Si è tenuto nel pomeriggio di martedì 26 ottobre presso Confindustria Basilicata, l’incontro sindacale circa la procedura del cambio d’appalto delle attività Supervisione HSE DIME, all’interno del centro Oli di Viggiano; attività che rientrano nella commessa affidata nel precedente contratto alla società Maersk, la stessa ad essersi aggiudicata l’appalto per i prossimi 4 anni con possibilità di proroga di ulteriori 1+1.
275 sono i lavoratori ad aver maturato il diritto al patto di sito, ovvero coloro che hanno il sacrosanto diritto, di rientrare nella procedura del cambio d’appalto o “conferma” in questo caso, cosi come sancito nel rinnovato patto di sito del 4 maggio 2021. In quella data tutte le parti hanno condiviso le nuove procedure dei cambi d’appalto che prevedono la cristallizzazione dei livelli occupazionali e salariali alla data di lancio della gara, nel caso specifico avvenuto il 7 maggio 2021.
Dunque essendo state ristabilite e rinnovate le regole, pensavamo che finalmente i passaggi o le conferme degli appalti sarebbero avvenuti senza grossi ostacoli, invece ancora una volta Eni dimostra che le regole e gli accordi valgono carta straccia, visto che Eni nella riunione tecnica con la Maersk, del 12 Ottobre, ha comunicato di avere “lavoro e attività per soli 232 lavoratori”.
Dunque 42 sarebbero gli esuberi, e dunque 42 i lavoratori che da un giorno all’altro, e soprattutto in barba alle regole, rischiano di ritrovarsi fuori dal mondo del lavoro, a seguito di scelte industriali che massimizzano il solo profitto senza nutrire alcun rispetto verso le regole sancite in Regione e condivise da tutti, all’atto della sottoscrizione del rinnovato patto.
Ancora una volta vergogna! Visto che bisogna continuare a lottare per rendere esigibili regole sì condivise che però il “cane a 6 zampe” non intende rispettare.
Rispettare le regole significa anche far applicare la clusterizzazione delle attività attraverso l’utilizzo dei contratti nazionali divenienti dal confronto, durato mesi, presso Confindustria Basilicata, il ché prevede che le attività oggetto del suddetto appalto rientrino nel Contratto Energia e petrolio; invece apprendiamo che in tutte le società partecipanti alla gara hanno partecipato alla suddetta gara con un contratto diverso da quello previsto dalla clusterizzazione, e ciò è altrettanto grave, visto che la stessa clusterizzazione consentiva il superamento del dumping contrattuale, consentendo dunque di applicare il corretto contratto nazionale in funzione delle attività prevalenti.
Per le OOSS la clusterizzazione consentiva di chiudere questo capitolo, ma la realtà rappresentata durante l’incontro dimostrache lo scoring model e la clusterizzazione per Eni non hanno grandissimo valore.
La Maersk si è resa disponibile ad avviare un confronto sindacale per verificare la sostenibilità del contratto di Energia e Petrolio, ma – lo sottolineiamo – non è questo ciò che prevedono le regole e gli accordi sottoscritti sia in Confindustria che in Regione Basilicata. Il cambio appalto Maersk è il banco di prova, anzi il termometro del valore e dell’esigibilità delle regole, e da ciò si evince che ancora una volta ENI ha deciso di calpestarle, determinando una vera e propria “macelleria sociale”.
Chiediamo sin da subito ad Eni:
– il pieno rispetto delle regole
Chiediamo alla Regione Basilicata, in qualità di garante del patto di sito:
– di convocare immediatamente un incontro – come per altro previsto dal patto di sito –per rendere esigibili le regole che legano le estrazioni agli accordi regionali vigenti.