In previsione dell’incontro in Regione del 16 novembre convocato dal presidente Vito Bardi, la Fim Cisl riunirà il 15 novembre alle 9:30, nella sala dei metalmeccanici di San Nicola di Melfi i rappresentanti sindacali delle aziende dell’indotto Stellantis per fare il punto della situazione nel settore. Sono circa una ventina le aziende collegate allo stabilimento Stellantis di Melfi con circa 3 mila addetti. Un comparto in sofferenza che vuole rilanciarsi con le nuove produzioni elettriche annunciato dal gruppo automobilistico nel prossimo triennio. In alcune realtà, come Lear e Yanfeng, sono state già annunciate nuove commesse collegate alle future produzioni, ma il quadro generale resta incerto.
«Dal tavolo del 16 in Regione ci aspettiamo un elenco di interventi da mettere subito in campo per accrescere la competitività degli stabilimenti. Perciò, sarà importante sapere a che punto è l’interlocuzione tra la Regione Basilicata e il Governo nazionale sulle azioni da mettere in campo per il rilancio del settore automotive di Melfi. Per evitare ulteriori perdite di posti di lavoro le aziende dell’indotto hanno bisogno di nuove commesse, di nuovi progetti industriali per la loro rigenerazione, di programmi mirati per la riqualificazione del personale e di investimenti nella ricerca e sviluppo collegati alla mobilità elettrica e ai futuri sviluppi tecnologici che investiranno il settore».
Quanto al tema delle motorizzazioni Euro 7 sollevato nei giorni scorsi, secondo Evangelista «sarebbe un passo indietro per Melfi mentre il mercato procede speditamente verso l’elettrico. A Melfi c’è un programma produttivo chiaro che guarda alla mobilità del futuro, con cinque nuove vetture elettriche, di cui una ibrida, mentre gli attuali modelli in produzione saranno progressivamente sostituiti. Non è chiaro, dunque, come lo slittamento dei termini dell’entrata in vigore del regolamento europeo possa influire sul piano di Stellantis per lo stabilimento di Melfi giacché il programma produttivo è già definito e sono già in corso le modifiche alla piattaforma per le produzioni elettriche. Ci chiediamo se rallentare il cambiamento in corso, di per sé già problematico, non potrebbe comportare ulteriori difficoltà nell’organizzazione del lavoro, oltre a lasciare in una condizione di incertezza le aziende dell’indotto. Oggi i lavoratori di Melfi hanno bisogno di obiettivi chiari dentro un contesto che è e resta globale e dove il rischio di rimanere marginalizzati per scelte poco chiare è molto alto», conclude Evangelista.