Cgil, Cisl, Uil parteciperanno alla giornata di lutto cittadino annunciata dal sindaco di Maratea per la morte dell’operaio Biagio Iaria, 54 anni, di Maratea, avvenuta in un cantiere navale di Ostia. L’ennesimo incidente mortale sul lavoro ha come vittima uno dei tanti lavoratori lucani che per la mancanza di lavoro è costretto a lasciare il paese di origine per trasferirsi con la famiglia fuori regione. Cgil, Cisl, Uil hanno preso contatto con i sindacati confederali del Lazio chiedendo di essere informati sulle cause, ancora in corso di accertamento, che hanno provocato la morte di Iaria che lascia la moglie e tre figli. La campagna nazionale e regionale promossa con lo slogan “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro” sarà intensificata perché la situazione delle morti di lavoratori e degli incidenti in cantiere e in fabbrica è diventata un’autentica emergenza in tutto il Paese. In tutti i luoghi di lavoro devono essere applicate e rispettate le misure normative e contrattuali previste, altrimenti non si puo’ piu’ parlare di ‘incidenti sul lavoro’, ma di una strage consapevole che ha dei responsabili – dicono i rappresentanti dei lavoratori -. Non possono più bastare le dichiarazioni di buone intenzioni e gli appelli, chi è demandato ad intervenire, deve farlo!.
Incidente mortale sul lavoro a Ostia, vittima un uomo di 58 anni di Maratea, intervento Summa (Cgil Basilicata)
“Si continua a morire senza che il governo assuma atti concreti. Oggi l’ennesima vittima a Ostia, dove ha perso la vita a seguito di un infortunio un lavoratore di 58 anni originario di Maratea, alla cui famiglia va il cordoglio della Cgil”. Così in una nota il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: servono investimenti sulla prevenzione e sulla sicurezza, il governo centrale e le Regioni – continua Summa – si facciano carico di questa emergenza sociale che richiede interventi immediati.
È necessario prevedere risorse per l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro e di tecnici della sicurezza – afferma il segretario – ma è anche necessario rivedere con urgenza quanto previsto dal dl Semplificazioni rispetto alle norme che regolano gli appalti: le continue morti sul lavoro sono la dimostrazione tangibile di come a pagare la crisi siano ancora esclusivamente i lavoratori e le lavoratrici, la cui salute e i cui diritti vengono svenduti a vantaggio delle sole logiche del profitto”.