Prima Persona Basilicata commenta la notizia riportata sulla stampa locale sull’indagine avviata dalla Procura per il programma sperimentale “Ponte per l’occupazione”. Di seguito la nota integrale.
Riuscire a traghettare i giovani verso il mondo del lavoro, contenere quindi quella emorragia verso altre regioni di lucani capaci e talentuosi, e trattenere in Basilicata, quindi, professionalità e risorse. E’ nato per questo il programma sperimentale “Ponte per l’occupazione”, ma la notizia riportata oggi dalla stampa locale circa alcune segnalazioni fatte dai corsisti e finite in Procura, destano preoccupazione.
Resta limpido e incondizionato da parte dell’associazione Prima Persona Basilicata il rispetto nei confronti degli organi inquirenti, ed identico rispetto va anche a quelle centinaia di giovani incolpevoli che in quel progetto hanno riversato speranze e prospettive.
Il tema del lavoro, e di quello giovanile in primis, deve essere prioritario nell’agenda dei governi nazionali e locali, ogni misura sperimentata per ridurre le percentuali allarmanti di disoccupazione nel nostro paese sono investimenti per il futuro di territori e comunità. Non bastano quei 12 mila euro di indennità di partecipazione concessi dalla Regione ai corsisti a conclusione del percorso di 24 mesi di formazione e tirocinio, non se tutto si esaurisce con la fine del progetto. Non basta e non serve formare se non si genera una rete di opportunità lavorative reali sul territorio. Occorre prevedere agevolazioni per le aziende che ospiteranno quei giovani affinché possano decidere di affiancare la costituzione di società come spinoff; serve pianificare una contribuzione speciale per l’avvio di start up e poi cominciare davvero ad incentivare, attraverso bonus di favore, il rientro dei nostri coetanei lucani dall’estero anziché continuare a rimpiangerli ed a considerarli risorse perse per sempre.
Il modo per realizzare proposte come questa che Prima Persona Basilicata lancia oggi con convinzione esiste. Lo chiedono le generazioni di giovani che fanno parte dei circoli della nostra associazione, lo raccontano le storie personali di tantissimi laureati e diplomati.
“Immaginare – sostiene Mario Polese, coordinatore regionale di Prima Persona – società formate da tre distinti soggetti: giovane partecipante al “ponte per l’occupazione”, l’azienda ospitante, il giovane lucano fuori sede professionalizzato che rientra in Basilicata, è possibile. Un circuito virtuoso così fatto sarebbe capace di aggregare pontisti, di creare occupazione e di arricchire di innovazione e modernità il tessuto produttivo regionale”
più che reddito ponte, disoccupazione ponte… mi auguro che vadano fino in fondo