Si è tenuto un incontro tra le rappresentanze datoriali, in particolare del mondo delle cooperative e sindacali e l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Galella, nell’ambito del tavolo di confronto sulle misure di reddito minimo di inserimento e Tis.
L’assessore ha confermato quanto già affermato nei precedenti incontri ossia l’ipotesi di un “approdo” dei beneficiari delle due misure all’interno di aziende private o cooperative, mediante un percorso iniziale che prevederebbe l’utilizzo di tirocini extracurricolari. L’assessore ha inoltre comunicato che nei prossimi giorni verrà ultimata la rilevazione dei fabbisogni dei nuclei familiari della platea, al fine di distinguere le diverse situazioni, oltre che la profilazione, da parte di Arlab, di ogni partecipante alle due misure per valutare la capacità lavorativa per un prossimo incrocio domanda – offerta di lavoro.
Cgil, Cisl e Uil, rassicurandosi innanzitutto della continuità delle misure Rmi e Tis per i prossimi 10 mesi quindi fino a ottobre 2023 e della relativa copertura finanziaria, hanno ribadito come nessuna soluzione possa essere prospettata se non quella di una condizione di uscita dalla platea che eviti nella maniera più assoluta forme di precarietà lavorativa:stiamo parlando di persone che vivono da anni in una situazione che è già di grandissimo disagio e sfruttamento. Non è in alcun modo pensabile alcuna situazione se non quella di contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, soluzione che va ovviamente sostenuta con appositi strumenti normativi e finanziari, per far si che al lavoro sia garantita la dignità e la tutela del lavoro.
Considerata la natura interlocutoria dell’incontro di stamattina, che è stato aggiornato alla prossima settimana per entrare più nel merito della proposta di proseguo delle attività, attendiamo di ricevere – come promesso dall’assessore – il documento ufficiale del percorso ipotizzato e la profilazione di ciascun partecipante, per poter esprimere un giudizio più compiuto, riservandoci di avanzare controproposte che partano da un presupposto di fondo non rinunciabile: restituire dignità a migliaia di famiglie che vivono da anni in questa condizione di cronica precarietà lavorativa ed esistenziale.