Indotto Eni di Viggiano, Uim Basilicata annuncia sciopero lavoratori Sicilsaldo. Di seguito la nota integrale.
Giovedì 30 giugno 2022 a partire dalle ore 10 presso l’Assessorato alle attività produttive della Regione Basilicata, si terrà un nuovo incontro relativo alla vertenza di circa 50 lavoratori della Sicilsaldo. Lavoratori che da anni operano e lavorano all’interno dell’indotto Eni di Viggiano e che dal primo luglio rischiano di essere i “nuovi disoccupati lucani”.
Vertenza paradossale che si caratterizza da numerose “anomalie” o meglio in primis dal mancato rispetto da parte di Eni ed EniRewind del Patto di Sito.
Anzi il Patto di Sito, che disciplina i cambi di appalto, questa volta è stato superato con una nuova “idea”, quella di implementare commesse in essere o nuove commesse che vengono assegnate ovviamente senza “traccia” per le Organizzazioni Sindacali.
Si è passati da una proroga assegnata a Sicilsaldo di 12 mesi, che avrebbe garantito il lavoro oltre il 2022, ad una proroga di 4 mesi con scadenza 30 giugno 2022; misteri su misteri, anomalie su anomalie che hanno portato, e siamo al fotofinish, ai “nuovi disoccupati lucani”.
Il mancato rispetto del Patto di Sito e le scelte industriali di Eni di remotizzare parte delle attività ha comportato la sostituzione dell’uomo, delle mani dell’uomo, a favore della nuova “gestione” in remoto delle attività.
Questa è la nuova frontiera del lavoro dentro il Centro Oli di Viggiano, remotizzazione da un lato, dall’altro internalizzazione di asset estrattivi.
Queste sono le nuove formule anzi è il nuovo “abito” che Eni consegna alla nostra terra.
Caro Descalzi e cara Eni, questo è il futuro che ci riservate?
Rinnovate le concessioni, rinnovato il Patto di Sito avremmo auspicato che Eni potesse non ripetere alcuni errori del passato che hanno causato disoccupazione e licenziamenti di altri lavoratori; il libro si ripete, anzi qualcuno vorrebbe replicare il passato ma noi, con ogni forza e mettendo in campo ogni azione, siamo ancora fiduciosi di dare una risposta oggettiva ai lavoratori della Sicilsaldo salvaguardando i livelli occupazionali.
Ringraziamo l’Assessore Galella dell’attenzione e della nuova convocazione celere ma al contempo auspichiamo che tutta la politica lucana sia a tutela e per la tutela dei posti di lavoro in Val D’Agri.
Oggi rischiano circa 50 lavoratori, in precedenza hanno già tagliato altri 12 posti di lavoro all’interno della Nico e domani rischiano di perdere il posto di lavoro altri 240 lavoratori che operano all’interno della MISE.
Nessuno dovrà perdere il posto di lavoro e non è uno slogan ma un obiettivo che dobbiamo perseguire tutti altrimenti le chiacchiere, gli investimenti annunciati, saranno solamente il business di “alcuni noti”.
Riqualificazione professionale, investimenti alternativi, sono invece la risposta che ci attendiamo nel frattempo da Eni, al fine di garantire il lavoro e i posti di lavoro in Val d’Agri.
Nuovi insediamenti produttivi, nuovi pilastri e nuove campate, alternative alle estrazioni petrolifere possono e dovranno essere il futuro del lavoro in Val d’Agri.