilia Romagna la spongata ripiena di miele, uva passa, noci, pinoli, cedro, in Liguria del pandolce (impasto di farina, uvetta, zucca candita a pezzetti essenza di fiori d’arancio, pinoli, pistacchi, semi di finocchio, latte e marsala ) e in Lombardia, dove troviamo il Panun de Natal, un dolce ricco di frutta secca e molto profumato fatto con il grano saraceno e che può avere la forma di un filoncino leggermente appiattito o più raramente di una pagnotta rotonda, rigonfia al centro. Non mancano specialità infine – continua la Coldiretti – nelle isole come in Sicilia con i buccellati di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi).
Ma per chi non ha tempo di dedicarsi al fai da te casalingo e vuole comunque stupire i commensali – continua Coldiretti – arrivano i primi agripanettoni 100% italiani, come quelli con grano anico o di mais corvino fatti in Lombardia o il panettone con grano 100% nazionale, frutto della collaborazione tra Sis, Società Italiana Sementi di Bologna, mulino Pivetti di Cento (Ferrara), Coprob (cooperativa produttori bieticolo-saccariferi) e la cooperativa Deco Industrie di Bagnacavallo (Ravenna). Per produrlo – continua Coldiretti – è stato utilizzato grano tenero della varietà “Giorgione”, da cui si ottiene una farina al top della qualità per la trasformazione in prodotti da forno. Selezionato, coltivato, raccolto e macinato in Italia, il Giorgione – commenta Coldiretti – è un grano tenero frutto della ricerca di Sis, ottenuto con incroci naturali e senza impiego di organismi transgenici, ma valorizzando il meglio della tradizione produttiva del grano nel nostro Paese. Oltre all’ingrediente base, la farina, il panettone 100% italiano – conclude Coldiretti – utilizza burro, zucchero, uova, lievito madre e scorze di arance candite, tutti di produttori nazionali.