Presentata presso la sede di Confapi Matera è stata presentata la seconda edizione del Progetto “ISPI” acronimo di inclusione sociale e professionale per gli immigrati. Il progetto nasce da un’iniziativa promossa da Confapi Matera con il Consorzio Mediterraneo in collaborazione con l’associazione Tolbà e il patrocinio dell’UNAR – Presidenza del Consiglio dei Ministri.
All’incontro con i giornalisti hanno patecipato Silvia Scarpa rappresentante dell´UNAR presso la Presidenza del Consiglio di Ministri, il presidente della Provincia di Matera Franco Stella, la dottoressa Graziella Cormio presidente dell´Associazione Tolbà, Silvio Grassi vice presidente nazionale Confapi Turismo, Nicola Caruso presidente Consorzio Mediterraneo e Pasquale Latorre direttore di Confapi Matera.
“Rispetto alla prima edizione – ha precisato in apertura il direttore di Confapi Matera Pasquale Latorre – in cui il progetto ISPI ha puntato su incontri bilaterali tra imprenditori e migranti quest’anno abbiamo ipotizzato un percorso formativo sul turismo per due ragioni: sia perchè è uno dei pochi settori che ha interessanti prospettive di crescita anche sul nostro territorio e sia perchè può favorire l’integrazione dei migranti nel mondo del lavoro come lavoratori dipendenti o imprenditori. Il progetto prevede workshop delle professioni dedicati all’inclusione sociale e professionale per gli immigrati che si svolgeranno presso la sede del Consorzio Mediterrano. Vi parteciperanno quaranta migranti che frequenteranno un corso base di quattro settimane e tenuto conto della loro inclinanazione, della formazione scolastica e delle esperienze già maturate potranno scegliere percorsi specialistici di avviamento al lavoro”. Questa iniziativa rientra nell’ambito della settimana d’azione contro il razzimo promossa a livello nazionale dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Proprio in questi giorni un’indagine condotta dalla Confapi sugli immgrati ha evidenziato che la Piccola e Media Impresa è il luogo privilegiato per l’immigrazione e l’inclusione sociale dei migranti ed opportuno ricordare che in ogni impresa italiana è presente una forza lavoro migrante pari al 20%”.
Silvio Grassi, vice presidente nazionale Confapi Turismo e socio di Consorzio Mediterraneo, ha provato a spiegare in maniera sintetica cosa occorre fare per garantire l’nclusione sociale dei migranti sul nostro territorio: “Credo che sia importante poter contare su uno Stato efficiente e su una comunità disponibile ad accogliere persone che si ritrovano nelle nostre città per una serie di ragioni di carattere politico, sociale o economico. I migranti che si sono iscritti a questi workshop informativi hanno mostrato grande entusiasmo e sono pronti a conoscere uno dei settori vincenti del nostro sistema economico, il turismo. Si tratta di un cammino intensivo per coapire i fondamentali del turismo, le dinamiche promo-commerciali e le professionalità che lavorano in questo settore. Basta considerare che il turismo produce il 4% del Pil nel Materano, l’8% nel Sud Italia e il 12% a livello nazionale. Dai colloqui effettuati ho già potuto constatare il bagaglio culturale dei corsisti e quindi al termine della fase formativa potranno scegliere se lavorare nel campo dell’intermediazione turistica piuttosto che cimentarsi nella progettazione di eventi legati al turismo o di scegliere il campo dell’accoglienza svolgendo mansioni di cameriere in strutture ricettive o della ristorazione. Toccherà naturalmente al Consorzio Mediterraneo mettere i contatto i corsisti con le aziende del settore turistico che intendono avvalersi di queste risorse umane e in ogni caso il progetto resta a disposizione dei migranti per offrire un servizio di consulenza”.
Silvia Scarpa, rappresentante dell’UNAR presso la Presidenza del Consiglio di Ministri, ha illustrato gli obiettivi dell’ufficio nato nel 2003 per combattere contro la discriminazione razziale e che dal 2010 ha deciso di allargare il suo campo d’azione cercando di favorire l’ingresso dei migranti nel mondo del lavoro. “Abbiamo riscontrato che nel 2012 il 75% dei casi di discriminazione razziale nel nostro Paese si registra nel mondo del lavoro, quindi il problema sorge quando il migrante cerca un posto di lavoro ma riscontra delle difficoltà evidenti al momento della selezione. L’immigrato viene discriminato e quindi il progetto ISPI si propone anche quest’anno di eliminare queste barriere. La settimana d’azione contro il razzimo promossa a livello nazionale si è aperta con i cartellini rossi sventolati dai calciatori negli stadi italiani per rappresentare in modo significativo la volontà di combattere il razzismo e poi è arrivata questa iniziativa che riguarda il lavoro. Il periodo scelto non è casuale perchè il 21 marzo del 1960 in Sudafrica si registrava il massacro di Sharpeville, che costò la vita a 69 persone e provocò 300 feriti. L’intenzione è quella di valorizzare queste iniziative per fermare il razzismo e qualsiasi forma di discriminazione”.
