Per salvaguardare le pinete del Metapontino e decine e decine di ettari di bosco in fiamme da giorni nel Materano e persino gli uliveti della collina materana, gli agricoltori vogliono rendersi parte attiva. Nella battaglia per la prevenzione e la riduzione del rischio incendi, ci sono molte aziende agricole confinanti alle aree interessate dagli incendi che sono disponibili ad adoperarsi per la tutela delle stesse sulla linea dei contratti dì fiume già attuati con gli agricoltori. Ad affermarlo è Giuseppe Stasi, presidente Cia-Agricoltori Matera, rilanciando la candidatura degli agricoltori a “sentinelle” del territorio. Grazie alla loro attività, infatti, i produttori agricoli possono giocare un ruolo primario nel contrastare la piaga dei roghi, incentivando la loro capacità di presidiare i boschi, con azioni di controllo e soprattutto di gestione del patrimonio verde locale.
Il patrimonio boschivo italiano si estende su tutta la penisola e supera gli 11 milioni di ettari di superficie, oltre un terzo dell’intero territorio nazionale. Si tratta di un’immensa risorsa di biodiversità che non va assolutamente dispersa e ridotta in cenere, tanto più che gli effetti per l’equilibrio naturale sono davvero devastanti e i tempi per il riassetto dell’ecosistema molto lunghi e costosi -ricorda Cia-. Senza contare che un solo ettaro di superficie coperta da alberi è in grado di assorbire mediamente 2 tonnellate l’anno di anidride carbonica, liberando una tonnellata di ossigeno.
La Cia-Agricoltori della provincia di Matera ribadisce che nel Progetto “Il Paese-la Basilicata che vogliamo” sono affidati ai nostri agricoltori compiti significativi di “custodi del territorio” anche a salvaguardia dei beni paesaggistici e naturalistici. Il territorio “agrario” e cioè quello che rimane ad oggi ancora allo stato “naturale” o semi-naturale costituisce anche gran parte del patrimonio paesaggistico e denota una forte identità fatta di usi, costumi, tradizioni, culture del paesaggio italiano. Questo territorio convive con una delle maggiori risorse nazionali che è il turismo: agricoltura di qualità e turismo culturale, non standardizzato o di massa, costituiscono un potenziale enorme per il nostro Paese se concepite in una logica di sistema.
Un capitale verde che va necessariamente tutelato, quindi, prima di tutto dai roghi. Per questo è sempre più necessario programmare, valorizzare e incrementare le attività selvicolturali, con gli agricoltori protagonisti e utilizzando parte dei fondi del PNRR -evidenzia Cia-. Solo con una gestione attenta, efficiente e capillare, è possibile salvaguardare i boschi italiani dal rischio incendi, valorizzare al meglio biodiversità e paesaggio dal punto di vista economico e ambientale e garantire la stabilità idrogeologica del territorio.