Stato della ricerca su scala internazionale, principali differenze fra la fragolicoltura del Nord e del Sud del Paese, strategie di marketing e comunicazione, sono stati alcuni dei temi affrontati da Carmela Suriano, imprenditrice e ideatrice del Club Candonga, nel corso dell’intervento in occasione dell’incontro che si è svolto a Policoro lunedì scorso dal tema “La coltivazione delle fragole, proposte innovative per una razionale nutrizione”.
“In Italia le superfici destinate alla coltura specializzata della fragola di aggirano intorno ai 3.700 ettari, il 60% della coltivazione avviene nelle regioni meridionali”, ha spiegato.
Poi lo zoom sulla situazione italiana, quindi i dati che riguardano il Mezzogiorno che produce il 60% rispetto al Nord fermo al 40. Campania e Basilicata i maggiori produttori su scala nazionale, quest’ultima si distingue per la coltivazione prevalente della Candonga, fragola ‘premium price’ e top quality riconosciuta.
Le lusinghiere referenze della Candonga, così come ha argomentato Suriano, sono indissolubilmente legate alle qualità organolettiche del frutto e alle peculiarità della pianta “rustica”, capace di resistere agli attacchi degli agenti patogeni e per questo necessita di interventi fitoiatrici molto più contenuti e in linea con il rigido disciplinare di produzione e le tecniche più avanzate di produzione integrata. Inoltre “la rusticità” consente alla pianta di “adattarsi a differenti tipologie di terreno”.
Ma quali sono gli altri elementi che fanno del Sud la locomotiva della fragolicoltura italiana? “L’introduzione delle piante fresche, l’innovazione varietale e le nuove tecniche agronomiche, contrariamente al Nord dove non ci sono cultivar adeguate agli areali e l’introduzione di tecniche produttive innovative stenta a decollare. Dal 2004 ad oggi nel Nord Italia si registra un calo delle produzioni di circa il 50%; Gli areali di produzione del Sud Italia che hanno individuato varietà adatte alle esigenze produttive e di mercato registrano incrementi significativi. Al Sud abbiamo sostanzialmente tre varietà, Candonga, Sabrina, Camarosa, mentre al Nord si assiste a una frammentazione con 15 varietà differenti e produzioni in calo”.
L’ultimo focus sviluppato da Carmela Suriano ha riguardato il Metapontino, areale vocato alla coltivazione della Candonga.
“La Basilicata con 630 ha coltivati a fragole ha conosciuto nella campagna 2013/2014 una crescita del 17% rispetto alla campagna precedente”. E, ancora nello specifico: “La Candonga riesce a svilupparsi naturalmente conservando le sue caratteristiche pregiate, odore, forma, shelf life e dolcezza (Grado Brix), ad accompagnare la crescita intervengono due aspetti: il microclima esclusivo dell’areale jonico e l’altissimo livello di specializzazione raggiunto dai produttori. Tecniche agronomiche adeguate garantiscono qualità , bellezza dei frutti e produttività. L’adozione di strategie produttive a basso impatto ambientale e il giusto nutrimento della pianta sono elementi essenziali per produrre una fragola top quality.La produzione della pianta, in termini quantitativi e qualitativi, è direttamente proporzionale alla giusta e adeguata nutrizione della pianta”.
Quanto allo stato della ricerca, Suriano ha concluso: “Le principali varietà oggi in commercio in Europa provengono da programmi privati californiani e spagnoli. I costi della ricerca sono molto alti e i finanziamenti pubblici non sempre sono sufficienti. Uno dei più importanti programmi privati a livello mondiale è quello dell’azienda americana Driscoll Strawberry Associates le cui varietà licenziate sono a esclusivo beneficio dei produttori associati”.
Mag 22