Graziella Cormio, presidente dell´Associazione Tolbà, ha ricordato in apertura che “nel 2013 ricorre il ventennale di Tolbà. Quando abbiamo deciso di avviare questa associazione ho sempre pensato ai migranti e non al fenomeno dell’immigrazione perchè il nostro obiettivo era quello di aiutare persone provenienti da Paesi lacerati da guerre civili a creare un nuovo progetto di vita sul nostro territorio. Ecco perchè abbiamo considerato interessante l’approccio alle persone di questo progetto. L’ISPI consente di affrontare un dialogo con i migranti in cerca di un lavoro, favorisce la formazione e l’inserimento del mondo del lavoro di queste persone e mette in relazione i migranti con le istituzioni. Voglio sottolineare in particolare il protocollo d’intesa siglato con la Provincia di Matera al termine di un percorso che ci ha visti impegnati per dare risposte urgenti a persone che non potevano più avere una casa perchè non pagavano le bollette e l’affitto. In questa nuova azione sono rappresentati extracomunitari e neo-comunitari, quindi persone che difficilmente sono beneficiari di un percorso formativo. Ricordo in proposito l’esperienza delle case di accoglienza a Salandra e Policoro, il progetto avviato per i richiedenti asilo e rifugiati, un tirocinio formativo con un’azienda del salotto, un progetto avviato con Cna, e un’iniziativa dedicata in particolare a donne migranti. Tante iniziative di Tolbà per valorizzare le potenzialità di queste persone. Certamente in un contesto sociale molto difficile è opportuno precisare che i diritti senza i doveri non hanno significato. Probabilmente pochi sanno che nella nostra città ci sono molti immigrati che hanno frequentato l’Università e conoscono due, tre, quattro lingue: oltre quella della propria terra sanno comunicare in inglese, francese e arabo. E questi immigrati li vediamo lavorare sui nostri cantieri edili: con tutto il rispetto per questo lavoro è evidente che è una brutta operazione di secologia che fa disperdere le capacità intellettuali di queste persone. Tolbà è impegnata oggi ad attivare corsi di cinese per i bambini che frequentano le scuole elementari di Matera dopo aver già organizzato corsi di giapponese e arabo mentre ad Altamura è stato promosso un corso in lingua rumena grazie alla collaborazione dell’Ambasciata Rumena presente a Roma. Tolbà può contare anche sul contributo volontario di Valeria Carnovale, che insegna il cinese, considerata oggi la nuova lingua del popolo a seguito del boom economico della Cina e della forte presenza di persone cinesi anche a Matera. Tolbà ha coinvolto due giovani del servizio volontario europeo, un italo-tedesco e un’armena. Tanti esempi di buone pratiche per colmare un vuoto. Abbiamo riscontrato infatti che molti richiedienti asilo e rifugiati non fanno un percorso di socializzazione. Quando c’è stata l’emergenza della Libia e sono arrivati migranti anche sul nostro territorio il Governo italiano ha stanziato 1200 euro al mese per ogni migrante ma questi fondi non sono serviti per migliorare le loro condizioni. Oggi molti di loro sono costretti dal racket fuori controllo a chiedere l’elemosina ai semafori provocando l’ira degli automobilisti, innervositi dal blocco del traffico provocato dalla richiesta di lavare il parabrezza delle proprie vetture. Ma quando c’è una cattiva gestione dei fondi pubblici la presenza di immigrati crea disappunto nella comunità locale e scatta l’idea che uno straniero stia dando fastidio. Tenuto conto di queste considerazioni credo che l’ISPI rappresenta una buona pratica per ottenere risultati concreti, perchè c’è una conoscenza diretta tra formatori e migranti e i risultati potranno sicuramente arrivare. Al termine del percorso formativo i migranti potrebbero costituire una cooperativa, un’associazione o avviare un’attività in proprio”.
Gli allievi arrivano da Matera e provincia ed è toccato a Franco Stella, che prima di passare alla guida della Provincia è stato il principale artefice della nascita dell’Associazione delle Piccole e Medie Imprese guidandola per circa trent’anni. “Ringrazio Tolbà e in particolare Grazia Cormio per il rapporto proficuo che abbiamo subito instaurato quando è venuta a trovarmi in Provincia. Ho cercato di portare subito dei risultati concreti rispetto alle esigenze dei migranti e ci siamo misurati in una serie di progetti con l’obiettivo di dare risposte al nostro territorio. Ricordo che non sono un politico, sono stato prestato alla politica a seguito della richiesta del mondo imprenditoriale e con grande sacrificio ho accettato di svolgere il compito che gli elettori mi hanno assegnato. Colgo l’occasione per ricordare anche il lavoro che ha svolto per Tolbà il compianto assessore Antonio Montemurro al quale avevo assegnato la delega alle politiche sociali. La Provincia di Matera ha sempre cercato di rispondere alle emergenze del nostro territorio e alle istituzioni voglio lanciare un messaggio chiaro: o si svegliano o verranno punite a colpi di cannone anche qui come sta avvenendo a livello nazionale. Con l’ISPI è opportuno ricordare che il progetto garantisce benefici non solo ai migranti ma anche agli imprenditori di questo territorio e pertanto mi auguro che possa produrre risultati concreti con l’assunzione di tutti i corsisti da parte delle aziende che hanno investito nel turismo e sono associate a Confapi Matera.
Nicola Caruso, presidente del Consorzio Mediterraneo, ha ricordato il percorso imprenditoriale e le iniziative che sono state messe in campo anche grazie al contributo di Franco Stella: “Insieme a lui è nata l’idea di dar vita alla BTL, la Borsa del Turismo Locale. Sono convinto che il turismo ha un potenziale enorme in questa città ma sarà fondamentale individuare le strategie giuste per aggredire nuovi mercati. In questi giorni stiamo lavorando anche per implementare dei totem informativi che saranno installati all’aeroporto di Bari e all’ingresso dei principali enti locali. Un modo nuovo di promuovere il turismo in un contesto globalizzato nel quale vogliamo affermarci per far crescere il nostro territorio”.
Michele Capolupo
La fotogallery del workshop delle profession “L’Inclusione Sociale e Professionale per gli Immigrati” nell’ambito del progetto ISPI – foto www.sassilive.it